Storia della letteratura europea - Torna in homepageRomania 1945-1989


Romania 1945-1989


La Romania entra nel dopoguerra nell'orbita dei paesi dell'europa orientale. A dare lustro al paese sono un gruppo di scrittori dissidenti, costretti a emigrare fuori dal proprio paese. E' un gruppo composito, cui appartengono intellettuali di primissimo calibro come Mircea Eliade cui si debbono negli Stati Uniti fondamentali studi sulla struttura del mito comparato; un filosofo dall'efficacia aforistica, tendenzialmente nichilista e pessimista come Emil Cioran emigrato in Francia; minore, ma appartenente a questa generazione è lo studioso-filosofo Constantin Noica che dopo l'emigrazione in Francia, nel 1938, è tornato in Romania subendo un sostanziale isolamento (dieci anni di arresti domiciliari, 25 anni di carcere per aver letto in pubblico le opere proibite degli amici in esilio). In Francia emigra anche Eugen Ionesco, tra i maggiori autori del teatro sperimentale e esistenzialista europeo. In campo letterario, in Romania, il filone più attivo è quello del romanzo, con G. Calinescu, Mihail Sadoveanu già molto attivo tra le due guerre, e Zaharia Stancu. E con la nuova generazione di E. Balbu, M. Freda, T. Popovici.
In poesia, oltre all'importantissimo Tudor Arghezi attivo già prima della guerra, sono A.A. Philippide di ispirazione filosofica; E. Jebeleanu, M. Beniuc, con interessi politico-sociali; N. Labis (1935\1957), forse il più interessante. In campo teatrale, A. Kiritescu (1888\1961), H. Lovinescu, A. Baranga, A. Mirodan.



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