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Akira Kurosawa


Akira Kurosawa

Quelli di Kurosawa sono film-mythos, film che affrontano eventi o vicende della storia passata giapponese per parlare degli uomini, del loro essere nel mondo. Nato a Tokyo nel 1910, segue studi letterari e musicali. Era settimo figlio di un ufficiale di nobili origini. Subì il trauma del suicidio di un fratello che lo aveva fatto avvicinare al cinema. Dirige il suo primo film a 33 anni.

In Cane randagio (1949, con Toshiro Mifune e Takashi Shimura) è la storia di un poliziotto inesperto che ricerca l'uomo che gli ha rubato la pistola e l'ha usata per compiere alcuni delitti.
Ottiene la fama internazionale grazie a Rashomon che partecipa alla mostra di Venezia del 1951 e riceve il Leone d'oro (e subito dopo l'oscar hollywoodiano come miglior film straniero). Film sulla doppiezza dell'uomo e sulla inconoscibilità della verità, pirandelliano. Molti dei temi trattati nei suoi film hanno ascendenze europee e anche per questo, oltre che per uno stile indissolubilmente giapponesi, hanno successo internazionale. Così L'idiota (1951) che si ispira a Dostoevskij.

Vivere (1952, con Takashi Shimura e Nabou Kanako) storia di un mediocre impiegato che scopre che gli resta poco da vivere: disperato, decide di licenziarsi. Ispirato al Macbeth di Shakespeare è Il trono di sangue (1957). Ispirato ancora a Shakespeare (Re Lear) sarà Ran (1985), storia del regno diviso dal vecchio monarca tra tre figli.
Ne La fortezza nascosta (1959) è la storia di un generale cinese che decide di rifugiarsi in una nazione amica portando con sé gli 800 chili d'oro del suo principe. La sfida del samurai (1961) è imperniato su un samurai (Toshiro Mifune, uno degli attori prediletti di Kurosawa) che giunge in un paese dilaniato da lotte intestine, prima neutrale poi costretto a intervenire.
Grazie alla fama internazionale, avvia progetti che lo portano a collaborare con altre cinematografie. Una co-produzione nippo-sovietica è Dersu Uzala (1975). Una produzione statunitense è quella per Kagemusha (1980) film storico imperniato sul doppio e poi Sogni (1990), formato da otto episodi. Del 1991 è Rapsodia d'agosto, storia di una riconciliazione familiare tra USA e Giappone nel ricordo della bomba di Nagasaki.

Scrive *Fernaldo Di Giammatteo:

"Kurosawa è un compendio vivo di culture diverse, di 'sogni' disperati ma convergenti, di dolori e allucinazioni che colpiscono tutti gli uomini, ovunque (la guerra in primo luogo, e il Giappone ha subito la 'bomba' e nella 'bomba' Kurosawa racchiude tutto l'orrore della guerra) [...]. I film maggiori sono splendidi nella veste figurativa, nella tensione interna, nella esattezza dei ritmi (ora lenti ora concitati come gli urli dei samurai), nella banalità di certi effetti, nella ridondanza". [1]

Note
[1] Dizionario del cinema : cento grandi registi / Fernaldo Di Giammatteo. - Roma : Newton Compton, 1995. - a pag. 51.

Contesto

Cinema giapponese dopo il 1945


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