La
narrativa in Centro e Sud America
La narrativa in Centro e Sud America
Introduzione
Nel dopoguerra si accresce la forza del panamericanismo sotto la
guida USA. Si ha uno stimolo economico per quei paesi (come l'Argentina)
chiamati a offrire rifornimenti alimentari ai paesi dell'Intesa.
L'apertura del canale di Panama, contemporanea all'inizio del conflitto,
introdusse nell'economia mondiale i paesi del Pacifico avvicinandoli
ai grandi centri come New York e alle città europee. In complesso
le condizioni di vita non muta no, pur con un consistente incremento
demografico (dai 63 milioni del 1900 ai 131 milioni del 1940). Il
centro-sud america rimane esportatrice di derrate alimentari e materie
prime, importatrice di manufatti, anche se iniziano attività
industriali in Argentina e Brasile. E' economia di dipendenza, con
i capitalisti stranieri alleati dei grandi proprietari e dei politici
locali, in grado di orientare la produzione verso le materie prime
esportabili. Gli USA sono ora i principali clienti e fornitori.
Nel 1929 (prima della depressione) gli USA avevano investiti qui
il 37% degli in vestimenti esteri; il 38,7% delle vendite ai paesi
ibero- americani proveniva dagli USA, il 34% degli acquisti. Il
clima politico è caratterizzato dalle continue alternanze
di regimi dittatoriali e presidenziali; con la crisi economica del
1930-31 i regimi personali tendono a declinare a favore di un periodo
di instabilità ancora più accentuata. Non mancano conflitti
tra i vari stati come la guerra tra Bolivia e Paraguay per il possesso
del Chaco (1928-29, 1932-35).
Tra le repubbliche latino-americane quella in cui si attuò
l'esperienza politico-sociale più originale fu il Messico. Con l'elezione
del presidente Carranza terminò, per poco, la guerra civile;
fu redatta nel 1917 una costituzione (detta "di Queretaro")
socializzante, ma almeno fino al 1929 continuò la lotta interna,
tra caudillos e con la guerriglia cattolica dei cristeros . Dal
1930 in poi si ebbe il programma per un Messico più moderno e socialista,
con la presidenza di Cardenas , e l'unico Partito Rivoluzionario
Istituzionale (PRI): il piano di sei anni di Cardenas del 1933 mirò
alla nazionalizzazione delle ferrovie, la lotta contro le grandi
compagnie petrolifere, la riforma agraria. Forte la lotta contro
il clero cattolico, ma senza le violenze del tempo di Calles (1926-27).
Molto forte in Messico il movimento in dianista.
La stabilità politica del Brasile attirò capitali
e immigrati. Da 30 milioni si passò nel 1940 a 41,5 milioni
di abitanti. Enorme sviluppo ebbe lo stato di San Paolo. Le difficoltà
derivanti dalla monocoltura del caffè stimolarono nuove coltivazioni
adatte ai bisogni del paese e all'esportazione. Getulio Vargas domina
la politica a partire dal 1930 (fino al 1954): capo dei liberali,
promuove un regime dalle caratteristiche sempre più autoritarie:
nel 1937 attua un colpo di stato, scioglie i partiti, instaura l'"estado
novo", si avvicina a USA e Gran Bretagna.
L'Argentina aveva beneficiato della guerra, ma nel 1922 la scissione
del partito radicale paralizzò la politica sociale ab bozzata
dal presidente Irigoyen. Questi tornò al potere nel 1928
ma fu estromesso dal colpo di stato militare incruento del generale
Uriburu. La depressione fu pesante. Nel 1937 il presidente Roberto
Cortiz attuò un new deal che portarono al risanamento finanziario
e economico.
