Camilleri: "Teniamoci in contatto"
di andrea camilleri, da: centomovimenti.it, pubblicato
sul n. 95/2002 di Girodivite.
Quando i giornalisti stranieri mi chiedono perché
odio Berlusconi, io mi
trovo in imbarazzo. Non so spiegargli perché mi ritrovo,
da vecchio, a fare
girotondi invece che passeggiate. Io a loro non posso dirgli
che sono
comunista fin da bambino, e che l'idea di democrazia me
la sono costruita
con fatica, e questa non è una democrazia. Mi chiedono:
teme un governo
fascista? No. E allora che teme? Il problema è che
no lo sappiamo: che cosa
sono questi, questo è il problema. E non lo sappiamo
perché dentro c'è un
po' di tutto. Ma la verità è che non ne posso
più di svegliarmi la mattina e
di sentire di un governo che ci offende, noi comunisti;
ci offende come
cittadini. Di qua, tutti male. Di là, il popolo dell'amore.
Ma dopo averci
offesi, ci minaccia. E, peggio ancora, ci ricatta. E sfrutta
in modo
ignobile una manifestazione come quella del Palavobis. I
servizi segreti si
sono mobilitati per le manifestazioni dei sindacati; Scajola
di fronte a 300
bambini immigrati parla di emergenza... C'è qualcosa
che non va. E quando
questa gente parla di emergenza, datemi retta, c'è
da stare attenti... Le
avvisaglie del regime ci sono tutte. E per questo è
stato importantissimo,
per tutti noi, sapere che ci siamo. Ma - ancora più
importante - una cosa
semplicissima: teniamoci in contatto.
Contesto
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