Il
mecenatismo
Il mecenatismo
Movimenti di ricerca, sostanzialmente auto-finanziati dagli stessi
autori; movimenti che hanno ricevuto plauso e conforto da parte
della critica 10 o 20 anni dopo la loro apparizione (e fine):
i movimenti d'avanguardia hanno ricevuto sostegno anche grazie
a forme di mecenatismo privato. La società aristocratica
ed "eccentrica" ha amato, in margine alle proprie feste e ai propri
fasti, circondarsi di artisti ammantati, specie in Francia, del
carsimo della "genialità" romanticista dell'arte.
Ruolo di mecenati svolsero in quel periodo il conte de Beaumont,
che scrisse un articolo sul cinema moderno per "The little review"
nel 1926 corredandolo da dipinti di lady Abdy, Daisy Fellows,
della contessa de Noailles e di altre note dame dell'epoca; Madame
de Noailles incaricò due artisti dell'avanguardia come
Léger e Van Dongen di decorarle una sua villa e fu lei
a finanziare il film di Buñuel e Dalì "L'age d'or".
La principessa de Polignac (appartenente alla famiglia Singer,
macchine da cucire) finanziò "Les malheurs d'Orphée"
di Milhaud, e la prima rappresentazione dell'"Oedipus rex". Altre
rappresentazioni furono eseguite nel salotto di Natalie Barney.
A persone di tal genere Djagilev e Cocteau avevano reso accettabile
ed eccitante il moderno linguaggio delle arti (art déco).
Il loro consenso assunse troppa importanza nel contesto francese
e soltanto gli isolati (Léger, Le Corbusier, René
Clair) potevano ignorarlo. L'ambiente rimase estremamente mondano
ed edonista; i risultati sono evidenti nella decadenza ad esempio
del repertorio di Djagilev e dei suoi Ballet Russes; mentre "Le
train bleu" di Milhaud, il cui nome si riferiva all'espresso di
lusso Paris-Lione-Costa Azzurra, fu ideato da Cocteau per esibire
le doti atletiche del giovane ballerino Patrick Kay (Anton Dolin),
con costumi della sarta Coco Chanel.
[1997]
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