Realismo narrativo sudamericano
Schema narrativa latinoamericana
| - regionalisti
|
|- - - regionale - - -| - indianisti
| |
realismo - - - | | - nativisti
|
|
|- - - urbanopsicologico
sociale
filosofico
Nel campo della narrativa i filoni principali sono due:
- il realismo regionale (gli scrittori 'gauchoisti' come Benito
Lynch, Ricardo Güiraldes; i messicani "rivoluzionari"
Mariano Azuela e Martín Luis Guzmán; Mariano Latorre
(1886\1955, cile no), Eustacio José Rivera autore de La voragine
, Rómulo Gallegos con il suo Donna Barbara . Gli scrittori
della corrente indianista-indigenista come: il boliviano Alcides
Argüedas, l'ecuadoriano Jorge Icaza, José de la Cuadra
(1904\1978, ecuadoria no), l'ecuadoriano Demetrio Aguilera Malta,
il peruviano Ciro Alegría. Gli scrittori nativisti, che si
ispirano alla campagna: Enrique Amorim (1900\1960, uruguaiano),
Lino Novas Calvo (1905\, cubano), Carlos Luis Fallas (1909\1966,
costaricano).
- la narrativa urbana a sfondo psicologico con: Enrique Larreta,
Leopoldo Marechal, Eduardo Mallea; Pedro Prado (1886\1952, cileno),
Eduardo Barrios, Manuel Rojas (1896\1972, cileno); Carlos Reyles.
Enrique Larreta
Di questi il maggiore è forse Enrique Larreta. Nato a Buenos
Aires nel 1875 (morto nel 1961), argentino, è stato molto
in fluenzato dalla letteratura francese fine ottocentesca, e soprat
tutto da A. France. Ha ricostruito l'atmosfera sottilmente esoti
ca del seicento spagnolo nel romanzo La gloria di Don Ramiro (La
gloria de Don Romiro, 1908) prototipo del romanzo modernista, di
scrittura preziosa e manierata. Meno felice è Zogoibi (1925)
ambientato nella pampa argentina all'inizio del novecento. Tra gli
altri romanzi è Sponde dell'Ebro (Orillas del Ebro, 1949)
sulla Spagna contemporanea; tra le opere teatrali: Passione di Roma
(Pasión de Roma, 1937).
Leopoldo Marechal
Nato a Buenos Aires nel 1900 (morto nel 1970), fu prima vicino alle
posizioni dell'avanguardia. Collaborò alla rivista di Borges
«Proa» nel 1924-25, fu membro del gruppo di letterati raccolti attorno
alla rivista ultraista «Martín Fierro». Rivelò poi
una crescente inclinazione per la forma classica e la tematica mistica
della poesia spagnola del seicento: Giorni come frecce (Días
como flechas, 1926), Sonetti a Sofie e altre poesie (Sonetos a Sophie
y otros poemas, 1935), Labirinto d'amore (Laberinto de amor, 1936),
Il poema del robot (El poema del robot, 1966). Nel romanzo Adamo
Buenosayres (Adán Buenosayres, 1948) ha espresso con toni
di vivida descrizione e di intenso lirismo, con ampio ricorso al
monologo interiore, le aspirazioni i pensieri, fino alla più profonda
sostanza psichica, degli intellettuali della sua generazione in
rapporto con la vita multiforme della capitale.
Eduardo Mallea
Nato a Bahía Blanca nel 1903 (morto a Buenos Aires nel 1982)
è stato critico letterario e saggista. Ha posto al centro
dei suoi romanzi l'uomo argentino e la sua difficoltà a conquistarsi
una propria identità culturale: Notturno europeo (Nocturno
europeo, 1935), La città presso il fiume immobile (La ciudad
junto al río inmóvil, 1936), Tutto il verde perirà
(Todo verdor perecerá, 1941), Simbad (1957), Nella crescente
oscurità (En la creciente oscuridad, 1973).
Eduardo Barrios
Nato a Valparaíso nel 1884 (morto a Santiago nel 1963), è
autore di drammi racconti e romanzi: Il ragazzo che impazzì
per amore (El niño que enloqueció de amor, 1915),
Un uomo finito (Un perdido, 1917), Il fratello asino (El hermano
asno, 1922), in cui ha tracciato sottili analisi di psicologie tarate,
in una prosa limpida e essenziale.
