Lucretius
Carus: La natura delle cose
Lucretius Carus: La natura delle cose
Il poema si apre con l'invocazione a Venere come simbolo della
"voluptas", del piacere, cioè della stessa energia generatrice
che è la natura.
Il libro I esalta la vittoria di Epikouros sulla superstizione
religiosa, afferma la necessità di una dottrina vera e
razionale della natura, ne espone i principi fondamentali: nulla
nasce dal nulla e nulla ha origine da un principio divino; nulla
si distrugge; tutto è formato da materia e da vuoto, che
consente il movimento agli atomi, dalla cui disgregazione si formano
tutti i corpi. Confutate le dottrine del materialismo presocratico,
di Anassagora, Eraklytos, Empedo, si dimostrano infiniti gli atomi
e infinito il vuoto.
Il libro II inizia con l'elogio della filosofia epicurea che sola
procura la tranquillità degli animi distruggendo le paure
vane. Le due leggi che regolano gli atomi sono gravità
e spontanea deviazione, da cui dipende la loro aggregazione. I
mondi sono infiniti mondi e tutti, compreso il nostro, destinati
a morte inevitabile.
Nel libro III l'elogio di Epikouros il cui insegnamento aiuta
a superare la paura dell'aldilà attraverso lo studio dell'anima.
Nell'uomo ci sono l'"anima", forza vitale sparsa in tutto il corpo,
e l'"animus", parte razionale sede nel petto. Esse sono di natura
corporea, fatte di atomi sottili, anch'essi destinati a dissolversi
con la morte. Favole sono i tormenti degli Inferi, reali invece
quelli causati dalla stupidità degli uomini.
Nel libro IV si riafferma l'originalità della propria arte,
e si passa alla teoria della conoscenza. Essa è dovuta
ai "simulacra", sottili membrane di atomi che si staccano dai
corpi e consentono le sensazioni. Segue l'esame della vista, e
si spiegano le illusioni; dell'udito, gusto, olfatto. Anche le
immagini pensate provengono dai "simulacra" che si agitano nell'aria:
pensare significa concentrarsi su alcuni di essi. Sulla base del
principio per cui la funzione crea l'organo, sono esaminati la
fame, la sete, il movimento, il sonno, il sogno, l'amore. Esso,
a parte gli impulsi fisiologici, è passione tremenda perché
irrazionale. Seguono problemi connessi a ereditarietà,
sterilità e fecondità.
Nel libro V nuova esaltazione di Epikouros, poi l'esposizione
della teoria cosmologica che comprende nascita e formazione del
cosmo, moti degli astri e loro cause, posizione della terra, immobile
nel vuoto, i problemi relativi al sole e alla luna (orbite, giorno,
notte, eclisse, stagioni), origine della terra e sue vicende prima
della comparsa dell'uomo. Si passa poi alla storia della civiltà
umana, interpretata come progressivo allontanamento dalla felicità
delle origini.
Nel libro VI ultimo elogio a Epikouros cui Atene ha dato i natali,
cosa più importante dell'avere dato le prime messi e le
prime leggi. Sono analizzati alcuni fenomeni atmosferici e tellurici,
cataclismi e pestilenze, sempre mostrando l'azione di cause naturali
e non divine. La trattazione di malattie e epidemie si conclude
con la descrizione della peste di Atene del 430-.
Contesto
[1996]
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