Knut
Hamsun, di Lars Frode Larsen
Knut Hamsun, di Lars Frode Larsen
Knut Hamsun è nato il 4 agosto 1859 a Garmo, uno
sperduto villaggio di montagna sulla sponda occidentale
del lago Vågå ed e' morto nella casa di campagna
Nørholm, vicino a Grimstad, nella notte del 19 febbraio
1952. Una vita durata 92 anni e 6 mesi, iniziata all'epoca
delle carrozze a cavallo e terminata nell'era della bomba
atomica. Una vita piena di inquietudine e difficolta' ma
al tempo stesso ricca di contenuto, e soprattutto al servizio
della parola.
Si e' tentati di chiedersi se sia possibile trovare un
"leitmotiv" della sua vita, un qualcosa che possa
collegare tutti i singoli eventi in un tutto significativo.
Alcuni critici hanno cercato di ridurre quella maratona
che la vita di Hamsun e' stata ad un banale sprint di 100
metri nazista, pensando in questo modo di poter forgiare
una chiave adatta a penetrare l'"enigma" Knut
Hamsun. Ma la chiave è di poca utilita', non entra
bene nella serratura. L'unico mezzo veramente utile per
colui che desidera capire a fondo Hamsun sono le sue opere,
ovvero cercare di comprendere il suo rapporto con le parole.
Usare come punto di partenza la teoria che Knut Hamsun abbia
scritto i suoi libri al fine di servire una particolare
ideologia o per guadagnarsi da vivere vuol dire partire
col piede sbagliato. Il suo fine non era nemmeno il grande
piacere che avrebbe ottenuto divertendo il prossimo con
delle belle storie, nemmeno l'indignazione morale e il senso
del dovere, nè la vanità, l'ambizione sociale,
il desiderio di essere acclamato e famoso. Tutti questi
elementi possono essere stati determinanti per Hamsun nella
"scelta" della carriera, e possono anche avere
avuto un'importanza diversa in vari momenti della sua carriera.
Nessuno di essi, comunque, ha rappresentato la forza trainante
dietro la sua attività di scrittore. Piuttosto che
avere scelto la carriera di scrittore, Hamsun senti' probabilmente
che era lui ad essere stato scelto per questa. Ha dovuto
soccombere ad una necessità interna, un imperativo
che l'ha condannato al lavoro perpetuo di scrittore. Se
mai nella storia della letteratura norvegese l'uso del termine
"vocazione" è giustificato, questo deve
esserlo nel caso di Hamsun.
Il suo talento creativo, il poter scrivere di per sè
divenne, allora, di significato cruciale per Hamsun: era
la sua alfa e la sua omega. Oscar Wilde scrisse in una lettera
che "per un artista, l'espressione è il solo
modo con il quale può concepire la vita". Come
per Wilde, anche per Hamsun lo scrivere divenne una specie
di affermazione che era ancora vivo.
Fin dalla gioventu', Hamsun era attratto dalle possibilità
di espressione fornite dalle parole e dalla lingua, e dalle
loro vite segrete. Nel 1888, due anni prima di raggiungere
il successo con "Fame" (Sult), scrisse in un articolo:
"La lingua deve risuonare con tutte le armonie della
musica. Lo scrittore deve sempre, in ogni occasione, trovare
la parola palpitante che cattura la cosa e che è
capace di ferire la sua anima fino alle lacrime per la sua
esattezza. La parola può essere trasformata in un
colore, in un suono, in un odore. E' compito dello scrittore
usarla in modo tale affinchè la parola sia efficace,
mai errata, e non rimbalzi. Lo scrittore deve essere capace
di divertirsi e di inebriarsi nell'abbondanza delle parole.
Deve conoscere non solo la forza diretta della parola ma
anche quella segreta. Vi sono ipertoni e sottotoni in una
parola ed anche echi laterali".
Il predicatore e scrittore Kristofer Janson, che aveva
conosciuto Hamsun da ragazzo, scrisse di lui che non aveva
mai incontrato una persona con la stessa "passione
patologica per la bellezza estetica" come Hamsun. "Poteva
fare salti di gioia ed entusiasmarsi per un giorno intero
per un aggettivo originale, particolarmente espressivo,
che aveva trovato in un libro o aveva creato lui stesso."
Marie Hamsun, sposata allo scrittore per più di
quarant'anni, scrive nel suo libro di memorie "L'Arcobaleno"
(Regnbuen), pubblicato nel 1953, come il resto della famiglia
soffriva quando Hamsun "era incinta" di uno dei
suoi libri e non riusciva ad iniziarlo. Era profondamente
depresso ed infelice per tutta la durata delle "doglie".
