|
Il 1905 è uno degli anni di
svolta del Teatro d'Arte. Mentre la Russia subisce una delle maggiori
umiliazione in politica estera, con la sconfitta militare ad opera dei
giapponesi e la distruzione della flotta del Pacifico e, all'interno,
le sollevazioni popolari []
si accompagnano a quelle della marina (la corazzata Potionkin). Per
il Teatro d'Arte è anche la realizzazione di un sogno: viene finalmente
inaugurato il teatro, modernamente attrezzato - per l'epoca, uno dei
più moderni: possedeva un sistema rotante non solo in superficie ma
anche nelle botole e spazi sotterranei; la sala era opera dell'architetto
Sechtel' -, frutto dell'impegno finanziario di Morozov che proprio quell'anno decide di suicidarsi, con gran sollievo di
Nemirovic-Dancenko che sentiva il proprio potere
all'interno della compagnia diminuire insidiato proprio da Morozov.
Tutte le preoccupazioni di
Stanislavskij in quell'anno sono per problemi artistici. La sua attività
è forsennata. Sono in cantiere 4 spettacoli: la ripresa de Il gabbiano (Cechov, a settembre), l'avvio del lavoro su Che disgrazia l'ingegno! (Griboedov), le prove de I figli del sole
(Gor'kij, per ottobre), e de Il dramma della vita (Hamsun) che si discosta dal realismo ormai tradizionale del repertorio del Teatro
d'Arte, per puntare sul simbolismo misticheggiante. Cechov era morto
l'anno prima (nel 1904), il Teatro d'Arte cerca nuove soluzioni e nuovi
autori.
Nel 1905 Stanislavskij affida
a Mejerchol'd (che era stato al Teatro d'Arte
ma se ne era distaccato nel 1902) la direzione di un teatro di studio,
che esplori in tutta libertà le direzioni possibili del teatro, così
come si muoveva nel clima culturale del simbolismo. Lo "studio"
si svolge con attori non provenienti dal Teatro d'Arte ma con attori
del gruppo di Mejerchol'd, proprio per il tentativo di Stanislavskij di avere a disposizione attori
non impegnati in altre occupazioni - lo stesso spazio utilizzato è fuori
dal Teatro, in una saletta affittata a spese di Stanislavskij. Il tentativo
viene giudicato non riuscito da Stanislavskij, che dopo la prova generale
decide di chiudere lo Studio Mejerchol'd. Il problema era la permanenza dei modi tradizionali di recitazione,
da parte degli attori. L'idea e la necessità tuttavia rimane. Nacquero
così da lì a poco il Primo, il Secondo, il Terzo, il Quarto Studio,
lo Studio dell'Opera e del Dramma.
Il lavoro messo in campo nel
corso del 1905 aveva messo in evidenza una serie di problemi che rischiavano
di essere distruttivi. Da una parte c'era il problema del repertorio,
ormai schizofrenicamente diviso tra realismo e simbolismo; dall'altra
il problema della preparazione degli attori, la necessità di una "scuola"
capace di eliminare gli stessi clichès
della scuola psicologica stanislavskijana come pure i residui della
gestualità tradizionale.
Il momento di crisi fu evitato
con la prima tournée all'estero della compagnia, a Berlin nel 1906
e di lì nei maggiori centri europei, che consacrò il Teatro d'Arte nell'ambito
della cultura teatrale europea.
|