Ironicamente fedele alla realtà
di rocco rossitto, pubblicato sul n. 88/2002 di Girodivite
Titolo: Alta fedeltà
Autore: Nick Hornby
Casa editrice: Uganda (per l'edizione italiana)
titolo originale: High Fidelity
anno: 1995
Nick Hornby è straordinariamente impregnato della
realtà che lo circonda ed è un fedelissimo
narratore del suo tempo che fortunatamente per noi, suoi
contemporanei, è anche il nostro.
Leggendo i suoi libri (io sono arrivato a quota due) si
ritrovano atteggiamenti, nevrosi e stereotipi della nostra
società. Capita di leggere passi in cui ci si può
rispecchiare benissimo.
In Alta fedeltà attraverso la storia di un trentenne,
Rob, proprietario di un piccolo e ricercato negozio di dischi,
racconta una generazione di trentenni (nel cuore degli anni
novanta) che non vogliono o non sanno scegliere il loro
futuro, che non vogliono avere a che fare con le responsabilità
della vita, che sono coscienti della loro non stabilità
sociale.
La scorrevolezza ha parte fondamentale nella riuscita del
libro che è stato considerato un libro cult dalla
critica anglosassone e non solo.
Alta fedeltà come gli altri libri di Hornby (mi affretterò
a leggere, il terzo "febbre a 90") sono dei libri
piacevoli che vanno letti per la loro impressionante capacità
di raccontarci ciò che stiamo vivendo e ciò
che siamo, senza però aver nessuna pretesa di farlo.
"Il pensiero che la dose di
di vita che ho
sul piatto non basterà a saziarmi mi atterrisce.
Pensavo che dovessimo disfarci di ogni cosa superflua e
tirare avanti col resto, ma non è così a quanto
pare".
"Marie entra in un negozio.
"Salve ragazzi." Dick e Berry scompaiono,in un
modo vistoso e imbarazzante.
"Ciao ciao, ragazzi", gli dice mentre se ne vanno
e scrolla le spalle.
Mi scruta. "Mi stai forse evitando, ragazzo?"
domanda, facendo scherzosamente l'arrabbiata.
"No".
"Esattamente una settimana dopo che Laura se n'è
andata, ricevo una telefonata: una donna di Wood Green ha
certi 45giri che potrebbero interessarmi".
se potete ora leggete.
dovete.
Contesto
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