Christian
Morgenstern
Christian Morgenstern
Christian Morgenstern è nato a Monaco
di Baviera nel 1871 (morì a Merano nel 1914). La sua fama
è legata a poesie di gusto grottesco, vicine alla produzione
inglese dell'assurdo: Canti patibolari (Galgenlieder,
1905) che gli diedero grandissima fama e che sono immaginate come
canzoni di un gruppo di impiccati, Palmström (1910),
Palma Canocchia (Palm kunkel, 1916), Gingganz
(1919) il cui titolo rimanda a uno dei termini tedeschi per "ideologia":
le ultime due raccolte apparvero postume, a cura della moglie.
Morgenstern è qui poeta ironico, scettico, sfrutta al massimo
i mezzi linguistici prendendo alla lettera i simboli e procedendo
per fantastiche analogie. I "Canti patibolari" soprattutto sono
ricchi di giochi di parole, deformazioni, personificazioni, neologismi,
accostamenti di suoni e parole senza senso; nella prefazione Morgenstern
afferma di aver voluto esprimere attraverso la "poesia del patibolo"
la sua concezione del mondo, la sua meditazione sull'uomo, le
sue paure e piccolezze:
"La poesia della forca è un aspetto
della concezione del mondo. E' la libertà senza scrupoli
del rimosso, dello smaterializzato, che si manifesta in essa.
Si sa che cos'è una futura matricola: l'invidiabile passaggio
intermedio tra i banchi di scuola e l'Università. Ebbene:
un fratello di forca è l'invidiabile passaggio intermedio
tra l'uomo e l'universo. Nient'altro. Dal patibolo si vede il
mondo diversamente e si riconoscono le altre cose come l'Altro".
In seguito a una profonda crisi spirituale,
si accostò poi al Vangelo di Giovanni e al buddhismo. Aderì
infine (1906) alle teorie antroposofiche di Rudolf Steiner (le
sue ceneri riposeranno nel Goetheanum di Dornach, presso Basilea,
il colossale tempio dei seguaci di Steiner). La sua poesia divenne
espressione di questa ricerca, si fece più pesante e filosoficamente
concettosa: Raccoglimento (Einkehr, 1910), Io e tu
(Ich und Du, 1911), Trovammo un sentiero (Wir fanden
einen Pfad, 1914). Il suo pensiero, partito da Schopenhauer e
da Nietzsche, apparoda al panteismo e all'occultismo, la sua poesia
risente in questa ultima fase degli influssi di Dehmel, Mombert,
e dei poeti cosmici.
© Antenati - 1994-1998
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