Ignazio
Silone
Ignazio Silone
Da una più evidente matrice naturalistica-populistica
la narrativa di Ignazio Silone. Nato a Pescina dei Marsi [L'Aquila]
nel 1900 (morto a Ginevra nel 1978; il suo nome era Secondo Tranquilli,
ma poi legalizzò quello di Silone), da bambino fece il
semi nario; dovette abbandonare gli studi in seguito al terremoto
del 1915 nella Marsica, durante il quale morirono il padre e cinque
fratelli. Si diede all'attività politica, partecipò
alla fonda zione del Partito comunista (PCI) che rappresentò
a Mosca insieme a Togliatti nel Komintern. Dal PCI si staccò
nel 1930 in seguito alle purghe staliniane. Antifascista fu in
esilio in Svizzera nel 1930-1945, anni in cui cominciò
a scrivere. Dopo la guerra fu so cialista e deputato alla costituente.
Negli anni trenta sono i suoi romanzi forse migliori: Fontamara
(1930), Pane e vino (1936), Il seme sotto la neve (1942) che denunciano,
con accenti popolareschi e con evidenza spesso ironica e grottesca,
lo sfruttamento secolare e le lotte dei 'cafoni' della Marsica.
Suo è anche il saggio politico La scuola dei dittatori
(1938). Nel dopoguerra il suo impegno morale e di scrittore non
si at tenuò; fu nel libro-testimonianza di ex comunisti
antistalinisti, con Fischer, Gide, Koestler, Wright ("Uscita di
sicurezza", 1955), violentemente osteggiato dai comunisti d'allora
salvo a essere poi riabilitato negli anni sessanta; soprattutto
autore di almeno un paio di ottimi testi: il romanzo Il segreto
di Luca (1956) e il testo teatrale Avventura di un povero
cristiano (1968-69) tra le cose migliori che siano state
scritte in quegli anni.
[1997]
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