François-René
de Chateaubriand
François-René de Chateaubriand
Nato a Saint-Malo nel 1768 da una nobile famiglia
bretone, fu avviato alla carriera militare. a Paris fu testimone
degli avvenimenti rivoluzionari. Nel 1791 fu in nord america.
Al ritorno in Francia si unì alle forze controrivoluzionarie.
Riparò poi in In ghilterra dove visse nel 1793-1800. Gli
morì la madre e la sorella, ciò che gli procurò
una crisi spirituale che lo riportò al cattolicesimo (la
fede della sua infanzia). Fece un lungo pellegrinaggio in Grecia
e in Palestina nel 1806-1807, al ritorno fu in Spagna che visitò
insieme a Madame Natalie de Noailles. Tornò in patria,
scrisse sul «Mercure» un elogio della Spagna come pa tria di Sertorio,
accanito oppositore di Silla, e i suoi rapporti con Napolé
on saltano. Si rifugia alla Vallé e-aux-Loups a scrivere.
Fu nominato pari di Francia dopo il ritorno dei Borboni, prese
parte attiva alla vita politica della restaurazione ricoprendo
anche importanti incarichi diplomatici e di governo. Si dimise
dalla camera nel 1830, con l'avvento della monarchia di luglio.
Si ritirò a vita privata, confortato dall'amicizia di Madame
Ré camier . Morì a Paris nel 1848.
Durante l'esilio londinese Chateaubriand
pubblicò il "Saggio storico sulle rivoluzioni" (Essai historique
sur les ré volutions, 1797), influenzato dallo spirito
filosofico del XVIII secolo, ma anche con le tracce dell'inquietudine
religiosa che lo porterà alla conversione. L'opera successiva
è Il genio del cristianesimo (Le gé nie
du christianisme, 1802), iniziata l'ultimo anno d'esilio e completata
dopo il ritorno a Paris. L'opera nasce dal proposito chateaubriandiano
di porre il talento letterario al servizio della fede cristiana,
difendendola dagli attacchi del voltairenismo e illustrandone
le bellezze poetiche e morali. Parte di questo progetto sono i
due brevi romanzi inclusi nell'opera, "Atala" e "René ".
Atala (1801) narra la vicenda d'amore di due indiani della
Louisiana, con l'intento di mostrare «le armonie della religione
con le scene della natura e le passioni del cuore umano». "Atala
o Gli amori di due selvaggi nel deserto" è ambientato in
Louisiana, sulle rive del Mississippi. Qui vive un vecchio indiano,
Chactas. Un giorno incontra René che, spinto da passioni
e sventure, ha abbandonato la Francia. Durante una caccia al castoro
Chactas racconta a René le avventure della sua giovinezza.
Fatto prigioniero a vent'anni da una tribù di indiani,
Chactas è salva to da Atala, una fanciulla indiana educata
cristianamente. I due fuggono, vivono in fraterna amicizia nella
savana. Durante una tempesta trovano rifugio nella missione di
pè re Aubry, che vuole convertire Chactas e rendere possibile
il matrimonio con Atala. Ma Atala, che era stata consacrata dalla
madre alla Vergine, temendo di non riuscire a rimanere fedele
a questa volontà, si uccide. Prima di morire chiede a Chactas
di convertirsi.
In René , attraverso il racconto autobiografico
degli anni giovanili del protagonista, Chateaubriand condanna
le «passioni indeterminate» e le sterili fantasticherie che hanno
condotto René a una esistenza di tedio e di solitudine.
Il racconto, inserito nell'edizione del 1802 de "Il genio del
cristianesimo", fu poi pubblicato separatamente nel 1805. René
, rifugiato nella colonia dei Natchez in Louisiana, per vivere
in solitudine, rivela all'amico Chactas e al missionario Souë
l le ragioni della sua malinconia. Rievoca i giorni dell'adolescenza,
le lunghe passeggiate in compagnia della sorella Amé lie.
