Sestus 
              Propertius 
            
             
             
               
                   Sestus Propertius 
                Sestus Propertius era nato nel c.50- (forse ad Assisi?). Perse 
                il padre bambino, insieme alla madre si stabilì a Roma. 
                Si dedicò unicamente agli studi letterari e alla poesia. 
                Innamoratosi di una certa Hostia, la cantò nei suoi versi 
                con il nome di Cynthia. Dopo la pubblicazione del primo libro 
                di versi (28-), fu accolto nel circolo di Maecenas. Fu amico di 
                Virgilius e di Ovidius: a quest'ultimo leggeva volentieri i suoi 
                componimenti. Morì a Roma, dopo il 15-. 
                 
                Scrisse quattro libri di  Elegie nel metro tradizionale 
                del distico (esametro più pentametro), nel 30\15-, e li 
                pubblicò separatamente: nel 28- il libro I, nel 22- il 
                libro II e III, nel 16\15- il libro IV. Nei primi tre la confessione 
                alterna in modo soggettivo l'esaltazione della passione per Cynthia 
                all'ironia; nel libro IV, che raccoglie le elegie "romane", rievocò 
                nei modi narrativi dell'elegia ellenistica episodi della storia 
                di Roma al limite della favola (l'origine della città, 
                il tradimento di Tarpea). 
                 
                Il genere dell'elegia, che nella produzione ellenistica (con Kallimakos, 
                Filita), era soprattutto narrazione di leggende d'amore. A Roma 
                era divenuto, con Cornelius Gallus, confessione di una passione 
                personale. A tale genere si ricollega Propertius. Pur dipendendo 
                da modelli ellenistici, anche lui deriva la materia del suo canto 
                dalla propria esperienza di vita. Non si tratta di una vicenda 
                articolata in episodi precisi, a parte qualche grido di esultanza 
                o di disperazione improvvisa. C'è sempre una voluta astrazione 
                dal dato particolare. (E' anche il motivo per cui è riuscito 
                a sopravvivere ai secoli). La genericità delle singoli 
                situazioni implica stilisticamente un tono discorsivo. Le situazioni 
                sono trasfigurate attraverso continui riferimenti al mito: lo 
                stesso pseudonimo della donna, Cynthia, ricorda Apollo e Diana. 
                L'amore diventa un modo di essere, una scelta, una professione 
                a cui si proclama fedele, condizione stessa del suo poetare. Con 
                il fine della passione per Cynthia Propertius evoca nelle elegie 
                "romane" alcune leggende patrie. La nuova tematica, che si inquadra 
                nella restaurazione etica e religiosa avviata dal regime augustusiano, 
                sembra quasi in contrasto con la precedente poesia erotica: ma 
                lo stesso amore per Cynthia era trasferito continuamente sul piano 
                delle favole antiche. Il risalire alle origini di Roma è 
                l'espressione di una attitudine congeniale a Propertius, quello 
                che nelle elegie amorose era sfondo e decorazione, qui si pone 
                in primo piano. La suggestione di Virgilius, che lavorava in quegli 
                anni all'"Eneide", è chiara: ma Propertius riesce a trovare 
                una sua strada, con modi e cadenze originali. 
              Contesto
              
                [1996]
              
             
            
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