Stanislaw
Przybyszewski
Stanislaw Przybyszewski
Nato a Lojewo [Kruszwica] nel 1868 (morì
a Jaronty [Inowzoctaw] nel 1927). Fu redattore nel 1898-1900 della
rivista ĞLa vitağ di Cracovia, vi pubblicò l'articolo Confiteor
(1899), intran sigente asserzione dell'indipendenza dell'arte
e manifesto pro grammatico della 'Mloda Polska' (Giovane Polonia):
di questo mo vimento Przybyszewski fu capo e massimo attivista.
Al centro delle concezioni filosofico-estetiche di Przybyszewski
è la teoria dell'Ğanima nudağ, cioè l'attenzione
alla segreta sfera del subconscio che porta per Przybyszewski
all'approfondi mento dell'essenza metafisica dell'essere, inaccessibile
all'in telligenza puramente raziocinante.
Antirealisti sono già i suoi primi saggi e poemi in prosa,
pubblicati prima in tedesco e poi tradotti in polacco: Dal ciclo
della vigilia (1895), De profundis (1897), Androgyne e Sulle vie
dell'anima (1900), Requiem aeternam (1901). Caratteristiche sono
lo straripante lirismo, folto di iperboli, di comparazioni e di
apostrofi. Le sue opere drammatiche, vicine al teatro simbolista
e a quello di Strindberg, si accentrano sul conflitto fatalistico
tra passione e ragioni morali, e al suo scioglimento inevitabilmente
tragico: Danza dell'amore e della morte (1901), La madre (1903),
Gli anni della vita (1910), Gorgo (1912).
Passione sfrenate, tradimenti, allucinazioni e violenze rappresentano
il nucleo narrativo dei suoi romanzi, sospesi tra naturalismo
e espressionismo: I figli di Satana (1897), Homo sapiens (1895-1898),
I figli della terra (1904-1911), L'uomo forte (1912), L'urlo (1917).
Przybyszewski fu critico avveduto e profondo, scoprì tra
l'altro Wyspianski e Kasprowicz. Svolse un importante ruolo ispiratore,
introducendo nella letteratura del suo tempo i temi del sub conscio,
della psicopatologia e dell'irrazionale, e precorrendo, anche
con la sua lotta contro i gusto 'filisteo', esperienze e atteggiamenti
che furono poi del futurismo.
[1997]
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