Luis
Buñuel
Luis Buñuel
A Buñuel si debbono alcuni film che ripropongono lo sperimentalismo
surrealista degli anni precedenti la guerra. Implacabile pittore
della società del sottosviluppo e nemico della borghesia
al potere nella società occidentale, ovunque abbia ambientato
le sue storie, dalla Spagna al Messico alla Francia.
1) notizie biografiche
Nato a Calanda [Spagna] nel 1900, primo di sette fratelli. Suo
padre era un proprietario terriero. Luis fece le elementari in un
collegio di gesuiti e le scuole medie a Saragozza. Nel 1917 si iscrisse
alla facoltà di agraria di Madrid, ma poi si laureò
in lettere. Frequentò García Lorca, Salvador Dalí,
Ramón Gómez del la Serna, Rafael Alberti. Fu uno dei
fondatori del primo cineclub spagnolo. E' una attività che
lo porta ben presto a Paris. L'avvento della Repubblica in Spagna
e la guerra civile lo portarono all'esilio, prima in Francia e poi
in USA. Qui fu consigliere e supervisore al montaggio al Museo d'Arte
moderna di New York: perse il posto quando Dalí lo definì
ateo. Si trasferì in Messico, dove divenne regista commerciale.
Morì a Città-del-Mexico nel 1983. Qui era tornato
a vivere, stancamente e malamente.
2) opere
E' grazie alla madre e dalle sue sovvenzioni agrarie che ebbe
i soldi per il suo primo film, Un cane andaluso
(Un chien andaluz, 1929) girato con Salvador Dalí. Il film
fece scandalo per l'acrimonia anti-borghese e per l'aggressività
delle immagini. Dalì e Buñuel elaborano una sceneggiatura
che nasce dai principi surrealisti dell'assemblaggio secondo gli
impulsi dell'inconscio e vuole sfidare le regole tradizionali della
visione: nell'immagine iniziale un uomo affila un rasoio e taglia
l'occhio di una ragazza. Il titolo proviene da una raccolta di poesie
di Buñuel (El perro andaluz), tradotta in francese e pubblicata
proprio in quei mesi. Presentato allo Studio des Ursulines, provocò
la reazione negativa anche di molti surrealisti.
Grazie al capitale dei visconti di Noailles finanziò il
suo secondo film, senza Dalí, ma sempre nell'ambito del surrealismo,
L'età dell'oro (L'âge d'or,
1930). Film più complesso del precedente ma di più
facile interpretazione: lo stesso Breton interverrà per annetterlo
nell'ambito del surrealismo. Buñuel mette a fuoco alcuni
nuclei tematici che saranno degli assi portanti della sua produzione
successiva: l'amour fou, gli attacchi alla religione e all'ordine
sociale, l'onirismo, la presenza spesso incongrua di animali, il
gusto dell'assurdo. Lya Lis e Gaston Modot interpretano due amanti
travolti dall'amour fou in nome del quale si contrappongono alla
società borghese (gli invitati a un sontuoso ricevimento),
alla religione (i vescovi in preghiera tra le rocce che divenatno
scheletri qualche inquadratura dopo). Il film si chiude provocatoriamente
con una sequenza che fa riferimento alla "120 giornate di Sodoma"
del marchese de Sade. L'impegno politico lo spinse alla documentazione
dell'intollerabile sottosviluppo nelle montagne della Spagna centrale.
Nacque così Las Hurdes, cominciato
nel 1932 e finito nel 1936 denuncia delle misrie della Spagna profonda.
Nel 1951 riapparve in europa, a Cannes, con il melodramma I
figli della violenza, di cui la critica del tempo sopravvalutò
le implicazioni sociologiche rispetto alle ancora vitali reminiscenze
surrealiste. Il film gli permette di continuare la produzione. Sarcastico
e surreale è Nazarín (1958).
Nel 1961 gira nella Spagna franchista Viridiana,
gettando in faccia a Franco e alla ipocrisia cattolica tutto il
suo disprezzo di ateo, anticlericale e smascheratore di vergogne
sessuali. Sono film che lo consacrano tra i maggiori autori del
cinema europeo. L'angelo sterminatore (1962)
è uno sberleffo al perbenismo borghese tradotto in incubo.
Seguì una trilogia misogina: Diario di
una cameriera (1963), Bella di giorno
(1967) graffiante umorismo contro la psicologia femminile (ebbe
il Leone d'oro a Venezia), Tristana (1970)
derivato da Pérez Galdós, che trasforma in accusa
brutale la diffidenza per il femminile. Appendice stralunata alla
trilogia è Quell'oscuro oggetto del desiderio
(1977): riduzione de "La femme et le pantin" di P. Louys,
già oggetto d'attenzione di Sternberg (Capriccio spagnolo,
1935): Bunuel affida lo stesso personaggio a due attrici diversissime,
che si alternano e si fondono sullo schermo.
Al filone pił irriverente, ateo e antiborghese, surrealista appartengono:
La via lattea (1969) su un pellegrinaggio
a Santiago de Compostela, Il fascino discreto
della borghesia (1972), Il fantasma della
libertà (1974, con Adriana Asti e Julien Bertheau)
è un grottesco succedersi di episodi, slegati tra loro ma
uniti da una visione sarcastica della libertà.
Di Buñuel restano anche due straordinari libri, una raccolta
di scritti letterari dal titolo Opera letteraria
(Obra literaria, 1981), e l'autobiografia dal titolo Il
mio ultimo sospiro (Mon dernier soupir, 1982).
Luis Buñuel : filmografia completa
aiuto-regie:
Mauprat (1926) regia di Jean Epstein
La sirène des Tropiques (1927) regia di Henri Etievant e
Marius Nalpas
La chute de la maison Usher (1928) regia di Jean Epstein
regie:
Un chien andalou (1929), con S. Dalì
L'age d'or (1930), con S. Dalì
Las Hurdes o Tierra sin pán (1932)
Españ a leal en armas o Espagne 1937 (1937)
Gran Casino (1946)
El gran calavera (1949)
Los olvidados (1950) [I figli della violenza]
Susana (1950) [Adolescenza torbida]
Subida al cielo (1951)
La hija del engaño (1951)
Una mujer sin amor (1951)
El bruto (1952)
Las aventuras de Robinson Crusoe, o Adventures of Robinson Cru-
soe (1952)
El (1952)
Abismos de pasión (1953)
La ilusión viaja en tranví a (1953)
El rio y la muerte (1954)
Ensayo de un crimen (1955) [Estasi di un delitto]
Cela s'appelle l'aurore (1955) [Gli amanti di domani]
La mort en ce jardin, o La muerte en este jardí n (1956)
[La sel- va dei dannati]
Nazarí n (1957)
La fièvre monte a El Pao, o Los ambiciosos (1959) [L'isola
che scotta]
La joven, The Young One (1960) [Violenza per una vergine]
Viridiana (1961)
El ángel exterminador (1962)
Le journal d'une femme de chambre (1963)
Simón del desierto (1965)
Belle de jour (1966)
La voie lacté e (1969)
Tristana (1970)
Le charme discret de la bourgeoisie (1972)
Le fantô me del la liberté (1974)
Cet obscur objet du dé sir (1977)
scritti:
Obra literaria (1981)
Mon dernier soupir (1982)
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