"Paese
d'ombre" di Giuseppe Dessì
"Paese d'ombre" di Giuseppe Dessì
Protagonista di "Paese d'ombre" (1972),
romanzo di Giuseppe Dessì è Angelo Urias di cui
si ripercorre la vita, dall'infanzia alla vecchiaia. Diviso in
5 "parti". Ambientato a Norbio (che è poi Vilalcidro, la
città natale dell'autore), paesino posto sulle pendici
del monte Limas, vicino Cagliari (Sardegna). Storia sociale e
politica, e vicende personali e della fiction si intrecciano.
Angelo Urias vive con la madre Sofia Curreli.
E' benvoluto dal possidente conte don Francesco Fulgheri, burbero
e anticonformista. Come avvocato, aveva difeso Pantaleo Mummìa,
pastore reo di aver reagito alla legge delle chidende (1821) che
aveva cancellato l'antico diritto delle terre comuni per il pascolo
e il bosco, permettendo ai pochi di impadronirsi della terra fino
ad allora libera per l'uso della pastorizia. Mummìa fu
impiccato sulla piazza principale del pase 40 anni dopo i fatti,
dal governo dell'Italia unita. Don Francesco muore ucciso per
una vendetta, e lascia ad Angelo tutta la sua fortuna. Sofia rifiuta
parte dell'eredità, evitando così di inimicarsi
la ricca famiglia di don Fabrizio, e permettendo ad Angelo di
crescere e studiare da "libero". Le vicende personali - la morte
per parto della giovanissima moglie Valentina, la morte di Sofia,
il secondo matrimonia con donna Margherita, la sua elezione a
sindaco del paese - si intrecciano con la vita del paese. Diventato
adulto, Angelo riesce a fare del bene alla comunità: arricchisce
il Comune con opere pubbliche invise ai "prinzipales", riesce
a difendere e aumentare il bosco che protegge il paesino dalle
devastazioni geologiche e dallo sfruttamento dei continentali.
Angelo diventa tuttavia un possidente, incapace di capire fino
in fondo la realtà drammatica: quando l'esercito spara
sui minatori che attendono in sciopero la conclusione di un accordo
con il padronato, aiuta il capo del sindacato a fuggire ma non
riesce a trarne le conseguenze estreme che invece quello ne deriva,
la scelta di una rivolta. Angelo tuttavia riesce a coronare il
sogno della sua vita: ridare al Comune i terreni e le foreste
toltegli dall'infame legge delle chiudende. Vecchio, è
colto da un colpo apoplettico nel corso del carnevale, quando
gli si rivela che l' "ombra" della follia e dell'odio non è
mai stata debellata dalla ragione e dal progresso dalla moderazione
della ragione, ma è ancora presente e alla fine si mostra
decisivo.
Il romanzo offre una galleria di personaggi
di grande rilievo. E riesce a coniugare alcuni temi importanti,
come quello della rviolta sociale e dello sfruttamento tra ricchi
e poveri, e il tema ecologico: temi fondamentali per comprendere
la realtà sociale non solo della Sardegna, ma dell'Italia
nel periodo post-1945.
© Antenati - 1994-1998
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