Preda di una inguaribile sete di infinito, cerca invano di pacificarsi:
era arrivato persino a intravedere una soluzione nel suicidio,
da cui era stato però dissuaso dalla sorella. Ma Amé
lie, colpita da una strana crisi, aveva deciso di chiudersi in
convento. Qui, ascoltando una sommessa invocazione della sorella
a dio, René aveva colto il segreto della sua «criminale
passione» per lui. Sconvolto, si era imbarcato per l'america,
dove aveva saputo della morte prematura di Amé lie. Chactas
consola il giovane amico, mentre padre Souë l gli ricorda
severamente che «chiunque abbia ricevuto delle forze le deve con
sacrare al servizio dei suoi simili».
"Il genio del cristianesimo" ebbe il plauso dell'opinione pubblica
francese che ritornava in quegli anni alla fede tradizionale dopo
la bufera rivoluzionaria, mentre nei tratti del melanconico René
amarono riconoscersi le prime generazioni romanticiste.
Per dimostrare la superiorità del meraviglioso cristiano
sul meraviglioso pagano, scrisse l'epopea in prosa I màrtiri
(Les martyrs, 1809), dopo essersi recato in Grecia e in Palestina
per documentarsi meglio sui luoghi della narrazione, ambientata
ai tempi della persecuzione di Diocletianus. Un giovane cristiano,
Eudoro, ama Cimodocea, una pagana figlia del sacerdote Demodoco.
a lei Eudoro racconta la sua vita avventurosa: nato dalla famiglia
dei Lasteni della Messenia, è stato inviato adolescente
a Roma, dove ha dimenticato la sua fede. Diventato soldato dell'e
sercito di Diocletianus, combatte nell'armata del Reno contro
i franchi. Nominato governatore dell'Armorica, conquista l'amore
della bella druidessa Velleda, che si uccide dopo avergli confessato
la sua passione. Sconvolto, torna alla religione cristiana. Cimodocea
si innamora ora di Eudoro, e decide di convertirsi per poterlo
sposare, ma scoppia la persecuzione contro i cristiani. Eudoro
corre a Roma per difen- dere i suoi compagni di fede. Arrestato,
viene condannato a morte. Anche Cimodocea, che si dichiara cristiana,
viene arrestata. Quando Eudoro entra nell'arena, è raggiunto
da Cimodocea che vuole condividere il suo destino.
Note e impressioni di viaggio sono nell' Itinerario da Paris
a Jerusalem (Itiné raire de Paris à Jé
rusalem, 1811): è uno scritto vivace, non gravato da intenti
apologetici, e può inserirsi sulla tradizione europea di
relazioni letterarie sull'oriente.
Ricche di suggestioni esotiche e primitiviste sono anche Le
avventure dell'ultimo Abencerage (Les aventures du dernier
Abencerage) e I Natchez (Les Natchez), scritti alcuni
anni prima l'"Itinerario" ma pubblicate nel 1826. E il Viaggio
in America (Voyage en Amé rique, 1827).
"Le avventure dell'ultimo Abencerage" è un racconto. Fu
scritto nel periodo di autoesilio a Vallé e- aux-Loups,
insieme all'"Itinerario", a "I martiri", "Moï se", e agli
"Studi storici" (Etudes historiques). Il racconto rimase inedito
fino alla caduta di Napolé on, poi dal 1814 Chateaubriand
ne diede lettura pubblica nella casa della contessa Sé
gur. Pubblicato nel 1826, il racconto divenne popolarissimo. Il
racconto va inserito nel filone letterario in cui negli ultimi
due secoli si ritrovano in Francia i nomi di Mademoiselle de Scudé
ry e di Madame de la Fayette, nel gusto esotico e nordafricano
che proprio allo prendeva Gé ricault e poi Delacroix. Narra
un amore impossibile. Dopo che gli arabi hanno dovuto abbandonare
il regno di Granada nel 1492, il giovane principe Aben-Hamet,
erede e unica speranza dell'illustre casata degli Abenceragi,
bello cortese e valoroso ma anche con «quell'aria di dolcezza
e quella leggera espressione di malinconia che dà la disgrazia
nobilmente sopportata», decide di fare un pellegrinaggio nella
terra dei suoi avi. Tra le antiche memorie di Granada incontra
l'amore impossibile di Blanca, una nobile spagnola discendente
dal Cid Campeador, lo sterminatore dei mori. E' una passione contrastata
dal sangue e dalle fedi. Blanca rifiuta con strazio il sacrificio
supremo del ripudio della propria religione da parte dell'amante,
e lo spinge a tornare nel deserto: «ogni anno dopo di allora essa
si recava a Malaga e passeggiava sulle montagne all'epoca in cui
il suo innamorato era solito tornare dall'africa. Si sedeva sugli
scogli, guardava il mare e i vascel li lontani, e poi faceva ritorno
a Granada».