Diverse volte ha promesso alla famiglia e a se stesso che
se solo fosse riuscito a terminare quel libro, sarebbe stato
l'ultimo. Ma sfortunatamente - o fortunatamente direbbero
quelli che ammirano la sua abilità con le parole
- questa era una promessa impossibile da mantenere.
Dopo il matrimonio con Hamsun, Marie era meravigliata
di sentire ripetute lamentele da parte di suo marito su
quanto bisognasse tribolare per essere uno scrittore. Ma
Marie lo conosceva bene: poteva parlare in modo sprezzante
della sua occupazione di scrittore, ma Marie si rendeva
conto che era assolutamente solo in questa occupazione che
suo marito poteva trovare la vera gioia. Marie scrive: "Il
mio amore era senz'altro un ingrediente dell'atmosfera di
cui aveva bisogno per arrivare alla vera felicità.
Ma capivo che quando lui, come ora, non poteva iniziare
il suo lavoro, non c'era niente che potesse controbilanciare
la situazione. La felicità che forse io gli davo
era solo un mezzo non un fine a se stesso".
Essere o non essere capace di scrivere, questo era il
problema cruciale. "Adesso vedremo di che cosa sono
capace: la vita, la morte o la putrefazione", scrisse
in una lettera a Marie, che era rimasta sola con i bambini
a Nørholm. Hamsun aveva preso il necessario per scrivere
e se ne era andato a Kristiansand all'Hotel Ernst per poter
lavorare indisturbato.
***
Quando Hamsun aveva tre anni, la famiglia si trasferi'
a Hamarøy, Nordland, al nord della Norvegia. Si guadanavano
da vivere lavorando come contadini, e arrotondando le entrate
con l'attivita' di sarto del padre. Knut era il quarto di
sette figli.
All'eta' di soli 17 o 18 anni, provo' le sue capacità
letterarie con "L'Enigmatico" (Den Gaadefulde),
pubblicato a Tromsø nel 1877. L'anno seguente "Bjørger"
venne pubblicato a Bodø. Un'altra opera, un lungo
poema narrativo "Rivedersi" (Et gjensyn) venne
pubblicato nel 1878. Questi scritti, che il giovane e speranzoso
autore nascente considerava senza dubbio come le sue prime
grandi opere, l'esordio di una lunga vita di scrittore,
si dimostrarono essere niente di più che un interludio
insignificante nella sua carriera letteraria, una "mini-carriera"
letteraria di breve durata. Oggi questo Hamsun giovane è
di poco interesse per il grande pubblico, fatta eccezione
per qualche ricercatore specialista. Per il lettore ordinario
la scoperta più interessante che deriva da queste
opere giovanili è il fatto che lo stesso Hamsun,
agli inizi scrisse in uno stile oscuro non privo di convenzionalità.
Incoraggiato ampiamente dal successo ottenuto nell'ambiente
locale di Nordland, e con il generoso sostegno finanziario
elargito da un ricco mercante, Erasmus Zahl di Kjerringøy,
Hamsun nel 1879 partì per il mondo con il manoscritto
di un altro "capolavoro " in valigia: il racconto
rurale "Frida". Alcuni mesi più tardi tornò
disilluso in Norvegia a Kristiania dopo un fallito tentativo
di farsi pubblicare il libro dalla casa editrice Gyldendal
di Copenaghen.
Segui' una decade lunga e faticosa. Hamsun visse una vita
turbolenta e vagabonda e sperimentò diverse occupazioni.
Si recò in America due volte ( 1882-84 e 1886-88
) dove cercò di lavorare come sterratore, come commesso
in un negozio, come autista di tram a Chicago e tenendo
conferenze. Svolse molte e svariate attività lavorative,
ma una cosa sembra essere sempre stata costante: il bisogno
impellente di scrivere. Se non era soddisfatto, era capace,
in un momento di rabbia, di strappare in mille pezzi tutto
quello che aveva scritto con la massima cura in un' ora
libera il giorno prima, ma era incapace di mettere via per
sempre carta e penna. Scrivere era la risposta spirituale
al mondo freddo e materialistico che lo circondava, e che
lo condannava a tribolare con vari lavori per coprire le
esigenze quotidiane.
