Gaius
Petronius
Gaius Petronius
Di Gaius Petronius (morì a Cuma nel 66) sono scarsissime
le notizie sulla vita. Si pensa possa identificarsi il Petronius
citato da Tacitus (Annali, XVI 18-19) morto durante la congiura
antineroniana dei Pisoni, con il Petronius "arbitrer" (cioè
"elegantiae arbiter", arbitro del gusto: l'ufficio attribuito
da Nero a Petronius, sempre secondo Tacitus) cui si attribuisce
la composizione del Satyricon (Libri satirici: il "libri" del
titolo latino è sottinteso).
Di quest'opera restano solo frammenti dei libri XIV,XV e XVI.
Vi sono varie allusioni a personaggi del periodo imperiale di
Caligula, Claudius, Nero, e mostra una conoscenza di prima mano
dei modi di vivere dell'alta società del tempo.
Misto di prosa e di poesia, inserito nella tradizione della menippea,
il "Satyricon" è una parodia del romanzo greco amoroso
e d'avventure, che descriveva in genere le peripezie di due amanti
divisi dalla sorte e destinati a ritrovarsi solo dopo la molte
avventure. In questo romanzo la coppia è composta da due
giovani, Encolpio e Ascilto, che si contendono un efebo incostante,
Gitone. Altra differenza rispetto al romanzo greco è l'espediente
della narrazione in prima persona: è Encolpio stesso a
narrare le avventure che capitano a lui e ai suoi amici. Straordinario
réportage sulle abitudini di una certa società imperiale
piena di arricchiti, di matrone mondane e lussuriose, di poetastri,
parassiti. E' scritto in una lingua colloquiale (sermo familiaris)
che riproduce con fedeltà il linguaggio degli schiavi e
dei nuovi ricchi. Romanzo nel romanzo è l'episodio della
cena di Trimalcione, descrizione minuziosa e divertita del pantagruelico
banchetto di un arricchito.
Per quanto è possibile ricostruire da ciò che ci
è rimasto, la storia è quella di Encolpio perseguitato
dal dio Priapo che gli ha tolto la virilità, e che gira
con l'efebo Gitone e l'amico Ascilto per le città dell'italia
meridionale, incorrendo in varie avventure mariolesche e erotiche.
Spiccano le figure di Quartilla, Psiche, Circe, di insaziabile
sensualità. Al terzetto si aggiunge Eumolpo, un vecchio
ribaldo ma anche poeta e fino critico, che in un episodio canta
"La presa di Troia" in 65 senari giambici, e "La guerra civile"
in 295 esametri, probabili parodie delle opere di Nero e di Lucanus.
Frammento famoso, oltre alla cena di Trimalcione è anche
il racconto sulla matrona di Efeso che si dà a un soldato
sulla tomba del marito.
Il romanzo restò sconosciuto durante il medioevo, riscoperto
solo dopo. La sua struttura parodistica e satirica lo pone accanto
a capolavori come il "Baldus" di Folengo e al "Don Chisciotte"
di Cervantes. Il carattere aperto della narrazione lo avvicina
al romanzo picaresco.
Indice del Primo secolo
[1997]
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