Stephen
King
Stephen King
Stephen Edwin King nacque il 21 settembre del 1947 a Portland
del Maine. La sua infanzia non si può definire tranquilla,
dato che quando aveva soli due anni il padre uscì di casa
per comprare le sigarette e non è più tornato. Questo
ha costretto i King a spostarsi da un paesino del Maine all'altro
per stare dietro ai sempre diversi lavori della madre dei fratelli
King (Steve è il più piccolo, suo fratello ha due
anni in più). All'età di quattro anni Steve andò
a giocare da un amico e torno' poco dopo, pallido in volto e fu
incapace di raccontarne i motivi. Il giorno dopo il suo amico
fu trovato morto accanto ai binari del treno e non si sa se fosse
gia' morto all'arrivo di Steve o se l'incidente ebbe luogo durante
i loro giochi. King dichiara di non ricordare niente al riguardo.
A sei anni vide il suo primo film horror, "La creatura del
lago nero" e ne rimase folgorato. Da allora, complice una
scatola di vecchi romanzi di Lovecraft, Matheson e altri scrittori
di genere, lesse molti horror e trovo' nelle atmosfere di Matheson
quelle che si avvicinavano di piu' al suo modo di raccontare:
un orrore immerso nella quotidianita'. Inizio' cosi' a scrivere.
Al liceo realizzo' una novelization de "Il pozzo e il pendolo"
tratto da Poe, e ne riusci' a vendere una settantina di copie
prima di essere fermato dal preside. Collaboro' con l'amico Chis
Chelsey ad una raccolta di racconti scritti da entrambi e continuo'
cosi' fino al college, dove scrisse Rage, romanzo che colpi' molto
un suo insegnante per la sua potenza narrativa. Al college conobbe
anche la sua futura moglie Tabitha e si sposarono subito dopo
la laurea. I King vissero per un periodo in una roulotte, con
la appena nata Naomi Rachel e la vita fu dura per loro fino alla
pubblicazione di Carrie, avvenuta nel 1974.
E' autore di: Carrie (1973), Salem's
lot (1975) che si potrebbe tradurre con "destino di Salem"
ma anche "un po' di Salem", Splendente
(Shining, 1977), La zona morta (The dead
zone, 1979), Christine (1983). Quattro
dopo mezzanotte (Four past midnight, 1990) contiene quattro
racconti lunghi, quattro diversi incubi scanditi dal ticchettio
inesorabile dell'orologio: "I langolieri" variante del tema dell'attraversamento
temporale, "Finestra segreta, giardino segreto" ambientato nella
mente psichica di uno scrittore, "Il poliziotto della biblioteca"
sul ritorno nell'adulto dei traumi infantili (ma il finale è
debole, come in "It"), "Il fotocane" il più breve ma anche
il migliore tra questi quattro racconti, ambientato come "La zona
morta" nel borgo (immaginato, ma che corrisponde a un punto-mito
per King) di Castle Rock: un ragazzo riceve in regalo una macchina
fotografica che fa sempre la stessa fotografia, un cane malvagio
e pronto a azzannare che, nella successione delle foto, appare
sempre più vicino al balzo; il racconto ha un buon sviluppo,
con il personaggio di Pop Merrill; il finale da maestro, quando
l'intreccio sembra essere risolto, e il ragazzo in salvo dopo
aver sconfitto il mostro, la minaccia che riappare stavolta sulla
stampante di un computer ricevuto in regalo alcuni anni dopo...
I suoi romanzi e racconti hanno avuto un grosso successo, anche
con le relative realizzazioni cinematografiche, con registi come
Brian De Palma e Stanley Kubrick. Alcuni dei suoi racconti sono
stati adattati da lui stesso in qualità di regista. In
Brivido (1986) diretto e scritto da
King, una vecchia idea: gli effetti sulla terra del passaggio
di una cometa. In questo caso, avviene la rivolta delle macchine,
specialmente delle automobili (simbolo dell'industrializzazione
e della civiltà stessa occidentale): un tir pone un assedio
a un autogrill. Non èun film riuscito molto bene.
King ha analizzato la moderna letteratura horror in "Danze macabre"
(1981). Nella nota introduttiva a "Il fotocane" (in "Quattro a
mezzanotte") ha scritto, a chi lo accusava di dedicarsi a un genere
'poco serio':
Ğio non sono l'unico a esercitare la
mia professione in questo stabile. Aveva un ufficio qui anche
Franz Kafka, e ne avevano uno George Orwell e Shirley Jackson
e Jorge Luis Borges e Jonathan Swift e Lewis Carroll. Un'occhiata
all'elenco nell'atrio vi mostrerà che tra gli inquilini
attuali ci sono Thomas Berger, Ray Bradbury, Jonathan Carroll,
Thomas Pynchon, Thomas Disch, Kurt Vonnegut jr, Peter Straub,
Joyce Carol Oates, Isaac Bashevis Singer, Katherine Dunn e Mark
Halpern [...]. Il racconto dell'irrazionale è la maniera
più sana a livello psicologico di esprimere il mondo
in cui vivo. Questi racconti mi sono serviti come strumento
di metafora e di esercizio morale. Continuano a offrirmi la
miglior finestra che io conosca sul modo in cui avviene la nostra
percezione e su come di conseguenza ci comportiamo o non comportiamo
sulla base delle nostre percezioni. Ho esplorato questo aspetto
come meglio ho potuto nei limiti del mio talento e della mia
intelligenzağ.
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