Eugène
Ionesco
Eugène Ionesco
Nato a Bucarest nel 1912 da padre romeno
e madre francese, visse fino al 1940 a Bucarest. Si è addottorato
in francese nell'Università di Bucarest. Si trasferì
poi a Paris, dove aveva trascorso parte dell'infanzia. Divenne
membro dell'Académie Française. E' morto nel marzo
1994.
Ionesco debuttò come commediografo
con La cantatrice calva (La cantatrice chauve, 1950), commedia
in un atto e 11 scene, definita dallo stesso autore Ťanticommediať.
In un interno borghese tipicamente inglese, i coniugi Smith conversano,
enunciando una serie di constatazioni banali come se ne incontrano
nei manuali per l'apprendimento di una lingua straniera. Mary
la cameriera torna dal cinema, e annuncia che alla porta ci sono
i coniugi Martin. Questi entrano, si siedono, uno di fronte all'altro
come se non si conoscessero e cominciano a dialogare: i due coniugi
si accorgono di essere tali dopo che nelle loro battute si sono
accumulate circostanze che lo provano. Improvvisamente entra un
pompiere alla ricerca di un incendio da domare. Questo esce, i
quattro personaggi imbastiscono una conversazione fitta di luoghi
comuni. Il ritmo si fa più incalzante: i quattro urlano
le loro battute con i pugni alzati, pronti a gettarsi gli uni
contro gli altri. Le frasi finiscono per diventare suoni senza
senso, assonanze, vocali e consonanti isolate. Le luci si spengono.
Quando si riaccendono, la commedia ricomincia con i Martin che,
seduti al posto degli Smith, dicono le loro battute iniziali.
Lentamente il sipario si chiude. E' una 'anticommedia' caratterizzata
da un surrealismo soprattutto verbale: la sua comicità,
fondata sull'assurdo e il non-senso, costituirà una costante
del teatro di Ionesco.
Seguirono gli atti unici La lezione (La leçon,
1951), Le sedie (Les chaises, 1952), Vittime del dovere (Victimes
du dévoir, 1953). E le prime commedie in tre atti: Amédée
o come sbarazzarsene (Amédée ou comment s'en débarasser,
1954), e Jacques o la sottomissione (Jacques ou la soumission,
1955). La tematica ha un contenuto decisamente metafisico. Ionesco
mostra la società umana come priva di realtà e ne
rappresenta gli aspetti fenomenici solo per far vedere il nulla
che sta sotto di essa. Del 1957 è Sicario senza paga (Tueur
sans gages) e Il rinoceronte (Le rhinocéros, 1959), la
sua commedia forse di maggior successo. In entrambi i lavori il
messaggio si fa esplicito, ma intellettualizzandosi perde il fascino
dell'ambiguità e la forza rappresentativa.
Atmosfere più autentiche sono nei
lavori successivi: Il re muore (Le roi se meurt, 1962), La sete
e la fame (La soif et la faim, 1966), Macbeth (1972). Del 1974
è il romanzo Il solitario (Le solitaire).
Nel panorama del teatro di questo secolo,
Ionesco si affianca a Beckett, ma con minore lucidità e
forza poetica. E' stato comunque interprete dei disagi, dei dubbi,
della disperazione dell'uomo contemporaneo. Negli anni '60 fu
accusato da un gruppo di intellettuali francesi della sinistra,
tra cui erano Roland Barthes, Bernard Dort e altri, di essere
poco attento nei confronti delle questioni sociali e politiche.
Ionesco rispose portando sulla scena i suoi detrattori ne L'improvviso
dell'Alma. Bernard Dort pubblicò un articolo dal titolo
"L'avanguardia in sospeso", in cui dichiarava Ionesco, Artaud
e Audiberti colpevoli di far accedere il piccolo borghese Ťall'eternità
degli archetipiť e di proporre un teatro che non era né
educativo né politico, ma terapeutico, capace di liberare
il pubblico da ogni condizionamento. Altri critici nel corso di
quella stessa polemica accusarono Ionesco di sottrarsi al realismo,
inducendo a non credere più nell'uomo nella ragione nel
progresso nella civiltà. Ionesco rispose scagliandosi contro
il conformismo di sinistra e rivendicando l'autonomia dell'arte
che non ha nulla a che spartire con le dottrine. La polemica,
indicativa di un periodo della cultura europea e di alcuni ambienti
di essa, era anche il sintomo del distacco da quella esperienza
da parte della cultura che si sentiva "d'avanguardia". In effetti
Ionesco e il suo teatro erano entrati in un circolo vizioso ripetitivo.
Ciò non toglie l'enorme importanza che il teatro di Ionesco
ha avuto tra la fine degli anni '40 e negli anni '50, insieme
al teatro di Beckett, e recuperando il filo drammaturgico di Jarry,
Apollinaire, Artaud, nel superamento del teatro tradizionale e
delle forme borghesi cristallizzate. Un teatro innovativo, giunto
in una fase di stallo e accademizzato negli anni '60, di qui il
bisogno di altre strade.
Bibliografia: Eugène Ionesco
La cantatrice chauve (1950)
La leçon (1951)
Les chaises (1952)
Victimes du dévoir (1953)
Amédée ou comment s'en débarasser (1954)
Jacques ou la soumission (1955)
Tueur sans gages (1957)
Le rhinocéros (1959)
Le roi se meurt (1962)
La soif et la faim (1966)
Macbeth (1972)
Le solitaire (romanzo, 1974)
© Antenati - 1994-1997
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