Nell'autunno 1888, riusci' a vedere le prime luci alla
fine di un lungo tunnel di quotidianità. Dopo essere
ritornato dall'America per la seconda volta, questa volta
definitivamente, pubblicò anonimamente nel periodico
danese "Ny Jord" un brano che aveva intitolato
"Fame" ( Sult ). Grazie al contenuto originale
e allo stile affascinante, il brano suscitò scalpore,
ed il libro dallo stesso titolo, pubblicato nel 1890, rappresentò
il primo successo letterario di Hamsun. Dopo due anni dalla
sua pubblicazione, "Fame" era stato tradotto sia
in tedesco che in russo.
Verso la fine degli anni 1890 venne pubblicata una serie
di opere che confermava la reputazione di Hamsun come uno
dei giovani autori più promettenti del paese. In
romanzi come "Misteri" ( Mysterier 1892 ) "Pan"
( 1894 ) e "Victoria" ( 1898 ), con incomparabile
maestria di linguaggio, scelse come tema le esperienze ed
i traumi personali del singolo individuo.
Provò anche a scrivere per il teatro, sebbene con
minore successo di quello che aveva avuto nel genere epico.
La sua forza sembra essere stata nella caratterizzazione
e nella descrizione piu' che nello sviluppare una trama
drammatica. Di conseguenza c'è qualcosa di statico
nei suoi drammi. " Il gioco della vita" ( Livetsspil,
1896 ), con le sue qualità da "teatro del sogno"
("drømmespill"), anticipanti Strindberg,
è probabilmente la migliore delle sei opere di questo
genere. In diverse occasioni Hamsun si espresse in modo
sprezzante sul dramma come forma artistica. " È
impossibile per il drammaturgo essere uno psicologo penetrante",
scrisse in un articolo nel 1890. " Inoltre " ammise
ad un' ammiratrice " non mi importa delle rappresentazioni
teatrali, ma solo del denaro che mi fanno guadagnare".
Dopo il fallimento del suo matrimonio con Bergliot Bech,
durato dal 1898 al 1906 - nel 1909 Hamsun ebbe il coraggio
sufficiente per riconsiderare il matrimonio: Marie Andersen
( nata nel 1881 ) sarebbe stata la sua compagna fino alla
morte - nonostante le incomprensioni sorte nel loro rapporto
dopo la Seconda Guerra Mondiale. Marie era una attrice giovane
e promettente quando incontrò Hamsun, ma interruppe
la carriera per andare a vivere con lui nel villaggio della
sua infanzia a Hamarøy. Lì acquistarono una
fattoria, con l'idea di guadagnarsi da vivere come agricoltori
e aggiungendo qualche entrata extra con lo scrivere. Dopo
pochi anni però, Hamsun scoprì - con il grande
dispiacere di Marie - che Hamarøy dopo tutto non
era il luogo adatto a lui e si trasferirono a sud, a Larvik.
Nel 1918, la coppia acquistò Nørholm, un
vecchio podere in rovina, tra Lillesand e Grimstad. La residenza
principale venne restaurata e ristrutturata alla perfezione,
nuove costruzioni agricole vennero erette e nuova terra
venne arata. Hamsun poteva concentrarsi sui suoi scritti
indisturbato, in un " capanno " di sua proprieta'
situato non troppo lontano dalla fattoria, ma era come se
la sua gioventù instabile avesse fissato un modello
dentro di lui che era impossibile abbandonare. Spesso doveva
viaggiare in altri luoghi per riuscire a scrivere.
Alla fine del secolo, Hamsun smise di scrivere romanzi
incentrati su un unico individuo e cambiò per un
formato più ampio, di tipo storico-culturale e sociale.
Vennero pubblicati "Figli del loro tempo" (Børn
af Tiden) (1913 ) e "La città di Segelfos"
( Segelfos by, 1915 ) opere basate principalmente sulle
condizioni di vita della Norvegia del nord. A questi seguirono
nel 1917 "Germogli della terra" ( Markens Grøde
), per il quale tre anni più tardi, gli venne assegnato
il Premio Nobel per la letteratura. Il messaggio di Hamsun
al mondo in crisi era: ritornate alla terra ed ai valori
fondamentali. Isak, il protagonista del libro, è
descritto come " un coltivatore della terra, anima
e corpo, un agricoltore instancabile. Un fantasma risorto
dal passato ad indicare il futuro, un uomo degli albori
della coltivazione, un colono della terra vecchio di nove
secoli, ed allo stesso tempo, un uomo di oggi". Solo
adesso i lettori inglesi ed americani cominciavano a notare
il suo nome. Molte delle sue prime opere vennero tradotte
in inglese, ma non riscossero lo stesso successo come in
Germania.
