Sigrid
Undset, di Gidske Anderson
Sigrid Undset, di Gidske Anderson
Sigrid Undset (1882-1949) è uno dei tre scrittori
norvegesi ad essere stato insignito del Premio Nobel per
la letteratura. L’ultima dopo il drammaturgo nazionale
Bjørnstjerne Bjørnson che ha ricevuto il premio
nel 1903 e Knut Hamsun che lo ha ricevuto nel 1920. La Undset
ricevette il premio nel 1928 per le imponenti descrizioni
della vita medievale norvegese, così infatti si espresse
all’epoca il Comitato Nobel per la letteratura in
Svezia. Si trattava di due cicli di romanzi ambientati nel
medioevo del 1200, tre volumi su “Kristin Lavransdatter”
e quattro volumi su “Olav Audunssøn”.
Questi romanzi medievali, e “Kristin Lavransdatter”
in particolare, ebbero all’epoca un successo mondiale.
Nel suo testamento Alfred Nobel scrisse che il premio per
la letteratura doveva essere assegnato a scrittori “di
opere magistrali di tendenza idealistica”, ed i libri
della Undset potevano tranquillamenti essere inseriti in
questa elastica categoria. Ma, più che la tendenza
idealista, è stata l’imponente arte della narrazione
ad affascinare i lettori di tutto il mondo. Ancora prima
che ricevesse il premio Nobel, i suoi libri erano stati
tradotti nelle principali lingue e dopo il 1928 sono stati
pubblicati si può dire in tutte le lingue del mondo.
Oggi, a 70 anni di distanza, “Kristin Lavransdatter”
viene letto in tutto il mondo, da sempre più nuove
generazioni.
E’ praticamente l’unica opera della Undset
ad essere conosciuta al di fuori della Norvegia. In patria
è tutto il contrario, come ho potuto constatare quando
ho pubblicato una biografia di Sigrid Undset nel 1989. Da
tutti gli angoli della Norvegia, da giovani e meno giovani,
da donne e uomini ho ricevuto lettere che mostrano come
Sigrid Undset goda di un crescente numero di lettori nonostante
questa sia l’era della televisione. I suoi libri continuano
ad essere letti.
E questo non si limita soltanto ai romanzi medievali.
La sua opera comprende ben 36 libri, di cui i romanzi medievali
costituiscono una parte, i romanzi contemporanei ambientati
prima a Christiania e poi ad Oslo dalla fine del secolo
fino agli anni 1930 un’altra parte, ed i saggi letterari
e la raccolta di articoli storici una terza parte. Ci troviamo
in presenza di una produzione molto vasta ed è evidente
che una nuova generazione di lettori in Norvegia lo ha scoperto.
Nessuno dei suoi libri lascia il lettore indifferente.
La sua fantastica capacità narrativa, la sua profonda
e realistica comprensione dei labirinti della mente umana
attraverso i tempi, le sue conoscenze storico-letterarie,
acquisite di persona, la conoscenza concreta della natura
e la consapevolezza della sua interazione con l’uomo:
Sigrid Undset racchiude in sè una ricchezza sia emozionale
che intellettuale da cui attingere.
Chi era Sigrid Undset? Può essere interessante
notare che è nata lo stesso anno di Virginia Woolf
e James Joyce e tre anni prima di D.H. Lawrence e Karen
Blixen. Se si esclude Lawrence, per il quale nutre un vivo
interesse negli anni 1930, nessuno di questi autori avrà
su di lei una forte influenza dal punto di vista letterario.
Ma appartengono alla stessa generazione, sono contemporanei
ognuno nel proprio angolo di Europa. E anche se le rispettive
produzioni letterarie si sarebbero sviluppate in direzioni
differenti, hanno ugualmente una cosa in comune: sono i
figli di una Europa in crisi profonda, e ne sono profondamente
consapevoli.
I temi di Sigrid Undset sono chiaramente norvegesi, ma allo
stesso tempo ugualmente europei, nello stesso modo in cui
i temi di James Joyce hanno radici intensamente ed esclusivamente
irlandesi.
Nel caso di Sigrid Undset questo deriva dalla sua adolescenza.
