Storia della letteratura europea - Torna in homepageStanislavskij: il "sistema": reviviscenza


 

La reviviscenza

Quello della reviviscenza [[30]] è uno degli argomenti più noti del metodo Stanislavskij, su cui le varie scuole successive hanno dato il maggior numero di interpretazioni e attuazioni. Anche, uno dei punti su cui è più facile che per l'attore avvenga l'assuefazione, il crearsi di un cliché: è famoso il caso di un vecchio attore del Teatro d'Arte che mentre stava provando un personaggio fu ripreso dal maestro: "Sto attuando il metodo della reviviscenza", si giustificò l'attore, e Stanislavskij: "Riviviscenza? cosa sarebbe questa cosa?", facendo finta di non averne mai sentito parlare. Un modo come un altro per ricordare come alla base dell'attenzione di Stanislavskij per l'attore vi sia la lotta contro il luogo comune, il cliché, lo stereotipo dell'abitudine.

Scrive Stanislavskij:

"Ci si può sottomettere ai desideri altrui, agli ordini del regista o dell'autore, ma li si eseguirà in modo meccanico, inerte: si possono rivivere solo i propri personali stimoli e desideri, creati e rielaborati dall'attore stesso, dalla propria volontà e non da quella altrui" [[31]].

L'obiettivo è sempre quello di giungere alla verità dell'interpretazione, base fondamentale per la veridicità di ciò che si rappresenta e per i processi di identificazione degli spettatori. Nel gesto e nella serie di gesti dell'attore autenticamente vissuti c'è una verità che genera la convinzione: tale convinzione è la premessa all'identificazione (e auto-affermazione) dell'attore nel personaggio: "io sono" il personaggio. La reviviscenza è messa in moto dal gesto giusto, e una volta che la si attua ne consegue anche la linea d'azione del personaggio - non è possibile "agire" all'unisono con il personaggio e "sentire" in dissonanza con esso. Solo quando si raggiunge questa sensazione di "essere" nel personaggio si può affrontare lo studio più dettagliato del testo e la ricerca del "supercompito" del personaggio.

Saggio a cura di Barbara Failla

[30] E' la traduzione italiana del termine russo "perejivànie". Indica il processo mediante il quale un attore rievoca, analizza, comprende e rivive una sua esperienza personale analoga a quella del personaggio e se ne serve per immedesimarsi in esso.

[31] Cit. da Malcovadi, op. cit. p. 178.


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