L'attore, prima di scendere
sul palcoscenico e "recitare", deve ricreare in se stesso
il personaggio che deve interpretare. L'emozione ha un ruolo fondamentale
in tale processo compositivo.
Stanislavskij ha individuato
per anni nella reviviscenza
la funzione portante di questo processo compositivo. Negli ultimi anni
della sua vita si accorse però che le associazioni emotive erano troppo
fuggevoli per essere utilizzate con profitto. Si possono "fissare"
solo le azioni fisiche, non i sentimenti. Lo stato emotivo diventa "uno
stato da raggiungere attraverso un processo di studio delle circostanze
date e di elaborazione pratica delle azioni fisiche del personaggio"
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Il processo di composizione
del personaggio può iniziare anche a prescindere dal testo. Partendo
da azioni inventate dalla situazione data. E' anche attraverso questa
strada che l'attore non è più esecutore passivo, ma interprete autonomo
e responsabile, con il compito di vivificare parole e azioni del personaggio.
L'attore deve "vivere" il personaggio, ricreandone il flusso
interiore: lo studio delle circostanze, l'introspezione psicologica,
la memoria emotiva, le azioni fisiche sono gli strumenti espressivi
per creare un contatto autentico tra l'attore e il personaggio.
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