L'America
del centro e del sud nel primo Ottocento
L'America del centro e del sud nel primo Ottocento
Nelle regioni centro e sud americane il fatto nuovo è
dato dall'esplodere dei movimenti indipendentistici. Ciò
porterà all'allontanamento di queste regioni dall'orbita
diretta spagnola e portoghese, con il dominio di un'altra potenza,
l'Inghilterra prima e poi gli Stati Uniti. Anche per ragioni linguistiche
tuttavia, un collegamento con la Spagna e il Portogallo non sarà
mai reciso del tutto. Il Venezuela fu il primo dei paesi latino-americani
a muoversi per l'indipendenza (1806). La Spagna cercò di
contrastare tali movimenti che invece riusciranno ad affermarsi,
sotto la guida di leaders come Bolivar e San Martin: nel 1821-1824
si formarono i vari stati indipendenti. Se da una parte il successo
di tali movimenti significò la vittoria delle classi medio-alto
borghesi, dall'altra l'indipendenza fu sentita da alcuni solo
come un fattore formale: continuando a dominare le classi alto-borghesi
e dell'aristocrazia tradizionale con il relativo apparato di potere;
il progetto unionista di tutto il sud-america, com'era nei programmi
degli indipendentisti bolivariani - secondo il modello degli Stati
Uniti del nord-america - cozzò contro gli interessi politici
ed economici della superpotenza Inghilterra che, sosti tuendo
nella funzione di controllo la Spagna, badò a impedire
il formarsi di una unità nazionale. L'indipendenza conquistata
fu dunque sentita dal movimento indipendentista come una conquista
monca e fuorviata. Né fu più possibile, con il radicarsi
dei na zionalismi, per tali movimenti ritrovare una coesione simile
a quella pervenuta sotto il "miracolo" Bolivar.
Nella prima metà dell'ottocento, in campo letterario, non
c'è molto oltre la pubblicistica della propaganda politica.
Gli autori restano legati agli schemi culturali europei. Sono
neoclassicisti: José Joaquin de Olmedo (1780\1847, ecuadoriano,
scrisse di Bolivar e del generale Flores), Andrés Bello.
Bello era venezuelano, era nato a Caracas nel 1781 (morì
a Santiago-do-Chile nel 1865), fu la figura centrale del mondo
intellettuale dell'epoca, quando divampavano le lotte per l'indipendenza
dei paesi latino-americani. Diede un contributo decisivo all'orientamento
culturale del Cile, fondando tra l'altro l'Università di
Santiago. Scrisse opere di carattere didattico (una "Grammatica
della lingua castigliana" 1847), opere di filosofia, compose odi
patriottiche, e tradusse Horatius, Boiardo, Byron, Hugo.
Autore di romanzi picareschi a scopo educativo è il messicano
José Joaquín Fernández de Lizardi (Ciutad-do-Mexico
1776\1827). A lui si deve la creazione del primo giornale liberale
del Mexico, «El pensador mexicano» (1818). Fu scomunicato per
la sua "Difesa dei frammassoni" (Defensa de francmasones, 1822).
La sua fama è legata alla rifondazione del romanzo picaresco
su basi nuove, illuministe e quasi pedagogiche, soprattutto con
Periquillo Sarniento (1816) ricco repertorio dei costumi e della
vita quotidiana del Mexico. Più conciso e gustoso il romanzo
Don Catrín de la Fachenda (1825).
A un gusto romanticista, populista, appartiene la sperimenta zione
di forme poetiche popolaresche, come la poesia gauchesca di Bartolomé
Hidalgo (1788\1822) uruguaiano autore di cielitos e di dialoghi
d'ambiente rurale.
Il romanticismo si affermerà, in queste regioni, attorno
al 1840-1890.
© Antenati - 1999
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