Storia della letteratura europea - Torna in homepageXII secolo: Produzione goliardica


XII secolo: Produzione goliardica

Legata all'attività dei "clerici vagantes", studenti o parastudenti dalla vita dissipata e licenziosa, spesso colpiti da diffide e bandi della chiesa cristiana dominante, è la poesia goliardica. L'epiteto di goliardi, intenzionalmente ingiurioso, deriva da Golia, simbolo del nemico della fede e venne messo in relazione dal popolo con l'aggettivo tardo latino "goliardus" (goloso, ingordo), a scherno della loro indigenza. E' uno dei filoni più vivi e interessanti della lirica mediolatina.
Dal punto di vista tecnico, è strettamente legata al canto, riprende e svolge con virtuosistica varietà di forme i moduli della ritmica paraliturgica rinnovata da Adamus da Saint-Victor . L'ispirazione è però profana, per lo più giocosa, talvolta parodistica o moralistica. I temi dominanti sono la celebrazione dei piaceri terreni (la donna, il vino, il dado), la satira contro la corruzione e l'ignoranza del clero. E' una produzione quasi tutta in latino. Alcuni canti sono bilingui (latino-tedesco, latino-anticofrancese). I più antichi seguono schemi metrici classici, i più recenti quelli post-latini con largo impiego della rima.
Il maggior esponente della poesia goliardica dell'epoca fu l' Archipoeta di Colonia .
Imbevuti di cultura classica, i poeti goliardi furono spesso anche intellettuali di prestigio. Uc d'Orléans fu maestro di grammatica, Gautier da Châtillon è noto anche come autore di un poema epico ("Alessandreide"). Ritmi goliardi compose Pietro di Blois (c.1135\1204), mentre Petrus Abelardus aveva scritto per Eloisa dei "carmina amatoria" oggi perduti facendo ritenere di essere lui l'iniziatore di questo filone. La produzione goliardica ebbe una certa diffusione. In Italia la poesia goliardica ebbe pochi epigoni: Boncompagno da Signa autore di un ritmo canzonatorio su fra Giovanni da Vicenza; il grammatico Moraldo da Padova che compose un elogio del vino dal titolo "Vino dolce glorioso" (Vinum dulce gloriosum) citato da Salimbene nella sua "Cornaca"; Pier delle Vigne che scrisse una satira contro il clero. E' anche vero che il controllo postumo della chiesa cattolica su quanto veniva conservato nei manoscritti, era più forte. Tra le principali raccolte di ritmi goliardici, si ricordano:
  • 1) il manoscritto latino 4660 della Biblioteca di Monaco (Carmina burana);
  • 2) il Vaticano latino 4389;
  • 3) i manoscritti del British Museum: Aurundeliano 384 e Harleiano 978.

Contesto storico


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