Vsevolod
Vjaceslavovic Ivanov
Vsevolod Vjaceslavovic Ivanov
Vsevolod Vjaceslavovic Ivanov nato a Semipalatinsk
nel 1895 (morto a Mosca nel 1963), esordì in letteratura
con l'aiuto di Gor'kij, divenendo membro dei serapionidi. Scrisse:
Partigiani (1921), Il treno blindato 14-69 (1922) da cui trasse
un dramma che ebbe un enorme successo nel 1927, Il ritorno di
Budda (1924): temi di questa narrativa è la lotta partigiana
e la guerra civile, sullo sfondo della Siberia e della Russia
asiatica. Descrivendo senza falsi moralismi e con linguaggio realistico
la crudeltà della guerra, ha saputo dare una originale
interpretazione della rivoluzione russa, vista come trionfo degli
istinti più che di una ideologia. Più tardi cercò
di adeguarsi ai dettami del realismo socialista con tentativi
nel complesso poco felici: La presa di Berlin (1946, romanzo),
Lomonosov (dramma, 1953), i romanzi Le avventure di un fachiro
(1935, riveduto nel 1957), Andiamo in India (1960), Il vulcano
(1966).
[1997]
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