Il
Giappone tra due guerre
Il Giappone tra due guerre
In Giappone, nel periodo tra le due guerre, l'espansione militare
che condurrà il paese alla guerra, poggia su una veloce
modernizzazione industriale. Periodo di rapidi mutamenti sociali
ed economici, con la permanenza di fortissimi elementi tradizionalisti.
L'espansione verso la Cina, avviata dopo la vittoria del 1905
nella guerra russo-nipponica e con la la partecipazione a fianco
dell'Inghilterra nella guerra contro le posizioni cinesi della
Germania (nello Shantung), fu bloccata nel 1921 dalle potenze
occidentali, e in particolare da quella degli Stati Uniti preoccupata
dell'espansionismo nipponico (trattato di Waghington, 22 dicembre
1921: limitazione degli armamenti navali; trattato delle nove
potenze, 6 febbraio 1922 sul rispetto dell'indipendenza della
Cina). La crescente pressione demografica interna (36 milioni
di abitanti censiti nel 1936), le limitazioni alle immigrazioni
adottate da tutti i paesi, la necessità di sbocchi per
la produzione industriale, lo sviluppo di tendenze nazionaliste
tra militari e intellettuali, tutto ciò portò il
Giappone, in cui la classe dirigente era dominata dai militari
a partire dal 1930, a cercare di risolvere i problemi interni
nell'espansionismo territoriale. Sono in questo periodo alcuni
importantissimi scrittori.
Tanizaki Jun'ichiro nacque a Tokyo nel 1886 (morì nel 1965
a Atami). Si affermò con una serie di racconti, tra cui
Il naufragi (1909), caratterizzati da una torbida sensualità
e da una virtuo sistica ricerca estetizzante che già preannunciano
la tematica delle opere successive: la dedizione servile, che
rasenta il masochismo, di un uomo di fronte a donne belle e altere.
L'inizio della sua produzione matura coincide con il trasferimento
a Osaka: qui, preso dal fascino della lingua parlata e dal fasto
del mondo antico visto attraverso l'antica letteratura, manifestò
qualità di stile e di invenzione che lo resero celebre.
Scrisse: L'amore di uno sciocco (1924), La svastica (1928), Gli
insetti preferiscono le ortiche (1929), e i tre capolavori: La
storia di un cieco (1931), Il canneto (1932), e soprattutto La
storia di Shunkin (1933); e ancora la vita segreta del signore
di Bushu (1935), La gatta, Shozo e le due donne (1937). Dopo la
guerra ha scritto: Neve sottile (1945-48); La madre del generale
Shigemoto (1950) in cui è il tema della nostalgia per la
madre morta precocemente; La chiave (1956); Il diario di un vecchio
pazzo (1962), in cui è il tema del- l'amore senile. Narratore
dalla fantasia sfrenata, attratto spesso dalla per versione, T.
fu anche un erudito, virtuoso dello stile: tradusse in lingua
moderna il Genji Monogatari di Murasaki Shikibu.
Kawabata Yasunari nacque a Osaka nel 1899 (morì suicida
a To kyo nel 1972), studiò lettere a Tokyo, fu tra i principali
promo tori della "scuola delle nuove sensazioni" (Shinkangaku-ha),
mo vimento che si proponeva di cogliere la realtà attraverso
l'imme diatezza delle sensazioni.. Dopo una serie di racconti
molto bre vi e di saggi critici, che lo segnalarono per la sua
posizione di avanguardia, pubblicò nel 1926 La danzatrice
d'Izu , seguito dal suo capolavoro, Il paese delle nevi (1937).
Nel dopoguerra ha scritto Mille gru (1951). L'irruzione della
civiltà nordamericana spinse K. alla ricerca dei valori
tradizionali in Il suono della montagna (1954). La ragazza addormentata
(1961) è opera di quasi violento erotismo. Koto (1962)
ha per protagonista la vecchia capitale Kyoto. In seguito si è
dedicato esclusivamente alla saggistica e alla critica letteraria.
Nel 1968 ha avuto il nobel.
