Storia della letteratura europea - Torna in homepageGiappone


Giappone

Dagli anni Trenta fino al 1945 il quadro culturale è dominato dalla propaganda nazionalista e dagli eventi bellici. Fra il 1930 e il 1945 l'atteggiamento politico dominante e poi la guerra non permisero di avere grande influenza a un movimento d'avanguardia che prese il nome di Shinkankakuha. I suoi membri rivendicarono la propria indipendenza tra gli scrittori del Sengoha o "gruppo del dopoguerra", la cui produzione, delusa e violenta, fa ampiamente posto ai racconti sugli orrori della guerra e le ingiustizie sociali.

La letteratura si volge verso due tendenze principali: la prima è ancorata, con sfumature diverse, alla tradizione: Yasunari Kawabata (1899\1972) che ebbe nel 1968 il nobel per la letteratura, Jun'ichiro Tanizaki (1886\1965), Yukio Mishima (1925\1970) che morì suicida. E ancora: Hiroshi Noma (n. 1915), Taijun Takeda (1912-1976), Naoya Shiga (1883-1971).

La seconda tendenza si ricollega, attraverso la letteratura proletaria, alla tradizione popolare del "periodo Meiji" (1868-1912). Essi sono raccolti nel gruppo Shin Nippon Bungaku Kai (Nuova associazione letteraria giapponese), che pubblica la rivista Shin Nippon Bungaku (La letteratura del nuovo Giappone): ne sono emersi oltre a Hizabayashi Taiko e Hayama Yoshiki, Shiina Rinzo (1911-1973), che esprime un'inquieta problematica esistenziale, Hiroshi Noma (n. 1915), autore di un romanzo altamente antimilitarista, La zona del vuoto (Shinku chitai) ambientato in una caserma giapponese, e Hauro Umezaki (1915-1965), di cui hanno avuto buon successo racconti di guerra come Fuoco (Hi, 1965). Memoria critica della guerra si trova anche nei romanzi del popolare Shohei Ooka (n. 1909), Fuochi sulla pianura (Nobi) e Memorie di guerra di Leyte. Oltre a Ooka, Yasushi Inoue (1907\), e Fumiko Hayashi (1904\1951) affrontano i temi inquietanti dello sviluppo sociale, della ripresa postbellica, dell'ambiguo "miracolo economico".

Quasi esclusivamente dediti alla saggistica sono, oltre a Sei Ito (n. 1905), Ken Hirano, Mitsmo Nakamura, Jun Eto.

Anche la poesia ha avuto, a partire dal secondo dopoguerra, una notevole fioritura, come attestano le numerose riviste, di ispirazione per lo più occidentalizzante, sorte a esprimere tendenze e problemi nuovi: da Shin Nippn Shijin(Nuovi poeti giapponesi), organo della scuola proletaria, a Nippon-mirai-ha (La scuola futurista giapponese), a Jikan (Il tempo), di orientamento neorealista, a Shigaku (Arte poetica), portavoce della cultura ufficiale. La tanka e lo haiku, forme tipiche della poesia giapponese, hanno mantenuto ancora numerosi cultori mentre più sottile se ne va facendo, da parte della critica, la valutazione storica e strutturale.
La generazione successiva si assunse il compito di "spianare la terra sconvolta" e costituì il "secondo gruppo degli uomini nuovi", al quale si contrapposero i rappresentanti del "terzo gruppo degli uomini nuovi" (Daisan no Shinnin), di cui fu animatore Shotaro Yasuoka, che alla raffinatezza della tecnica letteraria associano un'acuta sensibilità per i problemi della realtà attuale: sono da ricordare Kobo Abe (1924\1993), Shintaro Ishihara (n. 1932) e Kenzaburo Oe (n. 1935), lucido interprete della crisi giovanile del periodo postbellico. E' in essi un tentativo di conciliare forme tradizionali giapponesi con le nuove proposte dell'avanguardia occidentale.

