Storia della letteratura europea - Torna in homepageAndré Malraux


André Malraux


Nato a Paris nel 1901 (morì a Créteil, Paris, nel 1976), ap passionato di archeologia, studente alla Scuola di lingue orien tali, ha pubblicato il primo libro nel 1921: Lune di carta (Lunes de papier) è un viaggio fantastico tra misteriosi oggetti quoti diani, ispirato alla poetica del cubismo.
Dopo una missione archeologica in estremo oriente, si recò in Indocina e nel 1925 in Cina dove partecipò agli avvenimenti che sfociarono nella guerra civile del 1927-1928. Da queste esperien ze nacquero il saggio La tentazione dell'occidente (La tentation de l'Occident, 1926) e due romanzi: I conquistatori (Les conquérants, 1928) sullo sfondo della lotta antibritannica a Hong Kong, e La condizione umana (La condition humaine, 1933) ambientato nella Shanghai del 1927 durante la lotta tra i comunisti e i nazionalisti di Chiang Kai-Shek. Questa la trama: i "generali del nord", infeudati alle potenze imperialistiche, tengono in pugno la città. Senza attendere l'arrivo delle truppe del Kuomintang comandate da Chiang Kai-shek, un gruppo di militanti di base del partito comunista scatena l'insurrezione: tra essi è Tchen, Kyo e il russo Katow. Quando il generale Chiang, che sta per accordarsi con i capitalisti francesi e cinesi, raggiunge la città, impone agli insorti di deporre le armi. Kyo e gli altri vorrebbero reagire ma i responsabili dell'Internazionale ritengono che i tempi non siano maturi. Tchen organizza un attentato contro il generale: l'attentato fallisce, Tchen ferito si uccide. Comincia la repressione: Kyo è condannato a morte ma si avvelena. Katow arrestato si priva del cianuro a favore di altri due condannati e affronta il supplizio: sarà arso vivo. Motivo comune ai due romanzi è l'affermazione che la libertà umana può esprimersi solo nell'azione individuale. Ne deriva un'estetica del mistero e dell'eterno, che privilegia la sensibilità artistica sulle diverse forme della sopravvivenza degli uomini. A questo clima intellettuale è riconducibile anche il romanzo La via dei re (La voie royale, 1930) ambientato in Indocina.
Nel 1935 fu in Germania con André Gide, schierandosi a favore del dirigente comunista G. Dimitrov imputato dell'incendio del Reichstag. Nel 1936 si arruolò nelle brigate internazionali a fianco dei repubblicani spagnoli. Nel 1937 rimase ferito. Pubbli cò il romanzo La speranza (L'espoir, 1937) dedicato agli avvenimenti spagnoli.
Chiamato alle armi nel 1940, fu fatto prigioniero dai tedeschi, liberato da un commando partigiano, fu a capo della brigata Alsazia- Lorena (conosciuto nella resistenza come Colonnenno Berger). Le vicende della guerra e della resistenza gli ispirarono il romanzo I noci dell'Altenburg (Les noyers de l'Altenburg, 1943) primo di un ciclo rimasto incompiuto.
Aderì al gollismo e fu ministro dell'informazione nel governo provvisorio del 1945-1946. Nel dopoguerra si dedicò alla politica e a studi di estetica e filosofia dell'arte: Il museo immaginario della scultura mondiale (1952-1954), La metamorfosi degli dei (1957). Tra i volumi da lui curati, interessante per la carica ideologica sottesa è l' "Autobiografia di Napoléon Bonaparte". Intorno alla figura di Napoléon I Bonaparte, la cultura francese e europea ha costruito una vasta letteratura non solo storiografica e politica ma anche aneddotica e apocrifa, che è servita a creare il mito- Napoléon, adattato nelle varie epoche. Si pensi ad esempio al "Machiavel commenté par Napoleon Buonaparte : manuscrit trouvé dans la carrosse de Buonaparte après la bataille de Mont-Saint-Jean, le 18 juin 1815", un 'falso' costruito da Aimé Guillon nel 1815 e che presenta un Napoléon traduttore e commen tatore del "De principatibus" e della "Decade" di Machiavelli. L'operazione di Malraux si muove su piani paralleli. L'"Autobiografia" è anonima, è la costruzione di un romanzo di e su Napoléon attraverso l'esplicito uso delle parole sue, tratte dalla "Corrispondenza" e dal "Memoriale di Sant'Elena". E' una rivisitazione quasi quotidiana, dal 26 aprile 1786 al 5 maggio 1821, attraverso una ricchezza aneddotica che delinea un perso naggio leggendario, grande stratega, onnipensante organizzatore di battaglie, attento alle notizie di stampa e tenace e anonimo manipolatore. Un Napoléon che combatte non per conquistare ma per unire l'europa, in nome dei più sani princìpi della rivoluzione, con la sua biblioteca portatile di oltre mille volumi, crudele con il nemico per necessità 'machiavellica', sobriamente camaleontico; e l'uomo privato: padre, marito geloso e amoroso, misogino ecc. Anche attraverso Malraux il mito-Napoléon si perpetua nell'immaginario del XX secolo.
Con il ritorno di De Gaulle al potere, Malraux fu ministro della cultura. Nel 1967 ha pubblicato l'autobiografico Antimemorie in cui si esprime la sua concezione del mondo, con la sua ricerca dell'assoluto accompagnata dall'ossessione della morte.



[1997]

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