Luigi
Pirandello: il teatro
Luigi Pirandello: il teatro
Molto fecondo per lui fu il decennio 1910-1920.
Esordì con gli atti unici La morsa (prima intitolato
"L'epilogo") e Lumìe di Sicilia che Pirandello aveva
tratto da sue novelle su richiesta di Nino Martoglio, direttore
del Teatro Minimo. Particolarmente fitto il biennio 1916-17 quando
apparvero opere in italiano e in siciliano (queste ultime portate
al successo da Angelo Musco): Liolà , Pensaci
Giacomino , Giara , Il berretto a sonagli ,
Il giuoco delle parti , Così è (se vi
pare) , Il piacere dell'onestà .
Inizia con il 1921, l'anno delle clamorose
rappresentazioni de Sei personaggi in cerca d'autore ,
il progressivo consenso del pubblico mondiale e di gran parte
della critica ufficiale. Nel 1925 inaugurò con uno spettacolo
di massa, La sagra del Signore della nave il Teatro d'arte
di Roma di cui fu direttore e regista. Ebbe fino al 1934 una sua
compagnia, nella quale spiccò l'attrice Marta Abba: a lei
Pirandello dedicò i drammi Vestire gli ignudi (1923)
e L'amica delle mogli (1927).
L'esordio teatrale di Pirandello è
nell'ambito del repertorio siciliano: il patetismo di Lumìe
di Sicilia , il vitalismo gioioso della Giara e Liolà ,
la beffa macabra della Patente .
Poi, le opere più mature. Sono grandi
"parabole" drammatiche All'uscita e Così è
(se vi pare) . "Così è (se vi pare)" (1916) è
una commedia in tre atti. Lo strano comportamento del signor Ponza
e di sua moglie, che comunica con la madre, la signora Frola,
solo per mezzo di biglietti ni calati dalla finestra con un paniere,
incuriosisce i vicini. I tre personaggi spiegano, uno alla volta,
le proprie verità. La signora Frola sostiene che il genero
proibisce alla moglie di comunicare in altro modo con lei. Ponza
implora che non le diano ascolto perché la suocera è
impazzita dopo la morte della figlia che lui si sforza di farle
credere viva. Torna la signora Frola a insistere che il pazzo
è lui, che ha mandato la moglie in manicomio con la sua
gelosia. Chiude la signora Ponza: lei si presenta con il volto
coperto dai veli a spiegare che esistono tutte e due le verità,
quella del signor Ponza e quella della signora Frola: lei è
"nessuno": "Io sono colei che mi si crede".
Drammi grotteschi e borghesi: Il berretto
a sonagli , Il piacere dell'onestà , Il giuoco delle parti
, Tutto per bene , Ma non è una cosa seria
, La signora Morli, una e due , Come prima meglio di
prima . Tragedie delle forme fisse e immutabili: Enrico
IV , Vestire gli ignudi , La vita che ti diedi
.
"Enrico IV" (1922) è una commedia in
tre atti. In una lettera del 21 settembre 1921 troviamo l'annuncio
della commedia, scritta per l'attore Ruggero Ruggeri. Ecco cosa
scrive Pirandello nella lettera a Ruggeri sulla trama: "Antefatto:
circa vent'anni addietro, alcuni giovani signori e signore dell'aristocrazia
pensarono di fare per loro diletto, in tempo di carnevale, una
'cavalcata in costume' in una villa patrizia: ciascuno di quei
signori si era scelto un personaggio storico, re o principe da
figurare, con la sua dama accanto, regina o principessa, sul cavallo
bardato secondo i costumi dell'epoca. Uno di questi signori s'era
scelto il personaggio di Enrico IV; e per rappresentarlo il meglio
possibile s'era dato la pena e il tormento d'uno studio intensissimo,
minuzioso e preciso, che lo aveva quasi per circa un mese ossessionato.
Sciaguratamente il giorno della cavalcata, mentre sfilava con
la sua dama accanto nel magnifico corteo, per un improvviso adombramento
del cavallo, cadde, batté la testa e quando si riebbe dalla
forte commozione cerebrale restò fisso nel personaggio
di Enrico IV".
Trama: Un giovane gentiluomo che
impersona Enrico IV (Heinrich IV) di Germania durante una cavalcata
storica, cade da cavallo batte la testa e impazzisce. Per 12 anni
si crede davvero l'imperatore. Quando rinsavisce scopre che Matilde
Spina la donna che amava è diventata l'amante dell'odiato
rivale Tito Belcredi. Decide di fingersi ancora pazzo per non
rientrare nella realtà. Ma quando Matilde con la figlia
Frida, Belcredi e altri vengono a trovarlo, rivela la finzione.
