Storia della letteratura europea - Torna in homepageStanislavskij: il "sistema": l'enfasi


 

L'enfasi come pericolo

Un personaggio si esprime attraverso le azioni, e attraverso le emozioni. L'espressione delle emozioni può far cadere l'attore nel pericolo dell'enfasi, uno degli stereotipi della recitazione meccanica. Tutta la pratica di Stanislavskij cercava di bandire il più possibile questo pericolo.

E' per questo che Stanislavskij rifiuta di varcare i confini del conscio [[28]]. L'attore non deve esprimere direttamente l'emozione del personaggio: "Io ti chiedo soltanto di esprimere un pensiero: vedrai che l'esatta comprensione di questo pensiero ti farà provare il sentimento richiesto". Più che rincorrere generici sentimenti, l'attore deve definire compiti concreti, immagini e associazioni mentali precise, azioni fisiche definite.

Stanislavskij cita come esempio l'azione di un attore che deve, impugnando un coltello, pugnalare un rivale:

"Concentratevi su una azione: la contemplazione del coltello. Guardatelo intensamente. Provate il filo. Controllate la solidità dell'impugnatura. Immaginatevelo già nel cuore o nel petto del vostro rivale. Mirate mentalmente alla schiena se dovete rappresentare uno scellerato. Riflettete se siete capaci di assestare il colpo, se la lama non è troppo corta o troppo lunga, se è salda e se non si piegherà. Nei vostri pensieri c'è solo il coltello: solo l'arma.

Dopo aver concentrato tutta l'energia del pensiero sul coltello, allargate il cerchio del vostro pensiero già concentrato. Ma non cambiate niente nello stato d'animo in cui vi trovate, trasferite piuttosto il pensiero dal coltello al rivale. Ora vi ricordate da soli del vostro primo sospetto, al tempo in cui il vostro attuale nemico era ancora vostro amico. Non cambiate il cerchio. Allargatelo. Lasciate vagare il pensiero al passato. Non cercate colori foschi solo perché recitate la parte dell'assassino e volete uccidere un nemico. Lasciate sorgere nel ricordo, nel pensiero, l'immagine della vostra precedente amicizia. Tornate ai giorni dell'infanzia quando è cominciata la vostra amicizia. Raffiguratevi i volti amorevoli di vostra madre e della sua, e immaginate che fossero buone amiche. Richiamate alla memoria i giochi infantili che facevate insieme a chi vi è ora nemico, al chiarore di una lampada, in una confortevole stanza, alla presenza delle vostre madri, al suono di una musica. E se nel momento dell'indecisione esprimerete il sentimento dell'amore, il desiderio di perdonare, allora la vostra recitazione non sembrerà esagerata, ma apparirà come un genuino lavoro creativo. Avete allargato il cerchio. Non ci siete più da solo. L'avete popolato di assistenti del vostro lavoro creativo, vivi ma invisibili a tutti eccetto voi" [[29]].

Saggio a cura di Barbara Failla

[28] Così non sarà per alcuni continuatori, soprattutto negli Stati Uniti: qui la scuola di Strasberg ha cercato di contaminare il metodo Stanislavskij con metodi di matrice psicoanalitica.

[29] L'attore creativo / K.S. Stanislavskij, p. 83.


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