Carlos Reyles
Nato a Montevideo nel 1868 (morto nel 1938), figlio di ricchi proprietari
terrieri, dopo alcuni anni trascorsi in Francia si dedicò
alla letteratura avendo come modello Zola ma anche i nar ratori
decadentisti francesi. In Beba (1894) rivisitò la storia
di "Madame Bovary" ambientando la vicenda nelle campagne
uru guayane; con impegno naturalista narrò storie urbane
o campagnole in La razza di Caino (La raza de Caín, 1900)
e Il paese natio (El terruño, 1916). Notevole attenzione
stilistica e più raffinato distacco dalla materia narrata in Il
fascino di Sevilla (El embrujo de Sevilla, 1921), e Il gaucho Florido
(1932).
Il realismo regionalista
Benito Lynch
Nato a Buenos Aires nel 1885 (morto a La Plata nel 1951), narratore
argentino di formazione naturalistica, si volse nella maturità
a storie e forme più complesse, con intenti psicologici. Ha scritto
numerosi racconti e romanzi tra cui: Gli sparvieri della Florida
(Los caranchos de la Florida, 1916), Raquela (1918), L'inglese delle
ossa (El inglés de los güesos, 1924), Romanzo di un
gaucho (El romance de un gaucho, 1933).
Ricardo Güiraldes
Nato a Buenos Aires nel 1886 (morto a Paris nel 1927), argentino,
partecipò insieme a Borges e altri al movimento letterario
promosso dalle riviste «Proa» (1924) e «Martín Fierro» (1927).
Ha scritto poesie, bozzetti, racconti. Tra i suoi romanzi: Raucho
(1917), Rosaura (1922), Xaimaca (1923), ma soprattutto di Don Se
gundo Sombra (1926), sulla figura del mitico gaucho al tramonto.
Opera a sfondo autobiografico, con i caratteri del romanzo di iniziazione,
il romanzo narra in prima persona le vicende di un ragazzo, Fabio
Caceres, figlio illegittimo e bastardo che abita con delle arcigne
zitelle, che un giorno fugge in compagnia del vecchio padrino, il
leggendario don Segundo Sombra. Egli apprende le gioie e le insidie
della vita campestre, nell'immensità della pampa, da lui
che è uno degli ultimi gauchos. Il ragazzo apprende a catturare
i cavalli, a domarli, a governare il bestiame ecc. La vita vagabonda
e libera del gaucho, con la sua saggezza popolare, viene così
esaltata. Alla fine il giovane incontra il padre e diventa padrone
di una estancia . Don Segundo Sombra, portato a termine il suo compito
di iniziatore, riprende il suo cammino e scompare. La dimensione
quasi mitica di questo personaggio e il carattere elegiaco della
narrazione danno al romanzo un alto significato simbolico, quasi
a caratterizzare il momento centrale dell'identità argentina.
Mariano Azuela
Nato a Lagos de Moreno [Jalisco] nel 1873 (morto a Città
del Mexico nel 1952), messicano, medico militare nell'esercito rivo
luzionario di Francisco Madero, è autore del più importante
ro manzo su quell'episodio storico: Quelli di sotto (Los de abajo,
1916) epopea di realismo amaro e potente, resa con la rapidità
e la concisione di una cronaca. D'impianto realistico sono anche
i romanzi Le mosche (Las moscas, 1931), e Sentieri perduti (Sendas
perdidas, 1949). Azuela si è accostato poi a tendenze psicologizzanti
delle avanguardie europee in La lucciola (La luciérnaga,
1931) e Maledizione (Maldición, 1956).
Martín Luis Guzmán
Nato a Chihuahua nel 1887 (morto a Città del Mexico nel 1977),
prese parte alla rivoluzione del 1910-1916, e dedicò a quelle
vicende e agli anni immediatamente successivi i romanzi L'aquila
e il serpente (El águila y la serpiente, 1928), e L'ombra
del capo (La sombra del caudillo, 1929) in cui domina un'atmosfera
di cupa violenza. Nelle Opere complete (Obras completas, 1964) sono
diversi vo lumi di testimonianze e memorie.
