Cattiva Educazione
Il libro di Maria Gabriella Canfarelli, recensione di
Pina La Villa (pubblicato sul n. 101 di Girodivite)
"Poesia della visione illimpidita, divenuta trasparente"
dice Antonio di Mauro nella prefazione alla nuova raccolta
di poesie di Gabriella Canfarelli, Cattiva educazione.
In continuità con la precedente raccolta - Domicilio,
Nuovi quaderni, San Gimignano, 1999 - Gabriella Canfarelli
disegna-riflette un universo domestico che è cifra
esistenziale, punto di partenza e di arrivo di una parola
che seduce e riscatta. Ma qui il respiro del verso si fa
più disteso, più lungo, quasi a indugiare
sulla pagina bianca. Un'atmosfera rarefatta, elegante, per
dire anche verità scomode ma assimilate da tempo,
che non fanno più male. "Non è/ - certamente
- un/ lieto fine usare i tuoi vestiti/ - le tue braccia
- / per togliere la polvere/ ai miei libri."
I versi cadono sulla pagina leggeri, ma fermano, inchiodano
l'esistenza alle sue responsabilità. La nostra piccola
esistenza, di cui il poeta si fa testimone.
"portare la nostra parte di notte/ la nostra parte
di aurora/riempire il nostro spazio di felicità/
il nostro spazio di risentimento" dicono i versi di
Emily Dickinson che Gabriella Canfarelli sceglie a illustrare
la seconda parte della raccolta.
Così la vita è chiamata a dar conto di se
stessa, nei suoi piccoli gesti quotidiani, gravati di senso.
Contesto
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