La 
              "Vita nuova" di Dante Alighieri 
            
             
             
               
                
                   La "Vita nuova" di Dante Alighieri 
                
                La prima opera certa di Alighieri è 
                la  Vita nuova (1292-4), un prosimetro, cioè un 
                testo  
                che alterna parti in prosa e parti in verso. Sono inserite 31 
                liriche: 25 sonetti (di cui due sono sonetti doppi), 3 canzoni 
                e una doppia stanza di canzone, 1 ballata, 1 stanza di canzone. 
                All'interno di 42 capitoli in prosa, con il compito di svolgere 
                l'itinerario autobiografico da cui nascono i versi e commentarli 
                retoricamente.  
                 
                 La vicenda è in fondo esile. Un'esperienza 
                d'amore idealizzata, l'amorazzo di Dante per Beatrice incontrata 
                per la prima volta a nove anni, rivista nove anni dopo. Da questi 
                incontri si snoda l'intimo memoriale, dapprima profano e "cortese" 
                poi sempre più mistico e agiografico, finché la 
                morte di Beatrice trasforma l'amata e l'amore in mito cristiano, 
                Amore assoluto e mezzo di devozione.  
                Turbato dall'amore per Beatrice rivista a nove anni di distanza 
                del primo (fanciullesco) incontro, Dante decide di nascondere 
                a tutti il suo sentimento e di professarsi amante di un'altra 
                donna (alla cui partenza da Firenze subentra poi un'altra). Il 
                brusco risentimento di Beatrice che gli nega il saluto, e il consiglio 
                di alcune gentili donne che lo spingono a investigare meglio in 
                sé stesso la particolarissima fenomenologia dell'innamorato, 
                lo portano a un esplicito riconoscimento del suo amore per Beatrice. 
                Prima muore il padre della fanciulla, poi Beatrice stessa: Dante 
                è disperato. Da ciò lo risolleva l'interessamento 
                di una donna "gentile". A conclusione è di nuovo l'intervento 
                risentito di Beatrice, che gli appare in sogno. Ciò lo 
                distoglie da ogni altra donna, gli fa desiderare di "non dire 
                più di questa benedetta infino a tanto che [...] potesse 
                più degnamente trattare di lei".  
                 
                 Il testo possiede alcune delle migliori liriche 
                di Alighieri: Donne ch'avete intelletto d'amore, il sonetto Tanto 
                gentile e tanto onesta pare. Segna il distacco dallo stilnovismo, 
                proprio per il fervore religioso. Corona e conclude l'esperienza 
                stilnovistica.  
                 
                Contesto: Indice Alighieri 
              
             
            
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