José Eustacio Rivera
Nato a Neiva nel 1889 (morto a New York nel 1928), il colombiano
R. ha cantato il paesaggio tropicale nei sonetti di gusto parnassiano
raccolti in Terra di promessa (Tierra de promisión, 1921).
La sua fama è legata al romanzo La voragine (La vorágine,
1924) che si svolge nelle grandi selve dove si raccoglie il cauc
ciù: la vita isolata degli indios dell'interno, quella durissima
e violenta dei coltivatori di gomma, le insidie della foresta tropicale
hanno in R. un narratore di grande intensità.
Rómulo Gallegos
Nato a Caracas nel 1884 (morto nel 1969), svolse attività
po litica fino a diventare nel 1948 presidente della repubblica
del Venezuela: ricoprì la carica per pochi mesi, perché
un colpo di stato lo depose. Dopo lunghi anni di esilio, potè
rimpatriare nel 1958, alla caduta del dittatore Jiménez.
Ha scritto romanzi: L'arrampicatrice (La trepadora, 1925), Donna
Barbara (Doña Bárbara, 1929), Canaíma (1934),
Povero negro (Pobre negro, 1935), Il figlio di paglia al vento (La
brizna de paja en el viento, 1952). Una raccolta di racconti è
La rivolta (La rebelión, 1946). Ha descritto i contrasti
tra la natura violenta e primitiva del suo paese e lo sforzo di
costruirvi una civiltà moderna.
Indigenismo
L'indigenismo, secondo la definizione datane da *H. Favre, designa
"una corrente di idee che si organizzano e sviluppano at torno
all'immagine dell'indio", e cominciò a prender forma
alla metà del XIX secolo; da distinguere dall' indianismo
, che per con venzione designa solo la presenza del tema dell'indio
nella let teratura (es. il "buon selvaggio" della produzione
europea roman tica). Prendendo le mosse dagli epigoni della letteratura
india nista ma sotto l'impulso di una indignazione in cui convergono
slancio umanitarista e approccio positivista e naturalista, la corrente
indigenista si trasforma in letteratura di protesta e di denuncia
delle condizioni di degrado e ingiustizia in cui vive l'indio. Momento
di transizione tra indianismo e indigenismo si individua in genere
in Uccelli senza nido (Aves sin nido, 1889) della peruviana Clorinda
Matto de Turner, ma anche dopo permane un atteggiamento paternalistico,
anche se la connotazione dell'indio assume contorni più precisi
e accurati. E' il caso del romanzo Razza di bronzo (Raza de bronce,
1919) del boliviano Alcides Argüedas, o i Racconti andini (Cuentos
andinos, 1920) del peruviano E. López Albújar .
A partire dagli anni trenta, al carattere documentaristico e umanitario
del primo indigenismo si sostituiscono una motivazione critica e
una dimensione rivendicativa, espressione della maggio re coscienza,
da parte degli scrittori, del ruolo dell'indio nel la società.
Huasipungo (1930) e I meticci (Cholos, 1949) dell'ecuadoriano J.
Icaza, e Il mondo è grande e alieno (El mundo es ancho y
aje no, 1962) del peruviano C. Alegría , propongono in modo
diverso una risposta rivoluzionaria all'oppressione dell'indio.
Una risposta già ampiamente espressa nel romanzo paradigmatico
e programmatico Tungsteno (1931) del poeta peruviano César
Vallejo che aveva accolto il problema indigeno in termini economici
e sociali così come lo aveva formulato J.C. Mariátegui
negli anni venti. In Mexico la letteratura indigenista ha caratteristiche
parti colari: L'indio (El indio, 1935) di G. López y Fuentes,
conside rato il romanzo di maggior rilievo di questa corrente in
quegli anni, si incentra più sulla documentazione degli usi e dei
costu mi della vita quotidiana dell'indio e sul recupero dell'indico
strumentalizzato a fini politici che sulla denuncia dell'oppres
sione.
