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Un personaggio si esprime attraverso
le azioni, e attraverso le emozioni. L'espressione delle emozioni può
far cadere l'attore nel pericolo dell'enfasi, uno degli stereotipi della
recitazione meccanica. Tutta la pratica di Stanislavskij cercava di
bandire il più possibile questo pericolo.
E' per questo che Stanislavskij
rifiuta di varcare i confini del conscio [].
L'attore non deve esprimere direttamente l'emozione del personaggio:
"Io ti chiedo soltanto di esprimere un pensiero: vedrai che l'esatta
comprensione di questo pensiero ti farà provare il sentimento richiesto".
Più che rincorrere generici sentimenti, l'attore deve definire compiti
concreti, immagini e associazioni mentali precise, azioni fisiche definite.
Stanislavskij cita come esempio
l'azione di un attore che deve, impugnando un coltello, pugnalare un
rivale:
"Concentratevi su una
azione: la contemplazione del coltello. Guardatelo intensamente. Provate
il filo. Controllate la solidità dell'impugnatura. Immaginatevelo già
nel cuore o nel petto del vostro rivale. Mirate mentalmente alla schiena
se dovete rappresentare uno scellerato. Riflettete se siete capaci di
assestare il colpo, se la lama non è troppo corta o troppo lunga, se
è salda e se non si piegherà. Nei vostri pensieri c'è solo il coltello:
solo l'arma.
Dopo aver concentrato tutta
l'energia del pensiero sul coltello, allargate il cerchio del vostro
pensiero già concentrato. Ma non cambiate niente nello stato d'animo
in cui vi trovate, trasferite piuttosto il pensiero dal coltello al
rivale. Ora vi ricordate da soli del vostro primo sospetto, al tempo
in cui il vostro attuale nemico era ancora vostro amico. Non cambiate
il cerchio. Allargatelo. Lasciate vagare il pensiero al passato. Non
cercate colori foschi solo perché recitate la parte dell'assassino e
volete uccidere un nemico. Lasciate sorgere nel ricordo, nel pensiero,
l'immagine della vostra precedente amicizia. Tornate ai giorni dell'infanzia
quando è cominciata la vostra amicizia. Raffiguratevi i volti amorevoli
di vostra madre e della sua, e immaginate che fossero buone amiche.
Richiamate alla memoria i giochi infantili che facevate insieme a chi
vi è ora nemico, al chiarore di una lampada, in una confortevole stanza,
alla presenza delle vostre madri, al suono di una musica. E se nel momento
dell'indecisione esprimerete il sentimento dell'amore, il desiderio
di perdonare, allora la vostra recitazione non sembrerà esagerata, ma
apparirà come un genuino lavoro creativo. Avete allargato il cerchio.
Non ci siete più da solo. L'avete popolato di assistenti del vostro
lavoro creativo, vivi ma invisibili a tutti eccetto voi" [].
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