Antonín
Sova
Antonín Sova
Nato a Pacov nel 1864 (morì nel
1928). La natura della Boemia meridionale, dove trascorse l'infanzia
prima di trasferirsi a Praga, ispira alcune tra le sue liriche
migliori: Fiori di intimi umori (1891), Dal mio paese (1893),
Ruvido amore (1927). Qui un simbolistico 'paesaggio interiore'
rappresenta l'irrinunciabile alternativa di armonia al disagio
esistenziale del poeta. L'aspro risentimento contro l'ipocrisia
borghese fece scrivere a Sova poesie piene di violenta ansia di
rivolta come Tristezze placate (1897), insieme all'accesa utopia
di un futuro di fraternità sociale ne La valle del nuovo
regno (1900). L'eco del tenta tivo di rivolta in Russia nel 1905
è presente nella raccolta Le avventure del coraggio (1906).
L'irriducibile, pessimistico individualismo di Sova, teso a una
solitaria 'rivoluzione dell'anima' più che a una concreta
palingenesi politica, traspare con tormentata evidenza dalle liri
che Fraternità sanguinante (1920) e Chiaroveggenze (1922).
Di ispirazione erotica e autobiografica sono
infine i versi di Lirica dell'amore e della vita (1927), in cui
risuona più amare e struggente la nota di delusione e solitudine
che riempie tutta la poesia di Sova. Sova ha scritto anche romanzi,
come Le spedizioni dei poveri (1903), e Torna Bojar (1910).
[1997]
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