Alcides Argüedas
Nato a La Paz nel 1879 (morto a Santiago-del-Chile nel 1946) il
boliviano A. ha scritto i romanzi Vita creola (Vida criolla, 1905),
e Razza di bronzo (Raza de bronce, 1919) in cui descrisse i costumi
e la miseria degli indios, sullo sfondo del paesaggio boliviano.
Ha studiato i problemi sociali delle comunità indigene nel
saggio Popolo malato (Pueblo enfermo, 1934).
Jorge Icaza
Nato a Quito nel 1902 (morto nel 1978), la sua narrativa è
crudamente realistica e fitta di forme linguistiche indigene, dà
una potente rappresentazione della misera vita degli indios e dei
loro rapporti con i bianchi e con i meticci: Huasipungo (1934),
Meticci (Cholos, 1937), Sei volte la morte (Seis veces la muerte,
1954), Vecchi racconti (Viejos cuentos, 1960), Ingannati (Atrapa
dos, 1972).
Demetrio Aguilera Malta
Nato a Guayaquil nel 1909 (morto a Città del Mexico nel 1981),
studente in Spagna durante la guerra civile, scrisse su quella esperienza
un reportage, Madrid! (1937) e un dramma, Spagna leale (España
leal, 1938). E' autore di opere narrative in cui la denuncia politica
si unisce al gusto per la deformazione grottesca: Canal Zone (1935)
sui conflitti creati dalla presenza degli Stati Uniti nel canale
di Panamá; L'isola vergine (La isla virgen, 1942), Un nuovo
mare per il re (Un nuevo mar para el rey, 1965), Il rapimento del
ge nerale (El secuestro del general, 1973), Requiem per il diavolo
(Requiem para el diablo, 1978). Ha scritto anche opere teatrali
tra cui Lázaro (1941), La tigre (El tigre, 1956).
Ciro Alegría
Nato a Marcabal Grande [Huamachuco] nel 1909 (morto a Lima nel 1967),
è cresciuto nella provincia a contatto con gli indios; ha
militato fino al 1948 nella Aliancia popular revolucionaria americana
(APRA), una formazione politica progressista e pacifista. E' stato
in prigione e poi in esilio in Chile, dove ha scritto la maggior
parte delle sue opere: Il serpente d'oro (La serpiente de oro, 1935),
I cani affamati (Los perros hambrientos, 1938), e Il mondo è
grande e alieno (El mundo es ancho y ajeno, 1941) il suo romanzo
più famoso e impegnativo. Tornato a Lima pubblicò il romanzo
Duello di cavalieri (Duelo de caballeros, 1963). Postumi sono usciti
i racconti de Il sole dei giaguari (El sol de los jaguares, 1979).
Il tema principale della sua opera vigorosamente realistica è
la protesta delle ingiustizie commesse contro gli indios.
Area brasiliana
Realismo
Simôes Lopes Neto fissa nella tradizione brasiliana i suoi Racconti
gaucheschi (Contos gauchescos, 1912). Lopes Neto, nato a Pelotas
[Rio Grande do Sul] nel 1865, morì nel 1916. Ha scritto anche
Leggende del sud (Lendas do Sul, 1913), Avventure di Ro mualdo (Casos
de Romualdo, 1952) descrizione degli abitanti, al lora quasi tutti
allevatori di bestiame, del Rio Grande do Sul.
Monteiro Lobato, nato a Taubaté [San Paolo] nel 1882 (morto
a San Paolo nel 1948) stilizza i personaggi dell'indio degenerato.
Egli ha creato la letteratura infantile brasiliana con il ciclo
di Nasino (Narizinho). Nei racconti, tra cui è la raccolta
Urupês (1918), tratteggiò personaggi tipici dell'ambiente
multi e misti razziale brasiliano.
Nasce in Brasile il romanzo sociale con Alfonso Barreto Lima Barreto.
