Il sistema Stanislavskij si
stempera attraverso una precettistica che, per noi lettori suoi postumi,
assume spesso le linee di un insegnamento zen. Leggiamo cosa scrive
a proposito di due punti, apparentemente distanti, come l'attenzione
e la respirazione:
"Il punto centrale del
lavoro creativo dell'uomo è l'attenzione. E' su di essa quindi, che
deve applicarsi, deve svilupparla e controllarla. Chi ha imparato a
farlo ed è capace di indirizzare consapevolmente l'attenzione su questo
o quel gruppo di muscoli del suo corpo, potrà anche facilmente entrare
nel cerchio di solitudine pubblica. A suo piacimento e in qualsiasi
luogo egli può chiudersi in solitudine pubblica con i suoi problemi
creativi. Non si limita a cercare come uno che vorrebbe entrare a lavorare
in questo o quel teatro, ma va per la sua strada, è consapevole dei
suoi pregi interiori e si studia di trasmettere a tutti la bellezza.
Abbiamo visto che in un uomo
sano l'attenzione si snoda secondo un ritmo preciso. Che cos'altro c'è
nell'uomo che, per una immutabile legge fisica, è connessa al ritmo?
La respirazione.
Domandiamoci: esiste un'analogia
tra attenzione e respirazione? Non solo l'analogia esiste, ma ogni uomo
sano respira ritmicamente. Le pause tra l'inspirazione e l'espirazione
dell'aria sono sempre costanti […]. Voi respirate in modo rigorosamente
ritmico. Solo così la respirazione rigenera tutte le funzioni dell'organismo.
Il cuore batte regolarmente e risponde chiaramente al ritmo armonico
del respiro.
Che vi succede quando siete
preoccupati, abbattuti, irritati o furiosi? Tutte le funzioni sono sconvolte.
Non siete in grado di controllare l'agitazione delle passioni di cui
siete preda, né di sottomettere alla volontà il ritmo del respiro. Respirate
in modo accelerato, spariscono le pause tra inspirazione ed espirazione,
l'onda di un respiro incalza l'onda seguente. Non respirate più col
naso ma con la bocca, e questo sconvolge ancora di più l'intero funzionamento
dell'organismo.
Cosa vediamo qui? Esiste un'analogia
tra attenzione e respirazione? Naturalmente sì. Sia l'una che l'altra
funzione del nostro io è sottoposta a un ritmo. Ma lo studente-attore
non è un uomo comune. Questo significa che deve studiare e mettere sotto
controllo lo sviluppo delle energie - attenzione e respirazione, cioè
le energie su cui si basa tutto ciò che è creativo nell'uomo - e che
deve imparare a dominarle come centri della massima importanza"
[].
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