Il
caso inglese: tra le due guerre
Il caso inglese: tra le due guerre
Il caso inglese è quello di un cinema
in pratica raso al suolo dalla concorrenza cinematografica USA.
Dalla Gran Bretagna fuoriescono attori, registi, sceneggiatori ecc.
che danno il loro contributo a Hollywood, ma l'industria nazionale
non riesce a decollare, spazzata via da quella statunitense favorita
dalla lingua e dal possedere un mercato quattro volte più
ampio di quello inglese con cui abbassare i costi (una pellicola
USA quando arrivava in Inghilterra aveva già ripagato i produttori
hollywoodiani di tutti i costi di produzione nel mercato statunitense).
Quello inglese era comunque un notevole mercato. Nel 1937 vi erano
20 milioni di persone che si recavano settimanalmente al cinema.
Nel 1929 vi erano 3300 cinema con due principali catene di distribuzione
(Gaumont e British International). Nel 1933 si aggiunse la Odeon,
e nel 1938 si raggiunsero 4967 sale cinematografiche. Nelle sale
si proiettavano in genere due pellicole principali, un cinegiornale
e un cartone animato che venivano cambiati due volte la settimana.
I finanziamenti governativi inglesi non riuscirono a mutare questa
situazione di sudditanza. La legge sulle pellicole cinematografiche
(Cinematograph fils act) del 1927 imponeva alle case noleggiatrici
e distributrici di affittare una quota percentuale di films inglesi:
dal 5 % si passò a imporre nel 1936 il 20 %. Ma gli esercenti
preferirono occuparsi dei films a basso costo, confezionati alla
bell'e meglio, piuttosto che investire in prodotti più costosi
ma di qualità . Il cinema inglese così si guadagnò
una pessima fama.
A partire dagli anni '30 però qualcosa si muove. Sono prodotti
alcuni B- movie (oggi considerati con maggiore interesse che allora)
come Blackmail, Sabotage, Il club dei 39 di
Alfred Hitchcock , e esordirono i films di Alexander Korda.
Creatore del cinema inglese è stato
l'ungherese Alexander Korda , che ha girato
La vita privata di Henry VIII (The private life of Henry
VIII, 1933) pieno di ironia e gusto, con un senso piccante della
ambientazione storica: attori da oscar per la rievocazione di questa
vita privata turbolenta (le otto mogli...): interprete nel ruolo
del re, Charles Laughton che vinse l'oscar. Alexander Korda è
stato un personaggio eclettico. Nel 1915 entra nel cinema producendo
films in Ungheria, Austria, Germania, poi in USA e Francia. Naturalizzato
inglese (ebbe anche il titolo di sir), nel 1932 fondò la
London Film, e nel 1939 la Alexander Korda Films: tra i films da
lui prodotti, sono melodrammi e movies destinati al grosso pubblico:
tipico delle sue produzioni, La contessa Alessandra (1937) regia
del belga Jacques Feyder, film sontuoso, con Marlene Dietrich nella
parte di una contessa russa sorpresa dalla rivoluzione e protetta
da un agente del controspionaggio inglese. Drammone in costume,
che fa da passerella a due nomi acchiappa- pubblico (i due protagonisti:
oltre alla Dietrich, l'allora divo Robert Donat), con i tutti biechi
bolscevichi secondo la propaganda del tempo.
Riunite nel 1943 le due produzioni come London Film, Korda si associò
fino al 1945 con la MGM. Tra gli altri films da lui diretti oltre
che prodotti: Mayerling (1923), La vita privata di Helen di Troia
(The private life of Helen of Troy, 1927), La dame de chez-Maxim
(1933), Rembrandt (1936), Il grande ammiraglio (1941) dedicato a
Lady Hamilton (interpretata da una splendida Vivien Leigh) più
che a Horace Nelson (come dice il sottotitolo: "that Hamilton woman")
dalla sua fuga con l'ammiraglio (interpretato da Laurence Oliver)
alla solitaria fine della sua vita, e Stranieri perfetti (Perfect
strangers, 1944). Interprete dei suoi film è spesso stata
la sua prima moglie, Maria Korda .
Un certo successo popolare ebbe Gracie Fields,
una affermata stella del music-hall, che esprimeva alcuni aspetti
del senso dell'humour, dell'ostinazione e del cinismo proprio degli
operai che vivevano nelle vecchie zone industriali. Fields conquistò
un pubblicò alle canzoni dialettali e alle parodie che animavano
le sue farse cinematografiche, come Questa settimana di Grazia
(This week of Grace).
Là dove ci furono finanziamenti governativi, come nei documentari
GPO, i registi e tecnici inglesi fecero un buon lavoro. Si ricoda
in particolare il lungometraggio di Grierson, "Drifters, Night Mail",
con testo poetico di Auden e musica di Britten. Si tratta di classici
del documentario che comunque non raggiunsero mai una diffusione
di massa.
Interessante ma decisamente minore un regista
come Maurice Elvey. Egli nel 1929 dirige un curioso film di fantascienza,
Hith Treason in 1950. Una copalizione si appresta a muovere
guerra alla coalizione atlantica, costruisce un tunnel sotto la
Manica, e come costritti usa le donne; tra le idee tecnologiche
del film, quello dei televisori (che però non trasmettono
suono, ma immagini e didascalie). Nella trama del film, le donne
avvieranno un movimento pacifista trasversale che fermerà
la guerra. Elvy ha diretto anche altri film, come Palais de
Dance, su un giovane aristocratico innamorato di una ballerina
a pagamento.
Le pellicole di Korda, prive di caratteri marcatamente
inglesi, riuscirono a conquistarsi un mercato, ma restarono poca
cosa rispetto al mare di pellicole provenienti da Hollywood.
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