Alfonso Henriques de Barreto Lima nacque a Rio de Janeiro nel 1881
(morì nel 1922), mulatto, dalla sua condizione di uomo di
colore piccolo borghese trasse materia di riflessione per vari romanzi,
tra cui i migliori sono Ricordi dello scrivano Isaias Caminha (Recordaçôes
de escrivâo Isaias Caminha, 1909), Triste fine di Policarpo Quaresma
(Triste fim de Policarpo Queresma, 1915 in volume, ma era già
uscito a puntate nel 1911), Vita e morte di M.J. Gonzaga de Sá
(Vida e morte de M.J. Gonzaga de Sá, 1919) che è la
storia gogoliana di uno sconfitto, alcolizzato e massimalista in
politica; Clara degli Angeli (Clara dos Anjos, uscito a puntate
nel 1923-24 e poi in volume nel 1948). Scritti in una lingua dimessa,
impressionista, secca fino alla sciatte ria, che si oppone al rutilante
parnassianesimo degli scrittori coevi, i romanzi di B. hanno una
nota di sofferta denuncia delle ingiustizie sociali e della discriminazione
razziale.
Gli anni '30 portano una tematica più pensosa della realtà
na- zionale. Nasce il romanzo regionalista del nord-est del Brasile
con José Lins do Rego, Graciliano Ramos e José Américo
de Almeida.
José Lins do Rego, nato a Gut Corredor [Paraíba] nel
1901 (morto a Rio de Janeiro nel 1957), nato da una famiglia di
proprietari terrieri, trascorse l'infanzia in una piantagione dove
potè osservare e studiare la decadenza dell'economia agricola
del Nordeste del Brasil. Questa condizione ha espresso nel ciclo
di romanzi "della canna da zucchero": Il ragazzo della
piantagione (Menino de engenho, 1932), Il pazzerello (Doidinho,
1933), Il frantoio (Bangüê, 1934), Il moleque Ricardo (O moleque
Ricardo, 1935), Lo zuccherificio (Usina, 1936). In Fuoco morto (Fogo
mor to, 1943) e I Cangaceiros (Cangaceiros, 1953) ha descritto lo
scontro tra le forze dell'ordine e le bande di giustizieri- fuorilegge
nel mondo elementare e asociale del sertâo.
Graciliano Ramos nacque a Quebrângulo [Alagoas] nel 1892 (morì
a Rio de Janeiro nel 1953). Prefetto di Palmeira dos Indios, de
scrisse nel suo primo romanzo Caetés (1933) la ferocia dei
rapporti sociali in una cittadina del Nordeste brasiliano, attraver
so le metafore dello sciacallo e dell'indio antropofago ( caeté
). Analoga tematica in San Bernardo (Sâo Bernardo, 1934). La partecipazione
al dramma degli oppressi gli causò la persecuzione: arrestato
"per sovversione", durante la prigionia scrisse Angoscia
(Angústia, 1936) uno dei suoi romanzi più sofferti. Riacquistata
la libertà pubblicò il suo romanzo più famoso, Vite
secche (Vidas sêcas, 1938) descrizione della dura vita di una famiglia
di contadini nomadi nelle terre inclementi del nordest. Ha pubblicato
poi Infanzia (Infância, 1945), i racconti In sonnia (Insônia, 1947),
Memorie del carcere (Memorias de cárcere, 1953). La narrazione
di Ramos esclude paesaggio e intreccio, guarda soprattutto all'individuo
inserito in un orizzonte ostile.
José Américo de Almeida nato a Areia [Paraíba]
nel 1887 (morto nel 1980), partecipò alla rivoluzione liberale
del 1930 e fu mi nistro sotto Vargas. Fu lui l'iniziatore della
"narrativa del Nord-Est", nei suoi romanzi ha rappresentato
la lotta tra l'uomo e l'aspra natura del deserto (i territori quasi
disabitati dell'interno), ha affermato i diritti dei contadini:
Rifiuti (A bagaceira, 1928), Guardiani (Coiteiros, 1935).
[1997]
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