Carlo 
              Levi 
            
             
             
               
                
                  Carlo Levi 
                
                Carlo Levi è nato a Torino nel 1902, 
                partecipò al gruppo gobettiano di ĞRivoluzione liberaleğ. 
                Durante il fascismo fu condannato al confino in Lucania nel 1935-1936. 
                E' stato un buon pittore lirico-realistico. E' morto a Roma nel 
                1975. 
                 
                 Carlo Levi è noto soprattutto per 
                 Cristo si è fermato a Eboli (1945), cronaca trasfigurata 
                in senso lirico e meditativo della sua esperienza di confino in 
                Lucania. Seguirono altri volumi di saggi e di cronache narrative: 
                Paura della libertà(1946), L'orologio (1950), Le parole 
                sono pietre (1950), Il futuro ha un cuore antico (1956), La doppia 
                notte dei tigli (1959), Tutto il miele è finito (1964). 
                E alcuni volumi di poesie tra cui Bosco d'Eva, da cui è 
                la lirica intitolata "Ero fatto per la povertà" che può 
                essere indicativa del suo atteggiamento, tra poverismo e populismo: 
                
                 ĞEro fatto per la povertà 
                  | per questo non l'ho mai cercata | né provocata, né 
                  voluta. | E ora mi avviene tuttavia di trovarla | dove non dovrebbe 
                  essere | nei luoghi stranieri | del dolore, della malattia, 
                  degli ostinati | tradimenti e suicidi quotidiani, | del perdersi, 
                  della morte | come chi frugando tra gli infiniti rifiuti | si 
                  imbatte in qualcosa che serve ancora | o chi, nelle macerie 
                  del terremoto, | scopre nella casa crollata | i quaderni dell'infanzia 
                  | o il ritratto della madreğ.  
                L'opera letteraria di Carlo Levi, segnata 
                dal fascino del primitivo, affianca alla critica della piccola 
                borghesia reazionaria la mitizzazione della civiltà contadina 
                in cui è individuata anche una componente simbolica che 
                determina la conoscenza degli archetipi antropologici del mondo 
                rurale. Stilisticamente raggiunge una singolare sintesi tra impianto 
                realistico e amplificazioni neo-barocche. 
               
               
                
                
              
              
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