Ipazia
Ipazia, filosofa, scienziata, astronoma, ultima
depositaria del sapere dei greci dopo la distruzione della
Biblioteca di Alessandria. Ipazia fu una filosofo e una politica,
una dei più importanti protagonisti del movimento di
rinascita politica e culturale che si ispirava ai valori della
tradizione classica e si contrapponeva alla chiesa gerarchica
degli episcopi. I contemporanei riconobbero in lei la terza
caposcuola del platonismo, dopo Platon e Plotinos. Rifiutò
di convertirsi al cristianesimo. Dietro ordine del vescovo
e patriarca Cirillo (San Cirillo, dottore della Chiesa) venne
fatta a pezzi e bruciata in un letamaio. Era il 415 d.C.
Con il martirio di Ipazia, venne distrutta
non solo una delle menti più geniali della storia dellumanità,
ma una delle più esemplari comunità scientifiche
di ogni epoca. Occorre attendere oltre 1200 anni prima che
menti coraggiose tornino a puntare lo sguardo in cielo e studiare
astronomia (Galileo Galilei e Giordano Bruno: il primo imprigionato
per aver professato la teoria eliocentrica per prima studiata
da Aristarco di Samo, il secondo bruciato vivo dalla Chiesa
di Roma il 17 febbraio dellanno Santo 1600 per aver
teorizzato universi infiniti).
Dopo che lebbero trucidata, nessuno ebbe il coraggio
di proclamarsi allievo di Ipazia, nessun filosofo che
laveva acclamata quandera sua maestra ebbe
la forza di proclamarsi suo erede. Lallievo prediletto
Sinesio di Cirene che laveva chiamata benefattrice,
madre, sorella e maestra tradì il suo insegnamento,
si convertì e divenne vescovo di Tolemaide ed alleato
fedele del patriarca Cirillo.
Dei tredici volumi di Ipazia di commento allaritmetica
di Diofanto (il padre dellalgebra), degli otto volumi
sulle Coniche di Apollonio (spiegazione delle orbite dei pianeti),
del trattato su Euclide e su Tolomeo, del Corpus Astronomico
raccolta di tavole sui corpi celesti, dei testi di
meccanica e tecnologia, degli strumenti scientifici che aveva
realizzato (astrolabio piatto, planisfero e idroscopio)
di tutta la sua immensa opera scientifica, il vescovo e patriarca
Cirillo si adoperò affinché venisse distrutto
tutto, per cancellare persino il ricordo dellastronoma
e matematica di Alessandria dEgitto.
Quel poco che si salvò, venne saccheggiato dai crociati
nella biblioteca di Costantinopoli e oggi è conservato
a Roma, nella Biblioteca Vaticana.
Contesto: Europa tra
IV e V secolo
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