Nel panorama della più recente produzione giapponese si vedono affiorare motivi di inquietudine che si uniscono a temi e filoni più tradizionali. Talvolta la crisi si proietta su una tematica apocalittica: si veda ad esempio il successo di Il Giappone affonda (1973) di Sakyo Komatsu; e ancora Corrente nera (1975) di Agawa Hiroyuki, L'isola della morte (1972) di Sata Ineko che invece si rivolgono al recente passato, essendo ambientate negli anni della guerra. In altri casi la ricerca prende una direzione interiore, sulle orme di Yasunari Kawabata, come nelle opere di Kaiko Takeshi, Kenzaburo Oe, e nella tematica cattolica di Shusaku Endo, il cui Silenzio è stato tradotto in italiano (1973), come pure Vita di Gesù.
Gli ultimi anni vedono anche introdursi in modo sempre più insistente il tema del sesso; ciò si può collegare all'invasione dell'industria della pornografia, specie nel settore del cinema. Particolare rilievo merita l'opera di Murakatami Ryu Quasi di un blu trasparente (1976). La forma del racconto rimane senz'altro la più coltivata, e in questo campo possiamo citare Akiyuki Nozaka, già autore de I pornografi, Yumiko Kurahashi, e Mitsuharu Inoue, che sviluppano tecniche narrative d'avanguardia. Negli anni Ottanta si è sviluppata una letteratura preoccupata della propria funzione nella società, in un tentativo di giudicare e superare la fase introspettiva della generazione degli anni Settanta. L'amara constatazione di esiti fallimentari delle due tendenze ha spostato l'attenzione su nuovi tipi di sperimentazione, piuttosto che su intenti di carattere più strettamente contenutistico e valutativo. La letteratura è venuta quindi esprimendosi in fantasie favoleggianti o utopistiche (anche in opere di ambientazione storica), o in crude e vive descrizioni dell'attuale realtà giovanile. Rappresentative della prima tendenza sono opere come: Quando soffiava il vento forte (1980) di Jun Ishikawa; La commedia divina (1980) di Kyojin Onishi, ambientata durante la seconda guerra mondiale a Tsushima; La gente di Kiriki (1981) di Hisashi Inoue; Hongo (1982) di Junji Kinoshita e Ogikubo Fudoki (1982) di Masuji Ibuse, entrambe opere biografiche. Alla seconda tendenza appartengono le opere di scrittori più giovani come: Coin Locker Babies (1980) di Ryu Murakami; Complesso ebraico sperimentale (1980) di So Aono; L' epoca dei peli di gatto (1982) di Satoshi Aono. È evidente il salto generazionale tra gli scrittori più anziani e quelli cresciuti dopo la seconda guerra mondiale, i primi più lenti e restii ad accettare i cambiamenti della società contemporanea, i secondi più pronti nel reagire alle innovazioni e meno legati a vecchi schemi. Anche nel campo della sperimentazione di nuove formule il mondo giovanile presenta proposte più avveniristiche, influenzato, più che dalla parola stampata, dalla cultura di immagini grafiche imposta dall'industria dei mass-media. Per quel che riguarda il romanzo più recente, alla fine degli anni Ottanta si sviluppa una produzione particolarmente ricca cui la critica ha concordemente attribuito un elevato grado qualitativo. Sono da ricordare i romanzi storici: Confucio ultima opera del fecondo Inoue Yasushi (1907- 1991) e Tradimento di Endo Shusaku e i romanzi di genere diverso: Il notes del canguro, di A. Kobo, Canto di gloria di N. Kenji, Vita tranquilla di Oe Kenzaburo e Il nome del paese di T. Noboru, tutti editi nel 1990.

La letteratura femminile ha presentato forme e tematiche peculiari. La critica dello stile di vita tradizionale ha accomunato autrici come E. Fumiko (1905- 1986) e A: Sawako (1931-1984); di grande rilievo pure l'opera di un'altra scrittrice, anch'essa recentemente scomparsa, Nogami Yaeko (1885-1985). Tra le opere più significative: La persona arrabbiata di T. Takako (1985), Il robot della notte (1987) di M. Mizuko e Dentro la pentola di M. Kyoko (1987).

La poesia rispecchia la situazione letteraria in genere e sembra vivere un momento di riflessione e di paziente meditazione, con alternanza di pause e di significative produzioni. Alla fine del Novecento, invece, la poesia ha cominciato a rifuggire da rigide costruzioni poetiche e nella pur difficile ricerca di un connubio tra tradizione e innovazione ha mostrato spesso gli esiti più fecondi. Particolare rilievo letterario e ampio consenso di pubblico ha avuto nel 1987 la pubblicazione di Il giorno del ricordo di Sarada, raccolta di poesie brevi composte da T. Machi.

Nella saggistica molte opere critiche si rivolgono all'interpretazione di temi tradizionali, con una rivalutazione dei periodi più recenti e del concetto di modernità. Eventi di peso sono stati la scomparsa di Hideo Kobayashi (1902-1983), caposcuola ideale della critica giapponese più recente, e la nascita di nuove riviste di critica della letteratura; negli anni Novanta saranno soprattutto opere politiche e sociali a rappresentare questo genere: Il Giappone che deve dire di no di I. Shintaro e M. Akio (1990).

Teatro

I generi letterari tradizionali sono rimasti presenti nel teatro accanto a forme di ispirazione moderna o ibride, come mostra l'opera di Junij Kinoshita (n. 1914), che fonde il kabuki con le strutture del teatro occidentale o del teatro d'avanguardia di Shuji Terayama (1934-1983). Quest'ultimo ha proseguito le tendenze del movimento Shingeki con le sperimentazioni nell'ambito della città che diventa palcoscenico vivente. Di chiaro interesse mondiale le proposte "sincretistiche" di giovani registi e attori e di gruppi impegnati in Giappone e all'estero, che fondono forme di spettacolo tradizionali giapponesi con espressioni della cultura postmoderna.

Contesto

Paesi extraeuropei (1939-1989)


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