Tardaria, di Renato Pennisi
I cardini immessi nella roccia,
la stessa larga giornata che avevo
il sudore nelle mani e sugli occhi,
la stessa che incontrai
un cavallo venire nel viottolo
e due sporte, e un carro
di fieno legato al nespolo,
e mentre il cane abbaiava per un cenno
una mia distratta carezza,
l'abbaglio rivelò
che appare sconveniente servirsi delle meste parole,
che mai più il mio vicino poeta
avrebbe lasciato fogli con quelle
annotate a margine.
Poi il cane s'accucciò all'ombra
e mezzogiorno arieggiò.
Renato
Pennisi
|
|