Frank Borzage

Frank Borzage

Frank Borzage vinse con 7th Heaven (1927) la prima edizione dell'oscar, e si classificò primo in un sondaggio che designava il miglior regista battendo John Ford e Stroheim. Alla fine degli anni '20 era considerato un grande. Per noi è un tassello nella storia del melò tra Griffith e il melodramma nordamericano degli anni '40, i suoi film ci fanno capire come si sia passato dal mondo vittoriano di Griffith, con le sue ingenue fanciulle facili preda di maschi corrotti della città moderna, alla famiglia claustrofobica di un Sirk ecc. Borzage mette in scena fanciulle caste d'animo che rivelano forza d'animo e varianti di ogni virtù cardinale, e eroi la cui sottolineata forza fisica è compromessa da mutilazioni, ferite, malattie. Tema comune di tre films come "Lucky Star", "Humoresque" e "7th Heaven" è quello della guerra, la prima guerra mondiale, evento tragico capace di spezzare esistenze e amori. Un bravo ragazzo ridotto su una sedie a rotelle (Lucky Star), un pianista prodigio ritornato dal fronte senza più alcun interesse per la vita (Humoreque), un generoso giovane Parisno reso cieco da una granata tedesca (7th Heaven). Ripetizione di un'ossessione che la vicinanza dell'evento imponeva al pubblico di allora, ripresa ogni volta con superbe visioni spettacolari (nel terzo film c'è anche un modernissimo e ripetuto dolly).

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Nato a Salt Lake City [Utah], la capitale mormone, nel 1893 da padre trentino (di cognome Borzaga) e da madre svizzera-tedesca, lascia giovanissimo la famiglia, fa l'attore nelle compagnie che girano dal 1906, il minatore, approda alla compagnia di Thomas Ince dove recita come attore in una trentina di films, prevalentemente western. Interpreta anche alcune comiche. Passa poi alla regia nel 1920 nei western della Flying A e della Mustag. In "Nugget Jim's Pardner" di cui è interprete e regista, è nelle vesti del figlio scapestrato che, scacciato di casa, si rifugia nella capanna di un minatore. In questo personaggio sono i caratteri dell'eroe borzageiano, vitalista e scanzonato ma dotato di sani principi. Una variante è in "Until they get me", western in cui una giubba rossa deve dare la caccia suo malgrado a un uomo diventato assassino per tragica fatalità. Sul suo percorso incontra una ragazzina scappata dalla casa in cui presta servizio e si innamora di lei. Qui, come in molti altri films, l'eroe salva la ragazzina ed è poi travolto dalla sua sensualità. In "Lazibones" il padre adottivo si innamora della bambina che ha cresciuto.

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Diversi i films che hanno per protagonisti delle donne: il percorso della redenzione, il tentativo di elevarsi dal marciapiede (come in "The lady") porta al sacrificio di stampo sentimentale-romanticistico. Donne che amano perdutamente il loro uomo e sacrificano per lui tutto tranne l'"onore", a costo di immolare anche i figli, a meno che essi non rappresentino la sostituzione integrale di questo rapporto. E' un amore che non è (quasi) mai sensualità, neppure quando il gioco della seduzione è centrale nell'intreccio. Quasi mai: perché ad esempio in "The river" (1929) c'è una Mary Duncan che indossa languidi pigiami di satèn o scollate camice di seta durante le tempeste di neve in una capanna sperduta tra i boschi, e cerca di sedurre un Charles Farrell che emerge nudo dalle acque di un fiume.

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Forte tensione tra erotismo e amore (sublimato e purificato) è al centro dei due films più famosi di Borzage, "7th Heaven" e "Street Angel" (1928), che hanno per protagonisti la celebre coppia da lui resa famosa, Charles Farrell e Janet Gaynor. In entrambi i films, i due sono divisi dal destino nel momento in cui hanno deciso di sposarsi, e si ritrovano nel finale dopo che ogni ragionevole speranza è scomparsa.

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Filmografia: Frank Borzage

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