Ritiratosi a vita privata Chateaubriand si dedicò alla
elaborazione delle Memorie d'oltretomba (Mé moires
d'outre-tombe, 1848-1850), appassionata rievocazione della sua
vita e di una tormentata epoca storica. Scrisse anche varie opere
storiche minori, e una Vita di Rancé (Vie de Rancé
, 1844) sulla vita di un religioso del XVII secolo, in cui ritrovava
la propria immagine, le illusioni e amarezze.
Nella raccolta di materiale per le "Memorie d'oltretomba" è
anche un frammento che ebbe una sua vita autonoma. Sottratto da
un copista dal tavolo di Chateaubriand, il frammento manoscritto
fu ceduto al giovane poeta Edouard Bricon che lo cedette alla
Bibliothè que Nationale nel 1852. I frammenti ebbero prima
il titolo attribuito da Bricon di Amore e vecchiaia (Amour et
vieillesse), poi nel 1862 Sainte-Beuve ne pubblicò una
parte con il titolo "Confessione delirante" (Confession dé
lirante), per poi tornare al primitivo titolo nel 1899 per la
prima edizione completa. Il brevissimo scritto ha pagine molto
belle, e si divide in due se zioni redatte in due epoche diverse.
La prima, "Canti di tristezza a una sconosciuta" risale al 1829,
ispirata a un incontro con la giovane
Lé ontine de Villeneuve . Il frammento che le è
dedicato, aspro violento amaro lucido nel suo delirio, è
una confessione per lei e una riflessione per sé . Dice
nell'ebbrezza: «A scolta, preghiamo il Cielo, forse farà
un miracolo. Mi darà gioventù e bellez- za. Vieni,
mia adorata, saliamo su questa nuvola: che il vento ci porti in
cielo». Poi, la realtà: «Invecchiato sulla terra, ai miei
antichi mali si sono aggiunti il disinganno dell'esperienza, la
solitudine dei desideri, l'inerzia del cuore e la disgrazia della
vecchiaia. Dimmi, non avrò ispirato ai demoni, con tutto
me stesso, l'idea di un supplizio che non avevano ancora inventato
nel luogo dell'eterno dolore?». La seconda sezione si intitola
"Un vecchio René " e fu scritta a Fointainebleau una sera
del novembre 1834 in cui Chateaubriand si sentiva «in vena, e
triste» e contiene «cinque o sei pagine di follia, come quando
ci si fa togliere il sangue che batte al collo e alla te sta».
Chateaubriand ebbe una forte influenza sulla
letteratura del secolo. La sua opera, dominata dal culto della
bellezza, rivelò ai contemporanei il fascino dell'arte
gotica, della natura spettacolare o melanconica, delle oscure
età passate. Per l'incanto della sua parola, il fremito
lirico che ne dilata il senso e l'effetto, fu chiamato "l'enchanteur"
(l'incantatore).
Bibliografia: F-R. Chateaubriand
Essai historique sur les révolutions
(1797)
Atala (1801)
Le génie du christianisme (1802)
René (1802, 1805)
Les martyrs (1809)
Itiné raire de Paris à Jérusalem (1811)
Les aventures du dernier Abencerage (1826)
Les Natchez (1826)
Moïse
Etudes historiques
Voyage en Amérique (1827)
Mé moires d'outre-tombe (1848-1850)
Vie de Rancé (1844)
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