Stanislaw
Ignacy Witkiewicz
Stanislaw Ignacy Witkiewicz
Nato a Varsavia nel 1885, commediografo e narratore,
Stanislaw Ignacy Witkiewicz fu anche pittore e insegnante di filosofia.
Elaborò una visione storico-filosofica pessimistica, culminante
nell'attesa di un'imminente catastrofe dell'europa a opera dei
mongoli. Si uccise nel 1939, quando le truppe tedesche e russe
si spartirono la Polonia.
Sul piano estetico teorizzò con il "formismo" (Teatro:
intro duzione alla teoria della forma pura nel teatro, 1923) il
superamento del dualismo forma-contenuto in una composizione di
effetti "puri", ottenuta obbedendo a una logica formale interna
all'opera e tale da produrre un brivido metafisico. Questo programma
fu perseguito da Witkiewicz in oltre trenta drammi, in cui si
assi ste all'emergere di un sentimento cupo e catastrofico dell'esi
stenza, avvicinabile alla metafisica di Samuel Beckett, mentre
il linguaggio della "forma pura" ricorda le soluzioni espressive
di Antonin Artaud.
In La gallinella acquatica (1921), La metafisica di un vitello
a due teste (1921), La seppia (1922), La locomotiva folle (1923),
Il pazzo e la monaca (1925), I calzolai (1934), le commedie di
Witkiewicz inscenano personaggi inquieti e crudeli, implacabilmente
monologanti ai margini di un'esistenza-rito in cui nulla e definitivo,
nemmeno la morte, e l'incontinenza verbale è vanamente
opposta alla noia e al vuoto. Importanti anche i romanzi: Addio
all'autunno (1927), Insaziabilità (1930), L'unica uscita
(1931-1933).
Attivissimo nei cenacoli letterari degli anni venti, è
stato isolato e circondato dal silenzio nel dopoguerra, ed è
stato riscoperto solo dopo il 1956.
[1997]
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