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Dante Alighieri: notizie biografiche

Alighieri nacque a Firenze nel c.1265. Apparteneva a una famiglia di piccola nobiltà guelfa, di scarse risorse economiche. Suo padre si chiamava Alighiero (II), sua madre Bella. Nonostante le non eccelse condizioni economiche, frequentò la vita elegante e cortese di città, compiendo buoni studi. Seguì le lezioni di retorica di Brunetto Latini.
Più autodidatta in campo poetico. Si legò agli stilnovisti, legandosi d'amicizia con Guido Cavalcanti, Lapo Gianni, e più tardi Cino da Pistoia.
Sappiamo che nel 1285 sposò Gemma Donati con cui era fidanzato per volontà paterna dal 1277 (secondo le usanze del tempo). da lei ebbe tre o quattro figli: Iacopo, Pietro, Antonia, e forse un Giovanni. Nel 1274 incontrò per la prima volta, secondo le ricostruzioni degli studiosi-maniaci, Beatrice, che viene identificata oggi con Bice Portinari (che sposò Simone Bardi, morta nel 1290). Cantò questo amore, con sublimazione stilnovistica, nelle "Rime" e nella "Vita nuova". Da queste opere si deve pensare che la morte di Beatrice lo gettò in una profonda crisi religiosa.
Si dedicò a studi filosofico-teologici, e alla politica. Nel 1287 fu per qualche mese a Bologna. Nel 1289 partecipò alla battaglia di Campaldino (contro i ghibellini d'Arezzo), e al vittorioso assalto al castello pisano di Caprona (1295). In seguito agli ordinamenti di Giano della Bella, fu consentito ai nobili non magnati di prendere parte al governo di Firenze, purché iscritti a una corporazione: Alighieri si iscrisse alla corporazione dei medici e speziali.

Era allora a Firenze le lotte tra due fazioni guelfe: i Bianchi autonomisti e capeggiati dai Cerchi; i Neri legati da interessi mercantili al papato e guidati dai Donati. papa Bonifacio VIII cercava in tutti i modi di favorire la fazione dei Donati. Alighieri si schierò con i Cerchi bianchi. Nell'ottobre 1301 il papa invia a Firenze Charles de Valois come paciere (in realtà con il compito di debellare i bianchi). Alighieri che da pochi mesi faceva parte del Consiglio dei Cento, e l'anno precedente era stato priore di Firenze, fu inviato con altri due ambasciatori da Bonifacio VIII. Mentre si trovava a Roma dal papa, Corso Donati e i neri si impadronirono di Firenze e iniziarono la repressione degli oppositori. Accusato di baratteria, concussione e opposizione al papa, fu invitato a discolparsi; Alighieri rifiutò di presentarsi ai giudici. Il 10 marzo 1302 ebbe sequestrati i beni, mentre la condanna precedente (multa, interdizione perpetua dai pubblici uffici) fu commutata in condanna al rogo.
Nei primi tempi dell'esilio Alighieri cercò di collegarsi agli altri bianchi fuoriusciti, ma se ne distaccò ben presto. Fu ambasciatore a Forlì come ambasciatore dei bianchi alla corte di Scarpetta Ordelaffi, a Verona da Bartolomeo della Scala, a Arezzo (1304) quando il cardinale Niccolò da Prato sembrò poter risollevare le sorti dei bianchi; nel trevigiano da Gherardo da Camino, in Lunigiana (1306) alla corte dei Malaspina. Fu forse anche a Paris nel 1309-1310.
Nel 1310 per la discesa in Italia di Arrigo VII (Heinrich VII) imperatore del Sacro Romano Impero, sperò di poter tornare a Firenze. Nel 1313 dopo aver assediato invano Firenze, l'imperatore morì a Buonconvento.

Dalla metà del 1313 al 1318-20 fu di nuovo a Verona presso Cangrante della Scala. Poi a Ravenna da Guido Novello da Polenta. Morì a Ravenna, in seguito a una malattia contratta al ritorno da un'ambasceria a Venezia, il 13- 14 settembre 1321.
Contesto: Indice Alighieri


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