Introduzione
al XX secolo
Introduzione al XX secolo
"Non vi fidate ma interamente di nessun consiglio,
di nessuna autorità, di nessuna storia estetica, di
nessuna antologia e nemmeno di nessuna storia letteraria,
compresa la mia" (Giuseppe Prezzolini, Storia tascabile
della letteratura italiana)
Per comodità di esposizione cronologica parliamo di
"novecento", per una serie di fenomeni culturali e sociali che
prendono le mosse direttamente dagli ultimi due decenni almeno
del secolo precedente, e che nel corso del secolo ricevono improvvise
caratterizzazioni, in dipendenza soprattutto delle specificitàstoriche.
A grandi linee abbiamo "diviso" l'esposizione in varie fasi. Una
fase iniziale in cui da una parte si continuano e approfondiscono
i risultati delle ricerche culturali formali e letterarie del
secolo precedente (soprattutto le istanze positiviste, irrazionaliste
ecc.), dall'altra si avviano moti e velleitàproprie all'insorgenza
del "nuovo secolo" (così il modernismo e l'avanguardismo
ecc.). Nel 1917-1989 si situa tutta la vicenda determinata dagli
effetti della rivoluzione sociale in Russia e con la creazione
dell'impero URSS, anche qui con varie fasi: una prima "rivoluzionaria",
una seconda di offensiva politica e culturale da parte degli stati
borghesi occidentali. Con l'esperienza dei regimi totalitari che
innescano la fase di guerra europea in questo secolo. Con il periodo
dei regimi dittatoriali contrapposti ai regimi oligarchici, e
quello dei regimi monopartitisti contrapposti ai regimi "parlamentari"
ecc. E' una storia che sappiamo demarcata da alcuni grossi "giri
di boa" culturali e psicologici rilevanti. Con il 1945 lo spostamento
fuori dell'Europa dei centri di potere -politici economici e anche
in parte culturali-, il mutamento determinato dall'esistenza della
bomba atomica ecc. E l'impasse culturale dato da una situazione
in parte simile a quella avutasi in Europa all'indomani della
rivoluzione francese e con Napoleone: lo scontro tra due grossi
blocchi statali, che dividono il continente e le menti degli europei.
In campo più strettamente culturale, i generi ricevono
uno scossone con lo sviluppo di alcuni mezzi di comunicazione
che rivestono una importanza decisiva in questo secolo anche solo
dal punto di vista esteriore. La radio nel periodo tra le due
guerre; la televisione a partire soprattutto dagli anni '50. E,
naturalmente il cinema. Mentre la possibilitàdi registrare
su disco il suono permette al canto una diffusione e una incidenza
maggiore oltre che agli storici una maggiore possibilitàdi
disporre di documenti di questo tipo, cosa prima non sempre possibile:
mentre prima si riusciva a disporre al massimo di trascrizioni
musicali e testi scritti, ora con il disco èpossibile conservare
un "sovratesto" dato dalle qualitàe peculiaritàdell'interpretazione
degli esecutori. In questo modo, accanto all'importanza degli
"autori", si comincia a comprendere e a studiare l'importanza
degli "esecutori" e trasmissori di un testo.
L'importanza nella nostra societàdel mezzo televisivo ha
prodotto alcune conseguenze anche nel campo del sistema dei generi.
Soprattutto, grazie prima al cinema e poi alla televisione, grandi
masse di popolazione hanno potuto avere finalmente accesso al
godimento di prodotti artistici prima preclusi. Il libro mantiene
un predominio per quanto riguarda i contenuti di informazione,
ma il mezzo visivo - cinematografico e soprattutto televisivo-
introduce grossi mutamenti anche all'interno della scrittura -
ad esempio il "taglio" dei romanzi sempre più "cinematografico"
ecc. Un mutamento indicato anche da un altro indizio e che appartiene
al campo dei "valori": mentre fino a pochi anni fa parlare di
cinema in un saggio letterario sarebbe parso blasfemo, ora un
discorso cinematografico èimprescindibile. E così
un capitolo sul fenomeno canto.
Il XX secolo èanche caratterizzato, dal punto di vista
letterario, dalla perdita delle centralitàculturale europea,
anche all'interno della stessa coscienza letteraria negli stati
nazionali Europei. L'emergere di centri culturali fiorenti al
di fuori del continente (soprattutto New York e Los Angeles) si
accompagna a una maggiore diffusione delle produzioni letterarie
provenienti dal resto del mondo. Non siamo ancora all'interno
di una "letteratura mondiale", giacché la circolazione
letteraria resta in gran parte confinata all'interno dei paesi
del nord del mondo, con l'esclusione in larga parte del continente
africano e l'isolamento delle produzioni asiatiche. Ma si tratta
comunque di una maggiore attenzione rispetto ai secoli precedenti
in cui si attuava una totale ignoranza rispetto alla reale consistenza
dell'altro. Una circolazione letteraria che solo in parte èpossibile
grazie all'emergere, nei paesi extraeuropei, di letterature nazionali
ma usanti le lingue europee di colonizzazione (così soprattutto
la produzione sudamericana in spagnolo e portoghese, quella africana
in francese e inglese, quella australiana in inglese ecc.). L'uso
delle lingue europee permette una maggiore penetrazione, ma non
sarebbe possibile una tale produzione senza l'emergere di una
individualitàanche economica e culturale in tali aree.
Naturalmente ogni area veicola nella propria letteratura propri
problemi, anche contingenti. Rispetto a esse le produzioni europee
si pongono sempre più su un piano non subordinante, specie
quando le tematiche proposte dalle produzioni di area non europea
coinvolgono direttamente i paesi europei (il "successo" di opere
prodotte in quelle aree, nei paesi europei e nordamericani scaturisce
da contingenze anche politiche ed economiche: così il successo
di certe opere della produzione latino-americana negli anni '60
e '70; quello delle produzioni maghrebine ecc.).
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