L’ambiente in cui è cresciuta era un ambiente
europeo, norvegese, scandinavo. Il padre, Ingvald Undset,
era un archeologo di fama internazionale il cui settore
di specializzazione era l’Età del Ferro in
Europa ed i settori secondari erano il Norreno e la preistoria
europea. Per svolgere la sua professione ha effettuato molti
viaggi e ricerche archeologiche in tutta l’Europa.
La madre, Charlotte Undset, era danese. Molto partecipe
al lavoro del marito, parlava perfettamente tedesco e francese
ed aveva una profonda conoscenza della cultura nordica ed
europea.
Sigrid Undset nacque il 20 maggio 1882 a Kalundborg in
Danimarca, nell’elegante casa natale della madre sulla
piazza del mercato della cittadina.
Sigrid era la primogenita delle tre figlie della coppia.
La famiglia si trasferì in Norvegia quando Sigrid
aveva due anni, a causa della malattia del padre, che gli
impedì di proseguire i viaggi di studio per l’Europa.
Sigrid Undset crebbe quindi a Christiania, come Oslo si
chiamava a quel tempo. I primi 11 anni della sua vita furono
molto influenzati dalla grave malattia del padre, ma anche
dalla sua notevole cultura storica. La piccola Sigrid ha
imparato presto sia i segreti dell’archeologia che
le saghe norrene ei i canti popolari della Scandinavia.
Quando Sigrid aveva 11 anni il padre morì, a soli
40 anni. La madre rimase sola con le tre figlie da crescere
e scarsi mezzi economici. Questa tragedia influenzerà
moltissimo l’infanzia e l’adolescenza della
scrittrice. Dovette rinunciare all’idea di intraprendere
gli studi universitari. Dopo gli esami di scuola media frequentò
un corso annuale per segretaria commerciale e, all’età
di 16 anni si impiegò come segretaria in una grande
ditta di ingegneri, di proprietà tedesca, a Christiania.
Era questo qualcosa per cui era portata? Non era questo
il problema, doveva guadagnarsi da vivere per aiutare la
mamma e le due sorelle.
Per dieci anni ha lavorato per la stessa ditta in qualità
di segretaria ricoprendo un incarico sempre più di
fiducia. Spesso odiava questo lavoro e sentiva che stava
sprecando il suo tempo e la sua gioventù. Ma le servì
a rendersi conto di come funzionavano le grandi imprese,
le insegnò a lavorare in modo sistematico e ad usare
perfettamente la macchina per scrivere. Anche in periodi
successivi della sua vita ha dimostrato di avere un grande
talento organizzativo, sia come donna di casa che come presidente
dell’associazione scrittori norvegesi. La sistematicità
del lavoro d’ufficio le ha insegnato, una volta diventata
scrittrice, ad organizzare la stesura di grandi opere quali
sono stati i suoi romanzi.
Ma i dieci anni trascorsi in ufficio furono per lei un tormento.
Cercava di rubare un pò di tempo la notte, durante
il fine settimana e le ferie per scrivere. Già all’età
di 16 anni Sigrid Undset faceva i primi deboli tentativi
di scrivere un romanzo ambientato nel medioevo nordico.
Per diversi anni ha lavorato duro con questa materia.
Allo stesso tempo legge molto procurandosi, da autodidatta,
una ottima conoscenza della letteratura nordica e in particolare
di quella inglese. Le piaceva molto Shakespeare, era entusiasta
di Chaucer e molto attratta dalle leggende di Re Artù.
Studiò con grande attenzione anche i drammaturghi
scandinavi come Ibsen, Strindberg, Brandes e i romanzieri
inglesi come le sorelle Brontë e Jane Austen. Su sua
iniziativa, quindi, e nel tempo libero acquisì una
profonda conoscenza dell’arte della narrazione, preparandosi
per quello che lei stessa sentì fin da piccola essere
il suo “destino”.
