Storia della letteratura europea - Torna in homepageGrecia 1890-1917


La Grecia nel primo Novecento

In Grecia sono Palamas, e soprattutto Konstantinos Kavafis (1863-1933) che per la qualità della sua opera si inserisce nell'ambito di una poesia di livello mondiale. Kavafis dà alla storia della poesia greca moderna un nuovo inizio. Nato e cresciuto ad Alessandria d'Egitto, vissuto tra la città natale, Londra e Atene. La sua produzione canonica comprende 107 composizioni, scritte in un arco di 35 anni. I temi ai quali si ispira provengono dalla storia greca - Kavafis è affascinato soprattutto dall'ellenismo, per certi toni decadenti che caratterizzano questa fase - dalla riflessione filosofica, ma anche dalla sua esperienza di omosessuale, vissuta ancora con quel senso di marginalità e forzata segretezza che rende più malinconica la sensualità di certe sue poesie.

La sua produzione contrasta fortemente con quella di un contemporaneo, Anghelos Sikelianos (1884-1951), che trae la sua ispirazione dai miti e dalle leggende della Grecia antica e li rilegge con spirito visionario, mentre nell'opera di Kostas Varnalis (1884-1974) e di Konstantinos Theotokis (1872-1923) è rappresentato quel movimento letterario spesso simpatizzante con il comunismo leninista che si concentra soprattutto sui temi dell'ingiustizia sociale, del declino dell'ideologia borghese e sulle aspettative alimentate dal socialismo e dalla rivoluzione.

Sempre in questo periodo si colloca la produzione in prosa di uno scrittore prolifico e versatile, Nikos Kazantzakis (1883-1957), balzato agli onori della notorietà internazionale soprattutto per il romanzo "Zorba il greco" (1946). Anch'egli fortemente condizionato, all'inizio, dagli ideali del socialismo, progressivamente evolve verso una produzione più orientata all'approfondimento di tematiche metafisiche e spirituali.

Un altro nome significativo nella storia della poesia di questa fase storica è quello di Kostas Karyotakis (1896-1928), considerato uno dei più autentici rappresentanti del decadentismo e dell'intimismo greco. La sua produzione lirica è fortemente segnata da una visione pessimistica della vita, la stessa che porterà questo giovane impiegato-poeta al suicidio.

Il teatro

La fioritura del moderno teatro greco si fa risalire intorno al 1880, quando sui palcoscenici del Paese cominciarono ad apparire i primi gruppi di attori greci professionisti, con rappresentazioni di opere di provenienza francese (drammi farseschi o vaudevilles). I drammaturghi più celebri dell'epoca erano Dimitrios Vernardakis, Dimitrios Koromilas, Angelos Vlachos, Spyridon Peressiadis, affermatisi con tragedie o idilli comici. Nel 1894, comparve sulla scena ateniese un nuovo genere teatrale, vivace e colorito, il cosiddetto cabaret ateniese (Athinaiki Epitheorissis). Esso includeva musica, liriche, canzoni e danze, in un'atmosfera generale di leggerezza e allegria. I testi mettevano in ridicolo situazioni politiche, sociali, etiche e religiose del tempo. Il genere, nato sull'onda dei cabaret parigini e londinesi, continuò ad avere successo per tutto il Novecento.

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