Karl
Kraus
Karl Kraus
Nato a Jicin [Boemia] nel 1874 (morto a
Vienna nel 1936) da una agiata famiglia ebrea, fu a Vienna dal
1877 svolgendo una in tensa attività giornalistica. Nel
1899 fondò «Die Fackel» (La Fiaccola) che fu subito popolarissimo
e a cui nei primi anni col laborarono tra i tanti Wedekind, Liliencron,
Altenberg, Strindberg. Dal 1912 ne fu direttore unico. Famose
le sue letture pubbliche durante le quali presentava scritti suoi
e di altri. Kraus divenne coscienza e giudice del suo tempo, temuto
odiato e venerato.
Stabilitosi in Svizzera nell'estate del 1915,
iniziò qui il suo sterminato dramma satirico-apocalittico
contro la guerra, Gli ultimi giorni dell'umanità
(Die letzen Tage der Menschheit, 1922). Pubblicò anche
nove quaderni di liriche Parole in versi (Worte in Versen, 1916-1930).
Alla fine della guerra aderì alla socialdemocrazia. Memorabili
le sue battaglie contro il giornali smo corrotto e la repressione
poliziesca dei movimenti operai, riflesse nella commedia Gli invincibili
(Die Unüberwindlichen, 1928); la polemica contro il giornalismo
condannato come prosti tuzione dello spirito dell'affarismo è
in Tramonto del mondo per magie nere (Untergang del Welt durch
schwarze Magie, 1922). Ha scritto volumi di aforismi, e scritti
sul linguaggio ( Letteratura e menzogna , Literatur und Lüge,
1929; La lingua , Die Sprache, 1937). La sua tendenza è
verso il satirico, con una raffinata tecnica della citazione e
una scrittura rapida e incisiva, incli ne al paradosso.
[1997]
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