All’età di 22 anni aveva terminato il manoscritto
del suo primo romanzo, risultato di tanti anni di intenso
lavoro notturno. Era un romanzo storico ambientato nel medioevo
danese di tendenza decisamente romantica. Il manoscritto
venne rifiutato dalla casa editrice e per la scrittrice
la delusione fu cocente. Ma un paio di anni dopo aveva completato
un altro manoscritto, questa volta meno voluminoso, di sole
80 pagine. Aveva abbandonato il medioevo per descrivere
in modo realistico una figura femminile contemporanea, una
donna piccolo borghese di Christiania. Il libro era intitolato
“Fru Marta Oulie” (la Signora Marta Oulie) ed
iniziava con una frase considerata estremamente scandalosa
per le orecchie di quei tempi: “Jeg har vært
min mand utro” (Ho tradito mio marito). Anche questo
manoscritto inizialmente venne rifiutato, ma successivamente
accettato in seguito all’intervento di uno degli scrittori
norvegesi maggiormente conosciuti dell’epoca.
Questo fu il debutto di Sigrid Undset, appena 25enne, con
un piccolo romanzo realistico sul tema dell’adulterio
che suscitò scandalo ma che la collocò tra
i giovani autori promettenti della Norvegia. Negli anni
che seguirono fino al 1919 la Undset pubblicò una
serie di romanzi contemporanei ambientati a Christiania.
I dieci anni passati in ufficio furono difficili e solitari,
ma le avevano dato una buona conoscenza del mondo fatto
di gente comune, persone che coraggiosamente, anche se non
proprio eroicamente, lottavano per raggiungere una certa
felicità in vita.
La Undset era una giovane timida, introversa con pochi amici.
Ma aveva un occhio particolarmente attento nel valutare
gli esseri umani e nel capire cosa celassero nel profondo
dell’anima. Cercò di combattere la solitudine
facendo lunghe passeggiate a Christiania e nei dintorni,
sia ad est che ad ovest, e alla fine conosceva la sua città
molto meglio di tanti altri. La città ed i suoi comuni
abitanti riempiono i suoi romanzi contemporanei scritti
dal 1907 al 1918. Descrive le esistenze monotone delle impiegate
che vivono in tristi pensioni in una città buia,
il loro bisogno di calore ed amore ed il loro rifiuto orgoglioso,
quasi fiero, di lasciarsi andare. Descrive la classe operaia,
il destino di famiglie comuni, il rapporto tra genitori
e figli, in modo sobrio e realistico, con partecipazione,
senza però cadere nel sentimentalismo. Il suo tema
principale sono le donne ed i loro amori. Come lei stessa
si espresse in modo ironico, ma allo stesso tempo risoluto,
“il genere immorale”.
Il periodo realista culmina con la pubblicazione del
romanzo “Jenny” nel 1911 e “Vaaren”
(la Primavera) nel 1914. Il primo tratta di una donna pittrice
che con i suoi amori infelici sente che sta buttando via
la sua vita e finisce per mettere fine ai suoi giorni.
Il secondo tratta di una donna che riesce a salvare se stessa
ed il suo amore a dispetto delle amare crisi matrimoniali,
e riesce a creare un solido ambiente familiare. Questi libri
collocarono la Undset più o meno chiaramente lontano
dai nascenti movimenti per l’emancipazione femminile
in Europa, forse non proprio contro di questi ma su livelli
completamente differenti.
I libri della Undset vendettero bene dall’inizio per
cui dopo l’uscita del terzo libro, smise di lavorare
in ufficio e decise di guadagnarsi da vivere scrivendo.
Ottenuta una borsa di studio per scrittori decise di intraprendere
un lungo viaggio in Europa. Dopo un breve soggiorno in Danimarca
ed in Germania si recò in Italia, e nel dicembre
1909 arrivò a Roma dove rimase per nove mesi.
I genitori avevano avuto uno stretto rapporto con la Città
Eterna. In effetti Sigrid Undset sarebbe dovuta nascere
a Roma nel corso del soggiorno dei genitori nel 1882, ma
l’improvvisa e grave malattia del padre, poco prima
della nascita della bambina, fece sì che la famiglia
fece ritorno in tutta fretta al nord, alla casa della madre
a Kalundborg, dove Sigrid poi nacque.
Ma la stessa Undset sentirà Roma come la sua città
natale. Nel corso del soggiorno nel 1909 seguì le
orme dei suoi genitori.
L’incontro con l’Europa meridionale ha significato
molto per lei. Si fece molti amici tra i colleghi scandinavi
a Roma, si aprì caratterialmente sempre di più
divenendo molto più allegra e vivace nei suoi rapporti
con gli altri.