All'inizio della WWI un gruppo di scrittori tra cui Arishima Takero
e suo fratello Mibu raccolti attorno alla rivista «Shirakaba»
(La betulla bianca) esaltano l'armonia e la fratellanza universale.
Intorno agli anni '20 si afferma una corrente neorealista. Kikuchi
Kan (nato a Shikoku nel 1888, morto a Tokyo nel 1948), seguito
da Akutagawa Ryunosuke e da altri, afferma la necessità
per l'uomo di ritrovare la sua via con obiettiva ragionevolezza
al di sopra del sentimento e delle convenzioni. Kikuchi scrisse
Diario di un autore senza nome (1918) e si affermò con
Il libro della vita del signore Tadanao (1918), Oltre il sentimento
dell'onore e della vendetta (1919) e L'amore di Tojuro (1919,
da cui fu fatto un testo teatrale). Scrisse poi Il cigno rosso
(1927), Vittoria e sconfitta (1932). Diresse la rivista «Bungei-
shunju» e fu l'animatore dell'associazione giapponese degli scrittori.
Akutagawa nato a Tokyo nel 1892, fece parte del gruppo di in tellettuali
capeggiati da Natsume Soseki. Ancora studente pubblicò
i racconti Rashomon (1915) e Il naso (1916). Nel 1918 scrisse
Il paravento infernale . Il suo racconto Il bosco (1921) ottenne
più tardi notorietà per un film che ne fu ricavato
("Rashomon", 1950). il 24 luglio 1927 si avvelenò descrivendo
in una lettera diretta agli amici, in modo impressionante, lo
stato d'angoscia del suicida. Ha scritto Il mostro acquatico (Kappa,
1927), La vita di un idiota (Aruahoo no issoo, 1927). Akutagawa,
che fu profondo conoscitore della letteratura europea, scrisse
le cose mi gliori nel campo del racconto breve, di rara perfezione
formale e stilistica. I suoi temi sono tratti dalla letteratura
antica giapponese e cinese, in molti di essi descrisse eventi
segnati da una ineluttabile fatalità, trasferì il
fondo pessimistico e la lucida ossessione della pazzia che lo
tormentarono per tutta la vita.
Su un fronte tradizionalista è Shiga Naoya (nato a Shinomaki
[Miyagi] nel 1883, morto a Atami nel 1971). Nella sua opera ha
cercato di conciliare in una superiore armonia le contraddizioni
proprie della cultura giapponese del tardo periodo Meiji e del
periodo Taisho. Una traccia di questo conflitto è la sua
conversione da un iniziale cristianesimo tolstojano al buddhismo.
La sua produzione è costituita in gran parte da racconti
brevi: Il rasoio (1910), Il crimine di Han (1913), A Kinosaki
(1917). Si impegnò nel 1919-1936 in un lungo romanzo, Viaggio
in una notte buia , in cui trovano compimento personaggi, situazioni,
interpre tazioni della vita già presenti delle opere precedenti,
trattati con grande sobrietà di stile.
Al termine della guerra si ha una letteratura proletaria e po
co dopo una popolare, rappresentata da racconti polizieschi di
guerra ecc. a carattere apolitico; l'esponente migliore di tale
letteratura è Nakazato Kaizan (nato nel 1885) autore de
Il passo del gran Bodhisattva (Dai bosatsu-toge).
In poesia si cerca di introdurre caratteristiche del verso occidentale,
rima, divisione in strofe ecc.; e di usare la lingua viva, ma
solo con Kitamura Tohoku (1868\1894), Shimazaki Toson (nato nel
1872), Kitahara Hakushu (nato nel 1885) ecc. questa tendenza assurse
a espressione d'arte. Reazione in favore del vecchio stile è
nella mirabile produzione di Yosano Akiko (nata nel 1878), di
suo marito Yosano Tekkan (1873\1935) ecc. Autore di haiku è
Kyoshi Takahama (1874\1959).
In teatro fallisce il tentativo di portare sulla scena il Giappone
moderno. Drammaturghi moderni sono Okamoto Kido (nato nel 1872),
Osanai Kaoru (1881\1928) ecc.
[1997]
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