Francis
Ponge
Francis Ponge
Francis Ponge nacque a Montpellier
nel 1899. Alla sua prima raccolta di versi e prose, Dodici piccoli
scritti (Douze petits écrits, 1926) seguirono Il partito
preso delle cose (Le parti pris des choses, 1942) e Cristalli
naturali (Dea cristaux naturels, 1950), opere poi riunite nel
volume La grande raccolta (Le grand recueil, 1961). Seguì
poi una Nuova raccolta (Nouveau recueil, 1967).
In "Dieci corsi sul metodo" (Dix-cours sur la
méthode, 1946) e soprattutto nel saggio su "Malherbe" (1965),
Ponge ha esposto i princìpi della propria poetica del «partito
preso delle cose» come pratica di rifondazione di un linguaggio
aderente alla realtà oggettuale. Ponge ha scelto l'ogetto.
L'uomo può solo osservare e descrivere con lucidità
la cosa in sé stessa, nella sue essenza fenomenologica,
senza deviazione liriche. Dalle sue osservazioni pazienti e attente,
costantemente volte a rilevare l'autonoma realtà degli
oggetti e i loro significati, scaturisce una specie di materialistica
fenomenologia della natura, razionalmente interpretata. Si legga
in questo senso Il sapone (Le savon, 1967). Imposta all'attenzione
del pubblico, nell'immediato dopoguerra, da J. Paulhan, Blanchot,
Sartre e Camus, la poesia di Ponge ha svolto un ruolo importante
nelle origini del "nouveau roman".
© Antenati - 1994-1997
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