Luigi
Pirandello: Valutazioni critiche
Luigi Pirandello: Valutazioni critiche
L'individuo nel mondo moderno
Con Luigi Pirandello siamo al maggior intellettuale
che la cultura italiana abbia dato alla fiction occidentale negli
anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale. Egli
parte da premesse naturalistiche che presto brucia per giungere
a un realismo esistenziale e surreale, antidecadentiste e antidannun
ziane. E' come se in lui avvenisse un 'salto' genetico, che ha
anche a che fare ma non solo con le caratteristiche dell'ambiente
culturale di provenienza; la cultura siciliana aveva dato il me
glio di sé con il realismo di fine ottocento; il decadentismo
e il simbolismo si mossero in funzione antirealistica: gli intellettuali
siciliani si arroccarono attorno al realismo regionalista, fornendo
un terreno di coltura per una reazione a quelle poetiche. La capacità
di Pirandello fu quella di superare il realismo, di sprovincializzarsi
venendo a contatto con le poetiche dell'avanguardia europea, di
giungere a una propria originale poetica della realtà.
L'intellettualismo, l'antiletterarietà, lo scetticismo,
il senso della contraddizione, la sfiducia nella "razionalità",
la mancanza di ideali indicati spesso come limiti, sono stati
solo alcuni degli aspetti di un'acutissima presa di coscienza
della crisi di valori che si era aperta nella società e
nella cultura borghese uscite dall'ottocento. In questo senso
Pirandello segna uno dei momenti più alti del decadentismo
europeo.
In lui è nitidissima la coscienza della crisi di identità
del l'uomo moderno, che non è più "uno" ma "tanti",
"secondo tutte le possibilità d'essere che sono in noi"
e secondo "quello che gli altri lo fanno". Nell'uomo è
la relatività di ogni atto e pensie ro, che nessuno dei
criteri tradizionali può discriminare come vero o falso,
razionale o irrazionale, normale o folle. I suoi "pazzi lucidi"
anticipano un nuovo modo di concepire il personaggio e il messaggio
che egli porta con sé.
I temi di fondo di Pirandello sono già tutti presenti nel
suo primo romanzo, "L'esclusa" (1901), storia di una donna cacciata
di casa dal marito perché ritenuta adultera quando non
lo è, ma poi riammessa proprio quando l'adulterio lo ha
realmente commes so. Il contrasto tra apparenza e realtà,
lo sfaccettarsi delle verità: tante verità quanti
sono coloro che presumono di posse derla, le assurdità
della condizione dell'uomo etichettato all'interno della forma/norma
sociale (adultero, innocente, ladro ecc.) che soffoca la sua vita.
Sono assurdità che derivano sia dal caso che regna nelle
vicende umane, che dalle convenzioni so ciali, che sono invece
prodotto della storia. Esemplare ne è Mat tia Pascal, per
cui è impossibile «voler estrarre la logica dal caso, come
dire il sangue dalle pietre», e per cui «fuori della legge e fuori
di quelle particolarità liete o tristi che siano per cui
noi siamo noi, non è possibile vivere».
Pirandello ha contribuito alla fondazione del romanzo moderno
facendolo uscire dalle secche del naturalismo, contribuì
alla rottura degli schemi del teatro tradizionale con innovazioni
e sperimentazioni anche tecniche tra le più audaci.
[1997]
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