"Lazarillo
de Tormes"
"Lazarillo de Tormes"
Il Lazarillo de Tormes fu edito a Burgos nel 1554 e nello stesso
anno anche a Alcalá e a Aversa. Fu proibito dall'Inquisi
zione nel 1559. Non sappiamo chi fu a scriverlo. Malgrado l'am
bientazione popolare, rivela la mano di uno scrittore colto; si
pensa persino a un umanista, lettore di Geertsz. Il protagonista
è un giovane accattone sempre affamato, che si guadagna
da vivere con mille astuzie al servizio prima di un cie co, poi
di uno scudiero squattrinato, un frate che fa commercio con le
bolle papali, un pittore di tamburelli, finché diventa
banditore di vini per conto di un arciprete di cui sposerà
la serva, dividendo poi la moglie con il padrone in cambio della
tranquillità economica. Lazarillo è l'antieroe di
un'epoca di retorica imperiale e di gusto tendenzialmente aulico
o predicatorio. La crisi economica e il conseguente squilibrio
sociale della Spagna di Carlo V si riflettono nella dinamica di
rapporti e contrasti che lega tra loro diversi esponenti di classi
e mestieri degradati. Esiste un legame con la tradizione realistica
dei "fabliaux", ma soprattutto il "Lazarillo de
Tormes" anticipa il romanzo picaresco spagnolo del XVII secolo:
ma senza le preoccupazioni morali né il gusto baroc chista
della caricatura che diverrà una costante di quella produ
zione successiva. Il "Lazarillo de Tormes" si presenta
come una assoluta novità all'interno della produzione del
XVI secolo. Un risoluto io narrativo introduce la finzione autobiografica
con asciuttezza cronachistica, limpida e razionale ironia. Quella
del "Lazarillo de Tormes" è una narrazione libera
da ogni preoccupazione didascalica e moraleggiante.
[1997]
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