Ed è a Roma che incontra il pittore norvegese Anders
Castus Svarstad, con il quale si sposerà due-tre
anni più tardi. Ha ormai 30 anni ed è il suo
primo grande amore. Svarstad aveva nove anni più
di lei, era sposato con moglie e tre figli in Norvegia.
Il loro incontro a Roma fu sicuramente un amore a prima
vista, ma ci vollero quasi tre anni a Svarstad per ottenere
il divorzio.
Nel 1912 si sposarono e si trasferirono a Londra per sei
mesi: mentre Svarstad dipinge la Undset si immerge nella
cultura inglese che successivamente avrà un ruolo
decisivo sulla sua esistenza. Da Londra si trasferirono
a Roma dove Sigrid Undset dette alla luce il suo primo bambino
nel gennaio 1913, a cui diede il nome del marito, Anders.
Il matrimonio ed i figli che nacquero significarono molto
per Sigrid Undset sia come donna che come essere umano.
Per l’artista rappresentarono un dilemma opprimente.
Gli anni del matrimonio fino al 1919, nel corso dei quali
mette al mondo tre figli e gestisce una grande casa dove
vanno a vivere anche i figli del primo matrimonio di Svarstad,
furono anni difficili. La seconda figlia era ritardata e
ritardato era anche il figlio di Svarstad. La vasta dimora
era aperta per la grande famiglia e per tutti gli amici.
Continua lo stesso a scrivere la notte quando tutti sono
andati a dormire, portando a termine gli ultimi romanzi
realistici e la raccolta di racconti. Partecipò ai
dibattiti pubblici sui temi più scottanti dell’epoca:
critica verso l’emancipazione femminile per il modo
come si stava sviluppando, ed il declino etico e morale
che l’avvicinarsi della prima guerra mondiale porta
con sè minaccioso, anche se al di fuori delle coste
della Norvegia, rimasta neutrale.
Nel 1919 prende con sé i due figli e si trasferisce
nella cittadina di Lillehammer nel Gudbrandsdalen, nella
Norvegia sud-orientale. E’ in attesa del terzo figlio
ed intende riposarsi un po' per poi tornare a Christiania
non appena Svarstad, il marito, ha terminato i lavori della
nuova casa. Ma non sarà così. Tra i due la
rottura diviene definitiva. Il terzo figlio nasce a Lillehammer
nell’agosto 1919. Si stabilisce definitivamente a
Lillehammer e costruisce nel giro di due anni una superba
dimora che chiamerà Bjerkebæk. La proprietà
è composta di tre grandi e belle case in legno di
stile norvegese, un grande giardino con una vista superba
sulla cittadina ed i dintorni. La figlia malata ed i due
figli beneficiano quindi della stabilità di un focolare
eccezionale. La scrittrice, dopo molti anni di cambiamenti,
ha finalmente un posto tranquillo dove rifugiarsi lontano
dal mondo e fare l’unica cosa che sa di sapere fare
veramente: scrivere.
Il matrimonio e la prima guerra mondiale avrebbero cambiato
l’atteggiamento della Undset. In questi anni difficili
attraversa una crisi spirituale, in modo quasi impercettibile
all’inizio, ma poi in modo sempre più forte.
La crisi la porta da un evidente scetticismo agnostico,
a volte una inquietudine dolorosa davanti al degrado morale
del mondo, alla conversione al cristianesimo. Cresciuta
in un ambiente tollerante di liberi pensatori era lei stessa
una libera pensatrice scettica, e priva di quel credo assoluto
positivista, caro al suo tempo, nella scienza e nel materialismo
come scopo e fine di tutte le cose. Sembra che Sigrid Undset,
durante i periodi di crisi, abbia avuto come una rivelazione
spirituale. Ne emergerà con una visione tutta nuova
della religione. Non crede più che l’uomo si
sia creato Dio, ma che Dio ha creato l’uomo. Ma non
si avvicina alla chiesa luterano-evangelista, la Chiesa
protestante di Stato norvegese, quella dove è stata
battezzata. Si converte alla Chiesa cattolica-romana nel
novembre 1924, dopo alcuni anni di catechismo presso il
sacerdote cattolico della parrocchia dove abita. Ha 42 anni.
