 La
decolonizzazione francese
La decolonizzazione francese
A partire dalla metà degli anni
'50 la Francia ha dovuto confrontarsi con i problemi della decolonizzazione.
Tale problema è stato affrontato in maniera conflittuale,
e ciò ha significato anche un confronto armato con le popolazioni
locali che reclamavano l'indipendenza.
La trasformazione del colonialismo francese
in imperialismo è stata possibile, pur nella concessione
dell'indipendenza a popolazioni locali, nelle regioni francofile
africane; non così nelle regioni asiatiche (Vietnam) dove
sono intervenuti esiti diversi (l'intervento delle superpotenze
post-belliche USA e URSS). Ma anche nelle regioni africane tale
trasformazioni è stata altamente conflittuale. Se uno stato
come il Marocco ha potuto ottenere l'indipendenza nel 1956, l'Algeria
ha dovuto conquistarsi tale indipendenza nel 1962 dopo otto anni
di guerra. I diversi esiti e processi della decolonizzazione significano
diversi esiti "storici" delle regioni decolonizzate.
A livello generale, e letterario, occorre
notare, per le regioni africane francofile, una permanenza dell'uso
del francese anche in seguito alle guerre coloniali e non solo
come indice di una permanenza di queste regioni nell'orbita economica
francese.
Tipico il caso delle letterature maghrebine:
il francese è continuato a usare anche come strumento espressivo
letterario, accanto al recupero sempre maggiore dell'identità
arabo-islamica. Ma è anche chiaro che si tratta di un ricorso
di ripiego: l'uso del francese come "lingua franca", lingua con
cui è possibile "farsi sentire" (leggere, vedere) da parte
della comunità che non è solo quella di una potenza
dominante, ma è parte della più vasta comunità
culturale internazionale, in mancanza di una lingua unica internazionale.
© Antenati - 1994-1997
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