Yehuda
Amichai
Yehuda Amichai
Nato a Wurzburg [Germania] nel 1924, emigrato
presto in Israele con la famiglia nel 1936, Yehuda Amichai ha
vissuto tutte le vicende della storia del suo popolo, dall'olo
causto alle guerre arabo-israeliane, ha combattuto, si è
poi af fermato come poeta e brillante intellettuale presente nella
vita culturale del paese. Nella sua poesia si susseguono incessantemente
immagini tratte da una storia esteriore e interiore dell'ebraismo
lunga centinaia di anni. Una poesia di grande rigore, un verso
penetrante e trasparente, che è riuscita a conquistarsi
una sua identità e specificità. Scrive in una delle
sue poesie: «Intorno alla morta parola 'amammo', | d'erbe marine
incrostata sulla rena, | si accalcavano i curiosi. | E sino a
sera ascoltammo | testimonianze d'onde, ad una ad una, | che venivano
a dirci come avvenne». Non c'è momento nell'esistenza che
non sia anelito d'amore e intima malinconia:
«Tutta la polvere e tutte queste ossa
| intente a risorgere e a volare nel vento, | tutto questo amore,
tutte | queste pietre, tutta la tristezza». Lo stile è
spezzato, mentale, senza abbandono e senza armonia. L'accumulo
delle cose, degli istanti di piacere, degli amori e dei dolori
sono preludio a una attesa delusione: «Poco prima dell'alba
sospirando | lei lo stringeva così, e lo sconfisse. |
Anch'egli la stringeva, e la sconfisse, | e sapevano entrambi:
| quella stretta portava la morte».
Chiede Amichai, senza nessuna retorica: «Ma
tu per la tua anima che hai fatto?». E di sé dice: «E poi
che sono? Un trasfor matore, al massimo, | di memorie d'infanzia,
alto sopra | il pae saggio, che al remoto trasmette dal remoto».
Il poeta si aggira in un mondo che ricade come polvere:
«L'anima che hai messo in me, Signore
| è fumo | dell'eterno incendio di memorie d'amore. |
Nasciamo e ci mettiamo a ardere, finché il fumo | dilegua
come fumo».
© Antenati - 1994-1997
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