La conversione di Sigrid Undset al cattolicesimo crea sensazione,
un vero scandalo in Norvegia, e l’avvenimento non
passa inosservato neanche all’estero dove oramai inizia
ad essere conosciuta grazie al successo mondiale ottenuto
con “Kristin Lavransdatter”.
Tutta questa reazione può sembrare ridicola ai nostri
giorni. Ma all’epoca non vi erano cattolici nella
Norvegia protestante ed il disprezzo, la paura per quello
che era definito “papismo” era sviluppato in
tutti gli ambienti. Non solo quello della Chiesa norvegese,
ma anche tra i liberi pensatori e quelli vicini al marxismo,
leninismo o socialismo.
Gli attacchi a volte erano violenti, ma riuscirono solo
a risvegliare l’istinto polemico della Undset. Partecipa
attivamente al dibattito pubblico, cerca in tutte le occasioni
di difendere la Chiesa romana con un fervore prossimo all’assolutismo.
Ma non è la padrona di casa di Bjerkebæk nè
la cattolica Sigrid Undset che ci interessano. E’
la scrittrice e questo è un periodo fruttuoso.
Dopo avere messo al mondo il terzo figlio ed essersi
assicurata un adeguato tetto sulla testa, inizia a scrivere
la grande opera “Kristin Lavransdatter”. In
realtà ci ha lavorato sopra per più di 15
anni e conosce il soggetto a fondo. Ha già scritto
un piccolo romanzo storico di un periodo della storia norvegese
vicina all’epoca pagana. Ha anche pubblicato una versione
in norvegese delle leggende di Re Artù, ambientate
nel medio-evo britannico e celtico. Ha studiato manoscritti
norreni e testi medievali, ha visitato attentamente le chiese
ed i chiostri sia all’estero che in Norvegia. E’
oramai una autorità dal punto di vista storico sul
periodo che sta faticosamente cercando di ritrarre. E’
tutta un’altra persona, rispetto alla ragazza 22enne
che aveva scritto il primo romanzo medievale.
Il cambiamento non è solo di carattere storico
e letterario, ma ha a che fare con il suo sviluppo come
persona. Aveva provato l’amore, la passione e la sua
amara fine. Aveva provato il dolore profondo che si prova
davanti ad una figlia malata e ritardata. Aveva provato
la disperazione nei confronti di un mondo malato che si
è immerso nel bagno di sangue della prima guerra
mondiale. Quando si accinge a scrivere “Kristin Lavransdatter”
nel 1919 sapeva molto della vita.
“Kristin Lavransdatter” è ovviamente
un romanzo storico, ma non è solo questo, è
molto di più. Lo sfondo storico del libro è
preciso, sufficientemente realistico e mai romanzato. Non
è assolutamente una fuga da parte della scrittrice
dal presente per rifugiarsi in modo poco chiaro nel passato.
Quello che la Undset fa in questi tre libri descrivendo
la vita di Kristin è trasferire le forti esperienze
di gioia e dolore, di estasi e di disperazione che ora ben
conosce e comprende, per collocarle in un passato lontano.
Ma non per romanticizzare le cose anche se appare evidente
che la scelta della Undset del medio-evo è dovuta
alla ammirazione che nutriva per la capacità di quei
tempi di credere nella fede. Trasferisce i suoi personaggi
in un passato lontano per crearsi quella distanza che le
è necessaria come scrittrice, per sublimare in arte
la violenza dei suoi sentimenti ed il rigore del suo spirito.
Sente di essere sulla soglia di qualcosa di nuovo nella
sua produzione letteraria; cerca e trova la distanza necessaria
attraverso il medioevo. “Cerco di barcamenarmi con
le mie sole forze” scrive in questo periodo ad un’amica.
Sono i misteri della vita, così come li ha vissuti
personalmente, ciò che descrive in “Kristin
Lavransdatter”. E quindi questa opera che consta di
quasi 1400 pagine e quella successiva di più di 1200
pagine su “Olav Audunssøn” in un certo
senso sono prive di tempo. I personaggi sono uomini e donne
in carne ed ossa, potrebbero essere i nostri vicini di casa
di oggi; la natura della sua Oslo, quella del suo caro Gudbrandsdalen
e del Trøndelag, la regione del padre. E’ una
natura che conosce intimamente, rimasta come lei l’ha
descritta 70 anni fa e come era nel 13esimo secolo.
