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Persia-Iran


Nel 1905-1911 è in Iran un moto costituzionalista, che produce risultati più duraturi in letteratura che in politica. Centro del risveglio culturale è Teheran, nuova capitale dell'Iran. Già alla fine del XVIII secolo, con l'avvento della dinastia Qagiar, la Persia era entrata in epoca moderna; all'imitazione dei classici erano subentrati molto gradualmente una semplificazione dello stile e un aggiornamento dei temi (ad esempio la denuncia delle più vistose ingiustizie sociali), la prosa si era vivacizzata accogliendo descrizioni di viaggi, descrizioni di eventi storici, si introdussero il romanzo, il racconto, il dramma popolare.
Tra gli autori di maggior rilievo della prima metà del secolo: il novelliere realista Giamalzadeh, il poeta Bahar (1886\1951) assertore del purismo linguistico (eliminazione del lessico arabo dal persiano), la poetessa classicheggiante Parvin (c.1906\1941), il comunista ortodosso Lahuti (1887\1957), il prosatore Sadeq Hedayat (1903\1951), Nima Yushij (c.1900\1959) fautore di una poetica europeizzante, e Ali Muhammad Afghani romanziere di interessi sociali. Si tratta tutti di scrittori che innovano rispetto al passato e rivelano le contraddizioni suscitate dall'incontro / scontro con la cultura occidentale.
Con la proclamazione nel 1979 della repubblica islamica, il mondo culturale iraniano si apre a un'altra storia.
© Antenati - 1994-1997

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