Il ricordo della giovinezza perduta gli brucia, sa che la sua
ca duta non fu accidentale, vuole vendicarsi. Ormai la Matilde
di ora non lo interessa, lui vuole Frida. Ma quando abbraccia
la ra gazza, Belcredi si avventa su di lui e Enrico lo trapassa
con la spada. Ora che ha ucciso, è condannato a non abbandonare
più la finzione.
Nuova violenta e dirompente la poetica e
tecnica teatrale di Sei personaggi in cerca d'autore (1921). La
commedia non ha divisioni in atti e scene ma due interruzioni
apparentemente casuali. Mentre una compagnia drammatica prova
"Il giuoco delle parti" di Pirandello, sulla scena appaiono sei
personaggi: Padre, Madre, Figliastra, Figlio e due bambini. Essi
nascono, spiega il Padre, dalla fantasia di un autore che però
non seppe o non volle farli vivere in un'opera d'arte. Ma essi
smaniano per esprimere il loro dramma e vogliono che gli attori
lo recitino. Il loro dramma è questo: la Madre, dopo aver
dato alla luce il Figlio, si è innamorata del segretario
del Padre, creatura dimessa e semplice come lei. Il Padre si è
fatto da parte; dalla nuova unione nascono tre figli. Dopo molti
anni il Padre, inconsapevole, incontra la Fi- gliastra in una
casa d'appuntamenti. Il rapporto incestuoso è evitato per
il sopravvenire della Madre sconvolta di trovare la figlia in
quel luogo e per giunta con il Padre. Il Padre vergognoso accoglie
in casa tutta la famiglia, ma si crea una situazione insostenibile:
il Figlio si chiude in un mutismo ostile, la bambina cade nella
vasca e il ragazzo, che l'ha spiata morire senza intervenire,
si uccide con una rivoltellata. Il Capocomico è, suo malgrado,
affascinato dalla materia teatrale che gli viene proposta. Ma
qui si crea il secondo dramma dei personaggi. Essi non si riconoscono
nella recitazione degli attori: solo loro pos sono rappresentare,
o meglio vivere, la tragedia che è poi la loro realtà.
La commedia fa parte della trilogia del "teatro nel teatro" che
apre il corpus delle Maschere nude : Ciascuno a suo modo , Questa
sera si recita a soggetto .
"Ciascuno a suo modo" (1924) è una
commedia in tre atti e due intermezzi. In un giornale distribuito
agli spettatori si spiega che la commedia si rifà a una
vicenda reale, che ha avuto come protagonisti lo scultore La Vela,
il barone Nuti e l'attrice Mo reno, che sulla scena si chiameranno
Salvi, Rocca e Morello. Nuti e la Moreno assistono allo spettacolo.
Quando il sipario si alza Doro Palegari sta difendendo la Morello,
che tutti considerano moralmente responsabile del suicidio di
Salvi. Di parere diverso è Francesco Savio. Subentrata
la riflessione, si ha un mutamento d'opinione in tutti e due.
Irritati dal nuovo contrasto, si sfi dano a duello. La Morello
e Rocca si incontrano da Savio. Ora si parlano per la prima volta
dopo il suicidio, si rendono conto di aver mentito entrambi per
amore di Salvi, e si riconciliano. Nuti e la Moreno si precipitano
sul palcoscenico a protestare, ma poi riconoscono che la finzione
scenica ha scoperto i loro veri sentimenti e, come i personaggi
che li rappresentano, si abbracciano.
Nella commedia "Questa sera si recita a soggetto"
(1930), il regista Hinkfuss propone una rappresentazione "a soggetto",
sulla trama di una novella pirandelliana, con divisione in "quadri"
an ziché in atti, intervallati da intermezzi recitati.
Nico Verri corteggia Mommina, una delle quattro figlie di una
signora di provincia troppo propensa a ignorare le convenzioni
di paese e a ammettere in casa gli ufficiali del locale presidio
militare. Do po averla sposata, Verri è preso da gelosia
retrospettiva, riduce la moglie alla larva della spensierata ragazza
che è stata un tempo. Un giorno arriva nella cittadina
una sorella di Mommina, diventata cantante. Mommina, narrando
alle figlie la trama della "Forza del destino" rivive i giorni
lieti della giovinezza. Il dolore del contrasto di quei tempi
felici con la grigia pena dell'oggi è tanto forte da stroncarla.
In questa fase è anche l'ultimo romanzo
di Pirandello, Uno, nessuno, centomila , una specie di "bilancio
ideologico" della sua tarda maturità. La drammaturgia di
Pirandello approda all'angoscia esistenziale con Trovarsi
e Come tu mi vuoi . E nella catarsi nell'immaginario e
nel simbolismo del "mito": Lazzaro , La nuova colonia
, e l'incompiuto I giganti della montagna .
[1997]
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