Ed è dopo la rottura del suo matrimonio che Sigrid
Undset matura per scrivere il suo capolavoro.
Nel corso di questi anni dal 1920 al 1927 pubblica prima
i tre volumi su Kristin e poi i quattro volumi su Olav.
Contemporaneamente a questo processo creativo cerca la risposta
al significato della propria vita e lo trova nel Dio cristiano.
“E’ venuto a cercarmi nel deserto” come
lei stessa ha affermato.
Alla fine di questo periodo di ispirazione creativa,
Sigrid Undset si dirige verso acque più calme. Dal
1929 completa una serie di romanzi contemporanei ambientati
ad Oslo, tutti di marchio fortemente cattolico. Attinge
per i suoi temi alla piccola ma interessante comunità
cattolica in Norvegia, ma anche in questo caso il tema principale
è l’amore. Pubblica inoltre una serie di opere
storiche di un certo peso, che senza dubbio hanno contribuito
a collocare la storia della Norvegia in una prospettiva
più sobria. Traduce inoltre diverse saghe islandesi
in norvegese e pubblica alcune raccolte di saggi, sopratutto
sulla letteratura inglese. Tra questi vale la pena di menzionare
un lungo saggio sulle sorelle Brontë e uno su D.H.
Lawrence. Nessuno dei due può considerarsi grande
letteratura ma sono opere solide e non prive di interesse.
Nel 1934 pubblica un’opera autobiografica che chiamerà
“Elleve Aar” (Undici anni). Anche se in forma
lievemente camuffata, tratta della sua infanzia a Christiania,
della casa ricca di valori intellettuali e di amore, e del
padre malato. E’ uno dei libri più belli che
sia mai stato scritto su una bambina nella letteratura norvegese
e non ce ne sono molti migliori nella letteratura mondiale.
La Undset è ancora in fase crescente.
Alla fine degli anni 30 inizia un nuovo libro, un romanzo
storico ambientato nel 1700 in Scandinavia. Solo il primo
volume “Madame Dorthea” venne pubblicato nel
1939. Lo scoppio della seconda guerra mondiale la annienterà
sia come essere umano che come scrittrice. Non finirà
mai questo ciclo di romanzi ambientati nel 1700. La guerra
prende tutte le sue forze.
In seguito all’occupazione tedesca della Norvegia
nell’aprile del 1940, la Undset dovette fuggire all’estero.
Già negli anni 30 si era opposta fermamente a Hitler
ed al nazismo ed i suoi libri erano stati vietati in Germania.
Per non cadere in ostaggio dei tedeschi si trasferì
in Svezia. Il figlio primogenito, Anders, cadde in guerra
all’età di 27 anni a pochi chilometri dalla
casa di Bjerkebæk nell’aprile del 1940. Era
un ufficiale dell’esercito norvegese e rimase ucciso
in uno scontro con le truppe tedesche. La figlia malata
era morta poco primo dell’inizio della guerra. Bjerkebæk
venne occupata dalle truppe tedesche durante la guerra ed
utilizzata come alloggio per gli ufficiali tedeschi.
Nel 1940, insieme al figlio minore, la Undset lasciò
la neutrale Svezia e partì per l’America. Nei
cinque anni di guerra perorò la causa della sua patria
occupata scrivendo e tenendo discorsi. Al ritorno nella
Norvegia liberata nel 1945 era esausta. Visse ancora per
quattro anni senza però scrivere più neanche
una parola.
E’ chiaro che le giovani generazioni di oggi hanno
visibilmente riscoperto le sue opere. Apprezzano in lei
la sua concezione morale dell’individuo, responsabile
non solo di se stesso ma anche dei familiari, della natura
e di tutta la vita che ci circonda. E’ senza dubbio
per queste qualità che le sue opere oggi raggiungono
un pubblico sempre più vasto di nuovi lettori.
Prodotto da Nytt for Norge per il Ministero degli Affari
Esteri norvegese. Traduttore: Viviana La Cava Eriksen
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