Tra gli anni 20 e 30 la popolarita' di Knut Hamsun raggiunse
il massimo. Una serie di nuove opere venne pubblicata in
grandi edizioni e vennero immediatamente tradotte nelle
principali lingue del mondo. Tra le piu' popolari vi erano
i romanzi dell'avventuriero e tuttofare August: "Vagabondi"
(Landstrykere, 1927), "August" (1930) e "Ma
la vita continua" (Men livet lever, 1933). Per il 70esimo
compleanno di Hamsun nel 1929 venne stampata una pubblicazione
celebrativa, in cui molti autori di fama mondiale rendevano
omaggio al grande maestro. Tra questi vi erano Thomas Mann,
Andrè Gide, Maxim Gorkij, John Galsworthy e H.G.
Wells.
Ma nuvole nere e minacciose si stavano addensando all'orizzonte
politico. Adolf Hitler era andato al potere in Germania
ed avanzava con le sue devastanti armate. Hamsun che era
stato amico della Germania dall'epoca del Kaiser, durante
la Guerra Mondiale e durante la Repubblica di Weimar, confermo'
le sue simpatie per i tedeschi. Gli anni difficili cominciarono
sul serio quando i tedeschi occuparono la Norvegia nel 1940.
Visto con occhi nazionalisitici norvegesi, Hamsun si trovo'
dalla parte sbagliata in una lotta per la vita o la morte.
Alla liberazione della Norvegia nel 1945, la figura di
Hamsun ne usci' piuttosto sminuita. Fu obbligato a sottoporsi
ad una dura perizia psichiatrica e la conclusione degli
psichiatri fu che egli aveva "facoltà mentali
permanentemente lese". In una successiva sentenza del
tribunale venne condannato a pagare una ingente somma di
denaro allo Stato norvegese per l'appoggio morale che aveva
dato alle forze di occupazione. Le sue prospettive erano
tutt'altro che rosee. Come, per esempio, si sarebbe guadagnato
da vivere in futuro? Il valore delle sue entrate principali,
i diritti d'autore, in quel momento erano ridotte a zero.
Sia durante che dopo la Seconda Guerra Mondiale, molti norvegesi,
se avessero potuto, avrebbero esortato Hamsun a tornare
nell'anonimato dal quale un tempo era uscito. Allo stesso
tempo era impossibile ridurre Knut Hamsun al silenzio. Il
suo bisogno di esprimersi e l'impulso a scrivere erano troppo
forti. Che anche il suo talento non fosse stato danneggiato
lo dimostro' con "Per i sentieri ricoperti d'erba"
(Paa gjengrodde Stier, 1949). In questo suo ultimo libro,
inveisce contro il Procuratore Generale dello Stato e con
gli psichiatri per come lo avevano trattato. A parte questo,
dall'opera emerge rassegnazione e tristezza. Eventi nuovi
e vecchi passano in rassegna davanti allo scrittore: "Uno,
due, tre, quattro - sono seduto qui', prendo note e scrivo
piccoli brani per me stesso. Non c'è alcuno scopo,
è solo una vecchia abitudine. Da me gocciolano parole
fragili. Sono un rubinetto che perde, uno, due, tre, quattro
-".
*****
L'influenza di Knut Hamsun sulla letteratura del 20esimo
secolo in Europa ed in America difficilmente puo' ritenersi
sopravalutata. Quello che era rivoluzionario in libri come
"Fame" e "Misteri" era prima di tutto
il loro contributo ad una nuova comprensione della natura
umana. Per la prima volta l'Uomo moderno, alienato ed angosciato
apparve in letteratura. Penetrando nei meandri della psiche,
Hamsun, anticipando Freud e Jung, mise le basi per un ampliamento
della nostra conoscenza. Nel dominio della letteratura giunse
l'ambivalente ed il composito, elementi a volte incoerenti
nello schema delle reazioni umane. E la prosa descrittiva
usata era così piena di talento e sicura nello stile
che, anch'essa, divenne un modello da imitare.
Nel 1929, Thomas Mann affermo' che il Premio Nobel per
la letteratura mai era stato assegnato a qualcuno che lo
meritasse di più. E scrittori come Franz Kafka, Berthold
Brecht e Henry Miller hanno tutti espresso la loro ammirazione
per Hamsun. Nella prefazione ad una edizione americana di
"Fame", Isaac Bashevis Singer afferma che Hamsun
"e' il padre della scuola moderna di letteratura in
ogni aspetto: nella sua soggettività, nell'impressionismo',
nell'uso della retrospettiva, nel liricismo. Tutta la letteratura
moderna del ventesimo secolo deriva da Hamsun".
Prodotto da Nytt fra Norge per il Ministero degli Affari
Esteri norvegese. Traduttore: Viviana La Cava Eriksen
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